Atto I

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Sissi

Ci sono cose che, sin da bambini, guardiamo dal basso; cose che ci incantano e ci sembrano irraggiungibili. Poi cresciamo e quel qualcosa si avvicina, che sia il mestiere di una vita, un viaggio, un sogno, un qualcosa che abbiamo potuto vedere solo attraverso uno schermo.

Ecco, questo è il giorno in cui forse questo qualcosa è vicino a me, posso finalmente toccarlo con mano, sentire la tensione che provoca nell'aria.


- Prego, buona giornata.


Mi dice la ragazza vicino i tornelli con un sorriso, mentre con tanta emozione mi dirigo in tribuna, al fianco di Fabio, il mio fidanzato da ormai cinque anni.


- Ancora non ci credo!


Esclama Fabio, forse più emozionato di me. É la nostra prima volta ad un weekend in Formula 1.
Seguo questo sport da circa 12 anni, che mi ha colpito sin da subito. Ricordo anche che il pilota che mi colpì più di tutti fu Fernando Alonso.
I nostri posti affacciano sui box Ferrari, e di qui possiamo vedere anche un po' più da vicino i piloti, e le vetture.


- Sei in ansia, amore?


Chiedo a Fabio, notando il suo tremolio alle gambe, seguito da respiri pesanti, come se non riuscisse a respirare.


- Direi di sì!


Mi risponde, ed io sorrido prendendogli la mano. Lo conosco abbastanza bene da poter dire che me lo sarei aspettato; è sempre stato il suo sogno, quello di assistere ad un Gran Premio dal vivo.
Quando ci siamo conosciuti avevamo all'incirca rispettivamente 14 anni e 17 anni; io ero in prima liceo, e lui già in quarta. Non so cosa precisamente mi abbia attratto di lui, se la sua dolcezza e disponibilità, se quegli occhi castani nascosti da un paio di occhiali rotondi o i capelli biondo cenere sempre fuori posto, che sistema in maniera ossessiva; so solo che se penso a quel periodo mi spunta una risata per quel suo essere un po' impacciato. Fu una mia amica a presentarmelo, e da allora non ci siamo
più separati. Siamo stati amici per un anno fin quando lui non si dichiaró, una sera d'autunno dopo il suo 18° compleanno.
Io e Fabio non abbiamo mai avuto seri problemi in questi 5 anni. Certo, litigi ce ne sono stati, ma non tali da poterci portare ad un eventuale separazione.
Ci sono stati momenti in cui ho pensato che fosse abitudine, ma ho sempre rimosso quel pensiero; non voglio perderlo.

Sento un forte brontolio allo stomaco, stamattina ero talmente emozionata da non aver fatto nemmeno colazione. All'ingresso ho visto un bar e credo che andrò a prendermi qualcosa.


- Amore, ho un certo languorino! Vado un attimo al bar, vuoi qualcosa?

Riferisco al ragazzo accanto a me.

- No, sono apposto.

Mi dice, così prendo il portafogli e mi alzo.
Scendo le scale, uscendo dalla tribuna, e dirigendomi verso l'uscita.
Cammino per circa 10 minuti, fin quando non mi rendo conto di essermi persa.
Mi guardo attorno, cercando qualcuno a cui chiedere informazioni.
Davanti ai miei occhi noto un ragazzo, con la testa china verso il cellulare. È vestito di rosso, farà sicuramente parte del team Ferrari, a giudicare anche dallo stemma sul petto.
Mi avvicino lentamente a lui, e con voce strozzata dalla timidezza gli chiedo:


- Mi scusi, saprebbe dirmi dove si trova il bar?


Il ragazzo alza la testa, mi sorride e lo riconosco all'istante. È Charles Leclerc, qui davanti a me, sorridente.
Il mio cuore perde un battito, stento a crederci.

SpecialWhere stories live. Discover now