STATELESS

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Break me in,
teach us to cheat
And to lie and cover up
What shouldn't be shared

   Muse, Citizen Erased

Il vento di settembre era ancora tiepido e portava con sé nel profumo e nei colori del cielo gli ultimi riverberi dell'estate.

Hermione Granger sentiva quel vento agitare le pieghe del suo mantello e ghiacciarle il sudore che le inumidiva la nuca. Assunse un'espressione mortalmente tediata e incrociò le braccia sul petto stringendo i libri con un movimento che sperò non sembrasse nervoso. Si costrinse a rilassare le spalle, scoprì che le dolevano.

- Ebbene? -

- Come sarebbe a dire "ebbene"? -

- Mi hai trascinata tu qui. Se volessi deciderti a parlare mi faresti un grosso favore. Anzi faresti un grosso favore al mio tempo. – lei sollevò le sopraciglia indicando i suoi libri e gli rivolse un'occhiata eloquente.

Ronald "The King" Weasley si passò una mano trai capelli con l'aria mezzo esasperata di chi non sa cosa fare. Era in maniche di camicia e quel gesto evidenziò gli avambracci muscolosi e abbronzati.

- Ma cosa avrai poi da fare... - borbottò.

Le sopraciglia della ragazza, scurissime e arcuate contro la pelle pallida, si sollevarono ancora. Una sua sola parola sarebbe bastata a rendere le cose meno difficili, forse anche ad alleggerire l'atmosfera pesante come il piombo.

Hermione rimase in silenzio limitandosi a guardarlo, gli occhi scuri freddi, il volto inespressivo che non mostrava nessuna partecipazione per l'ansia che in quel momento divorava palesemente il ragazzo davanti a lei.

- Io... – ricominciò Ron.

Lei sollevò gli occhi al cielo senza curarsi che lui se ne accorgesse. Era completamente diverso dai tempi in cui quel gesto esprimeva un'affettuosa impazienza, adesso in quegli occhi scuri c'era soltanto noia e il desiderio di tornarsene al castello il prima possibile. Desiderio che lei sembrava celare per semplice educazione riuscendoci peraltro malissimo.

- Hermione non rendermi le cose difficili. -

- Va bene. – sospirò lei in tono irritato – Allora le facilito come al solito altrimenti qui vediamo arrivare Natale. D'accordo, Ronald, è finita. C'è altro? -

Lui aprì la bocca per rispondere qualcosa poi la richiuse.

Lei fece un gesto con la mano come per scacciare un insetto molesto – Si si, lo so che ti eri preparato un bel discorsetto logico e amichevole e non preoccuparti, non ti toglierò il saluto per quello che può importare. –

Ron arrossì e distolse lo sguardo dal suo – Non volevo che le cose andassero così. – mormorò.

Lei si sentì invadere dalla rabbia ma non un solo guizzo sul suo viso freddo e liscio lasciò trapelare qualcosa.

- Ah no? – fece a fior di labbra come se si sentisse in dovere di dire qualcosa.

- No, - si riprese lui adesso che gli aveva dato un appiglio per parlare – è che la mia vita sta cambiando così in fretta che non sono più in grado di sostenere la nostra storia. – spiegò precipitosamente. Il suo tono dovette risuonare talmente falso e forzato alle sue stesse orecchie che si interruppe di botto, imbarazzato.

Hermione fece una smorfia come di chi ha sentito raccontare per la centesima volta quella volgarissima storiella sull'animagus e la spogliarellista. Giusto il cavallo di battaglia di Weasley.

- Ron ti spiacerebbe? – esordì modulando la voce nella giusta sfumatura di indifferenza e di urgenza - Se per te è così importante possiamo parlarne più tardi quando avrò finito i compiti di Trasfigurazione... -

The Ground Beneath Her FeetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora