CAPITOLO 22 - LA TEMPESTA

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Iris era rimasta pressoché muta davanti all'interrogatorio di Candice. La sera della festa all'Eden erano tornate a casa insieme, ma lei era stata di poche parole. Le aveva solo raccontato che l'uomo con cui l'aveva vista seduta sul muretto l'aveva difesa dal solito cliente che la infastidiva, poi si trincerò dietro la scusa della stanchezza. Non le parlò dell'aggressione vera e propria, perché sapeva che la coinquilina avrebbe insistito per sporgere denuncia, ma la mise in guardia dall'uomo. Anche se pareva insensato esisteva la remotissima possibilità che la zia avesse denunciato la sua scomparsa, quindi doveva fare profilo basso e stare lontana dalla centrale di polizia, per non correre il rischio di essere localizzata. L'amica l'aveva presa sotto braccio e le due avevano proseguito verso casa in silenzio.

Quella notte il vento soffiò forte e Iris stentò a prendere sonno, le imposte vibravano senza sosta. La giovane non riusciva a isolarsi da quel rumore e a sopprimere la rabbia verso il suo aggressore, sentiva di doverla trasformare in azione o non sarebbe stata in grado di avanzare. Si mise seduta, tirò sulla testa la coperta come quando era piccola e lesse le ultime pagine del diario di zia Emma, alla luce della torcia del cellulare. Furono proprio quelle righe a farle comprendere come avrebbe dovuto agire.

Il mattino seguente Iris si svegliò presto, era pervasa da una nuova energia, si lavò, fece una colazione veloce con latte e cereali e si vestì. Era pronta per uscire di casa, sentiva che qualcosa andava fatto e subito. Il suo aggressore abitava nel suo palazzo, la sera del suo arrivo in città lo aveva visto uscire da una delle porte del piano inferiore, quindi valeva la pena cercarlo li, soprattutto dopo una sbronza.

Scese le scale senza tentennamenti e suonò il campanello del suo domicilio, era tesa, ma determinata. Nessuno rispose, cosi Iris iniziò a bussare insistentemente, fino a farsi male alle nocche e fu proprio l'uomo ad aprire la porta. Sembrava sorpreso, era spettinato, con gli occhi rossi e gonfi. La faccia era segnata dal sonno e dalla ubriacatura della sera precedente. La guardò disorientato. Sembrava stentasse a metterla a fuoco.

«Se hai pensato anche solo un secondo di potermi dominare, farmi sentire impotente e indifesa, ridurmi al silenzio sappi che hai fallito. Non mi nasconderò, non cambierò mai le mie abitudini per te» disse senza timore, guardandolo dritto negli occhi.

Lui era visibilmente stordito, forse era la prima volta che una donna gli parlava in quel modo. Si passò una mano tra i capelli, ma non disse nulla. Aveva sentito ogni singola parola, ma forse cercava ancora di elaborarne il senso.

«Stammi alla larga o pagherai per le tue azioni, in un modo o nell'altro» terminò.

Iris risalì a passo svelto nel suo appartamento. Si sentiva più leggera, non poteva denunciarlo, ma avrebbe difeso a ogni costo il suo diritto a vivere senza paura. Si chiuse la porta alle spalle e si sentì scioccamente invincibile. Era in fondo una piccola vittoria, per qualcuno che aveva sempre trattenuto le proprie emozioni. Fu in quel momento che realizzò che tipo di donna avrebbe voluto essere. Una donna forte e libera, proprio come sua madre e come sua sorella.

Quel giorno lei e Candice avrebbero avuto serata libera, il meteo non prometteva nulla di buono e il proprietario dell'Eden aveva deciso di tenere chiuso il locale. Iris decise che avrebbe cucinato per l'amica e proposto un pigiama party. La sua vita sarebbe continuata come sempre.

Erano circa le venti di sera e le due coinquiline stavano cenando davanti alla televisione con pollo alla piastra e patatine. Il presentatore del telegiornale regionale già nel titoli iniziali aveva annunciato che la forte ondata di maltempo, che dalla sera prima aveva investito buona parte del Paese, avrebbe flagellato l'intera regione con ancora maggior intensità per almeno altre ventiquattro forse quarantotto ore, mettendo a rischio il sistema dei trasporti pubblici. Venti minuti dopo il metereologo presente in studio, con l'ausilio di cartine, grafici e percentuali, testimonianti la violenza dei temporali e la forza del vento, aveva sconsigliato alla cittadinanza di mettersi in viaggio e se possibile di rimanere al riparo nelle proprie abitazioni, in attesa di vedere l'evoluzione della perturbazione.

The night drowns in dawnWhere stories live. Discover now