Il Bosco

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Ho scritto questa One shot da fuori gara perché mi piaceva così tanto l'immagine proposta dal MaidireTEAM che loro, me l'hanno gentilmente concessa.

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Aprii la porta color legno chiaro, come ogni mattina da diversi anni a questa parte, ma la stanza era vuota senza nessuna motivazione. Il letto era rifatto, il vassoio del pranzo conteneva solo briciole di pane e la tazza del tè era vuota. Lui sarebbe dovuto essere lì, come sempre, ma non c’era. Che fosse andato al bagno? Controllai, non prima di aver bussato, ma non lo trovai nemmeno lì. Guardai nell’armadio e il suo vestito preferito non era appeso al suo interno come al solito, così come le sue scarpe marroni. Allora mi recai da uno dei miei colleghi e gli chiesi se lo avesse per caso visto. La risposta negativa fece aumentare il mio livello d’ansia. Mancavano solo poche ore alla partenza e lui non c’era. Dannazione, perché non poteva essere già passata quella festa? Avrei avuto il mio meritato riposo e la mia ritrovata calma interiore. Invece no, ero preoccupato e stressato, come se già non fossi stanco di mio. Andai allora dal mio collega più anziano e gli dissi che avevamo un problema. Un grosso e rosso problema. “Cosa è successo stavolta?” mi domandò, alzando lo sguardo dalla lista che stava leggendo. Subito dopo, abbassò leggermente gli occhiali per fissarmi, il tanto che bastava per mettermi a fuoco; e a disagio aggiungerei. “È sparito. Mi sono perso Babbo Natale!” risposi aspettandomi che la notizia creasse il caos, come poi in effetti fu.

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23 dicembre 2023. La data, impressa sopra il calendario nella mia stanza, impietosa, non mentiva. Era cerchiata di rosso, appena sopra il 24, quella che doveva essere a tutti gli effetti la mia data ufficiale. Era dalla mattina che il mio sguardo vi cadeva sopra. Mancava solo un giorno e ancora non avevo ricevuto nessuna lettera. Perché nessuno mi aveva scritto? Era davvero la fine e nessuno si ricordava più di me? Il mondo era diventato sterile ai sogni e mi aveva scordato? Dimenticato, cancellato, accantonato, messo da parte, deposto, finito nell’oblio. Avevo atteso fino all’ultimo, ma adesso non riuscivo più a sopportare. Mi sentivo davvero inutile, stavo quasi per arrendermi alla realtà quando decisi che no, non potevo accettarlo e quindi sarei andato in giro per la Terra a cercare qualcuno che ancora credesse in me. Così mi tolsi il pigiama e dopo essermi lavato, indossai il mio abito preferito, quello con cui tutti mi conoscevano: il mio caro completo rosso e bianco, che mi stava un po’ grande perché ero leggermente dimagrito. Dicevano che stavo ingrassando troppo e mi avevano consigliato di stare a dieta, ma vorrei vedere voi se trovaste sul tavolo latte e biscotti in ogni casa in cui entrate! Non potevo non mangiarli, sarebbe stato davvero scortese da parte mia. Inoltre, sì, durante l’anno non vestivo sempre così, avevo anche abiti normali. Ero, diciamo, in borghese. Ma stavolta volevo la mia divisa. Così dopo averla indossata mi apprestai a uscire. Dovevo fare pianissimo e passare inosservato, altrimenti quei fastidiosi aiutanti non mi avrebbero lasciato fare. Erano carini e gentili, ma assai impiccioni e avevano paura per me. Ma io dico, benedetti ragazzi, dovrei essere il vostro capo e dovrei poter fare quello che voglio. Invece me li ritrovo appresso come piccoli genitori ansiosi timorati dal mondo. Ma, come ho già detto, stavolta si fa come dico io. Così ho aperto piano la porta della mia stanza e quatto quatto, con le mie scarpe in mano per non fare rumore, mi sono diretto verso l'uscita. Per fortuna erano tutti indaffarati e di corsa, così fu facile per me sgattaiolare via, aprire la porta principale e uscire sul patio. Ammirai lo spettacolo per due secondi, portandomi le mani sui fianchi e respirando a fondo quell'aria cristallina e gelida. Una nube bianca, di condensa, si allontanò dalle mie labbra appena espirai. Tutto intorno, la neve rendeva il mondo più silenzioso coprendolo col suo manto bianco e il sole scintillante rendeva il tutto ancora più luminoso. Il tempo perfetto per il Natale! Mi infilai lesto le scarpe e scesi le poche scale che mi separavano dal prato innevato. Facendo attenzione, feci il giro della casa andando sul retro per prendere la mia slitta e le mie renne. Con l'entusiasmo di un bambino, già mi immaginavo librarmi nel cielo insieme al mio caro e fedele Rudolf e alle altre renne. Anche lui adorava correre per portare con me i doni e si sentiva davvero fiero del suo grande naso rosso e luminoso. Grande fu la mia sorpresa quando non le trovai. Dove sono le mie renne? Che me le abbiano rubate? E se fossero in pericolo? Poi mi ricordai che il giorno prima c'era la consueta manutenzione, perché non potevo certo rischiare di rimanere a piedi con tutti quei doni da consegnare. Perciò mi rassegnai a camminare. Tutto sommato ne fui contento, era da tanto che non lo facevo! Non in pace perlomeno. Mi allontanai camminando sulla neve fresca e fui felice che nessuno ancora si fosse accorto della mia assenza. Dannati fastidiosi aiutanti!

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