Atto III

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Charles

Si dice che il tempo curi le ferite, che tutto prima o poi passa. Ecco, forse questa è la più grande stronzata che abbia mai sentito. Puoi non pensarci, distrarti, ma anche una minima cosa, detta per caso, può farti tornare in mente ciò che credevi di aver dimenticato. È il fenomeno della rimozione.

Il cellulare squilla, è Charlotte.
Non le rispondo, chiudo la telefonata e accelero allontanandomi dalla città.
Arrivo su una montagna, mi fermo e spengo la macchina.
Mi rilasso un attimo, sospiro e guardo il fronte. Da qui riesco a vedere il mare e il paesaggio, è davvero un bel panorama.

Il cellulare continua a squillare, lo spengo, voglio stare tranquillo.

Mi capita spesso di voler stare solo ultimamente, e vengo spesso qui, perché mi rilassa parecchio.
Abbasso gli occhi, apro il porta oggetti situato sul lato passeggero e prendo una foto con Sissi.
La osservo. Siamo insieme, lei ha una mia felpa addosso e sorride mentre io le bacio una guancia.

Ogni volta che quel telefono squilla, spero sempre sia lei; non ho mai smesso di pensare a quei suoi occhi scuri e quel sorriso mozzafiato. A quel suo essere forte, ma anche timida, insicura e impacciata.
Sissi, quella che non si sentiva mai all'altezza di stare al mio fianco, quando invece io la vedevo perfetta. Sempre bella nella sua semplicità.

A breve partirò per Barcellona. Non so se mi sento realmente pronto, sono in ansia come fosse una gara. Quando martedì ho visto per la prima volta la vettura, mi è sembrata fatta abbastanza bene.

Resto fermo ad osservare l'orizzonte, in silenzio per circa un'ora. Prendo fiato e riaccendo il cellulare. Trovo venticinque chiamate da parte della mia ragazza, alzo gli occhi al cielo e sbuffo, per poi richiamarla.

- Ma dove sei finito? Ti cerco da due ore!

Urla, ed io allontano dall'orecchio il telefono.

- Sì, scusa; avevo da fare delle cose, tu a che punto sei? A breve passo a prenderti.

- Sono quasi pronta, dammi dieci minuti.

- Ok, a dopo.

Attacco e metto in moto la macchina, rimetto la foto al suo posto osservandola per l'ultima volta per poi chiudere il portaoggetti.

Mi dirigo a casa di Charlotte, accendo la radio mentre viene trasmessa Bad Liar. Sospiro, mentre un ricordo mi torna in mente; io e Sissi, su quella panchina a Monza. Lei abbastanza impacciata, io sorridente e all'apparenza sicuro di me. Quei sorrisi e quegli sguardi, gli abbracci, le mani intrecciate e poi quel bacio, quello che sembrava essere un grande errore, ma che forse era la cosa migliore che potesse accadere perché veniva da dentro, era spontaneo.

Scuoto la testa, rimuovo quel ricordo. Non devo pensarci, adesso ho un'altra persona al mio fianco e non merita questo. Mi fermo sotto casa sua e le mando un messaggio, successivamente apro Instagram e faccio zapping tra le stories. Tra tanta gente vedo Lando, ieri hanno presentato la MCL35, e ha postato foto dell'evento. Devo ammettere che qualche mio collega mi manca, ma uno di loro più di tutti: Daniel, ormai il mio migliore amico. Non ho smesso di sentirlo, abbiamo parlato parecchio in questi mesi. Ha continuato a ripetermi che stessi facendo una stronzata fino a due giorni fa, mi ha detto che con Sissi ero diverso, che con lei ero più luminoso ma l'ho smentito, dicendogli che era una sua impressione.

La portiera si apre, e Charlotte entra in macchina abbastanza nervosa.

- Buonasera anche a te!

Dico con tono sommesso, mentre metto in moto.

- Buonasera.

Risponde fredda, chiudendola violentemente.

- Quante volte ti ho detto che non devi sbattere la portiera?

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