la visita

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Ginny si risvegliò seduta di nuovo su quella sedia scricchiolante. Non ricordava nulla dell'ultima mezz'ora.
L'ultima cosa che apparve alla sua memoria fu quella di trovarsi accasciata a terra ai piedi del suo rapitore.
Alzò lo sguardo e lo vide:
era buio intorno a loro due, la torcia inquadrava soltanto il volto della persona che siedeva proprio di fronte a lei, fissandola.
O meglio, la maschera che indossava.
Era un coniglio, o un animale selvatico comunque,con delle lunghe orecchie pelose ed il sorriso smagliante che lasciava fuoriuscire i dentoni aguzzi. Lo sguardo però, era quello reale di chi aveva deciso di dar vita all'inferno di Ginny. La ragazza si accorse di non aver più nulla sulla bocca e quindi di poter parlare.
" Chi cazzo sei" disse finalmente a fatica.
Nessuna risposta risuonò tra quelle fredde mura. Pose la stessa identica domanda più e più volte senza ottenere neanche un piccolo cenno da chi le stava difronte.
"Cosa ti ho fatto? Perché sono qui?" Ginny sembrava impassibile nonostante fosse terrorizzata; anche in quell'occasione voleva essere forte e sembrare all'altezza della situazione, di saper gestire anche Lui.O Lei.
L'essere immondo che la osservava in quel modo, si alzò senza proferir parola, prese una coperta e gliela avvolse intorno.
La delicatezza con il quale l'uomo - coniglio compiva questi gesti, a Ginny era familiare. Si era un uomo, lo evinse dalla corporatura. Questa sensazione rendeva il tutto sempre più agghiacciante. Ginny lo servò muoversi e dirigersi di nuovo alla porta.
"Ho sete" esclamò Ginny. Decise di mostrare il
suo primo cenno di cedimento.
"Domani avrai dell'acqua".
Era una voce disturbata, distorta da una specie di dispositivo elettronico. I movimenti erano lenti, evidentemente premeditati e studiati. La testa era coperta da un cappuccio. I vestiti erano scuri, Ginny aveva intravisto solo degli scarponi da cacciatore. Non era Franco. Era troppo possente, alto, grosso per essere Franco, consumato dalla solitudine, piccolo e magrolino. A Ginny crollò tutto addosso; le sue supposizioni erano infondate e non aveva alcuna idea sul come iniziare a manipolare a suo vantaggio il rapitore .Una situazione del tutto nuova per lei, abituata evidentemente a farlo continuamente.
L'uomo possente uscì dalla stanza da una porta lontanissima che non consentiva alla ragazza di rendersi conto delle proporzioni del posto, ne della sua collocazione.
Ginny si sentiva svenire.

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⏰ Última atualização: Nov 16, 2020 ⏰

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