CAPITOLO 43 - QUELLA PIETRA

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Era stato Menkidor a prepararle tutto l'occorrente per un bagno caldo. Nella stanza accanto alla sua, il soldato aveva allestito un'enorme tinozza di legno ricolma d'acqua ed erbe profumate. Nell'ambiente aleggiava un'aroma intenso. Inspirò profondamente, riempiendosi i polmoni e abbandonandosi al benessere che quel profumo così speziato le causava. Quella inaspettata attenzione faceva risultare quel luogo, rischiarato solo da tremule lanterne, un po' meno lugubre, nonostante le finestre sbarrate e le ombre dai contorni sfumati sulle pareti.

Si spogliò, facendo scivolare il suo vestito a terra e si immerse lentamente, godendosi quel momento tutto per lei. Chiuse gli occhi, rimanendo immobile e lasciando che le tensioni si disperdessero da sole in quel piacevole tepore e iniziò a fantasticare.

Si ritrovò inspiegabilmente a pensare a Nemiah, a quel tuffo liberatorio dalla cima della cascata, ma anche a quanto la sua testardaggine gli fosse quasi costata la vita in quella stessa grotta. Aveva dell'incredibile come non riuscissero mai a trovare un vero punto d'intesa, ogni volta che facevano un passo avanti verso una sorta di equilibrio, si ritrovavano a farne almeno due indietro verso il baratro. L'attrito tra di loro era inevitabile, ma era qualcosa di autentico e profondo, qualcosa che la faceva sentire libera di essere sé stessa. Non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma forse sarebbe stato più facile essere innamorati di qualcuno come Nemiah, perché tra di loro, nel bene e nel male, non ci sarebbe mai stato alcun filtro, si sarebbero urlati in faccia le loro verità.

Solo Hektrien però le toglieva il sonno e la costringeva ad amarlo, a prescindere che quel suo sentimento fosse corrisposto o meno. Quando pensava a lui, quel sentimento le attraversava il corpo da capo a piedi e poco importava se la sua esistenza fosse avvolta dal mistero e se spesso le incutesse soggezione con un semplice sguardo, prima o poi ce l'avrebbe fatta a dirgli tutto ciò che le passava per la testa.

Forse é solo un'illusione, lo desidero solo perché è irraggiungibile. Devo rivederlo, devo sapere.

Si toccò sovrappensiero il petto nudo e non trovò il suo medaglione, lo aveva ancora Nemiah e lei l'avrebbe recuperato a ogni costo.

Fu proprio in quel momento che fu riportata alla realtà da una singolare sensazione, era come se qualcosa l'avesse sfiorata all'altezza del ventre. Spalancò gli occhi, non era pronta al prodigio che si ritrovò davanti.

L'acqua aveva preso le sembianze di una minuscola danzatrice, che scivolava leggera ed eterea sulla superficie, facendo piroette e inchini a un pubblico invisibile. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, le sembrava quasi che quella ballerina fatta di minuscole gocce e di luce le somigliasse un poco. Solo quando questa si dissolse, increspando leggermente l'acqua, si guardò attorno in cerca di una spiegazione razionale a quel momento di pura poesia, ma non c'era. Forse stava impazzendo o aveva di nuovo perso il controllo sui suoi misteriosi poteri.

Iniziò a lavarsi, strofinando con delicatezza la pelle con una pezza di stoffa troppo ruvida per i suoi gusti e uscì dalla tinozza rigenerata. Si rivestì con calma, si risistemò il borsello in vita e si fece una lunga treccia ordinata, indossò le scarpe basse e uscì al piano, diretta alla sua stanza. La curiosità l'avrebbe spinta a cercare risposte, ma non conosceva quel luogo e temeva di imbattersi in uno dei soldati senza volto. Non le era piaciuto come l'avevano squadrata al suo arrivo, come se fosse un fenomeno da baraccone. Forse si aspettavano una Principessa, degna di tale titolo e non una stracciona con i capelli in disordine e il viso sporco di terra.

Hektrien era lì in corridoio, accanto a Fidian, a cui fece cenno di andarsene. Quello le strizzò l'occhio e sparì in una delle tante stanze.

Il Generale aveva la mascella serrata e le braccia tese lungo il corpo. Si bloccarono nello stesso istante, occhi negli occhi. La ragazza non si sarebbe lasciata sfuggire quell'occasione, illudendosi che se si fossero ritrovati lontano da sguardi indiscreti quella sua maschera di indifferenza sarebbe caduta.

The night drowns in dawnWhere stories live. Discover now