Epistolario

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Questo progetto è di FilippoPiersanti nella sua raccolta Epistolario. Andate a dargli un'occhiata 😊

Ciao Filippo, oggi guardavo il calendario e così mi sono ricordata che questa domenica sarà quella di Pasqua. Qui dove vivo io è usanza nei giorni precedenti svuotare le uova, che verranno utilizzate in dolci preparazioni, e decorare i gusci. Oppure bollirle in acqua colorata così che diventino sode e colorate anche all’interno. Le case e i giardini sono stati decorati con uova di ogni dimensione e colore, ma anche con raffigurazioni di conigli. Alcuni alberi sono diventati un po' come quello di Natale ma con uova al posto delle solite decorazioni e vengono chiamati Osterbaum. Così, ho deciso di raccontarti di un personaggio molto amato dai bambini qui in Germania: der Osterhase, il coniglietto pasquale. A volte lo trovi raffigurato sotto forma di coniglio, altre è più simile a una lepre. Lui arriva e depone uova colorate nei giardini, nei parchi, nelle case. I bambini aspettano con ansia di poter fare questa caccia al tesoro. Si usa nascondere sia uova sode, che di cioccolata. Una volta ne è stata organizzata persino una dalla città e le uova trovate avevano all'interno dei grossi premi. Abbiamo partecipato in tantissimi.
Ma dove viene il coniglietto pasquale? E perché le uova sono colorate? Un coniglio non fa le uova, perbacco! Però tutto ha una possibile spiegazione.
Sia il coniglio che l'uovo sono simboli di fertilità e nuova vita. E poiché la risurrezione di Gesù si celebra a Pasqua, è del tutto appropriato.
Nell'antichità la lepre era il simbolo di Gesù, infatti l'immagine di tre lepri si trova in molte chiese: in questo decoro, tre lepri sono disposte in cerchio in modo che le orecchie di ciascun animale siano anche le orecchie degli altri due. Questo è un simbolo della Santissima Trinità. Quindi anche questo ha perfettamente senso.

(Le immagini allegate andrebbero qui)

Sai che le lepri sono capaci di dormire con gli occhi aperti? Per questo motivo sono diventate il simbolo di chi è risorto e non dorme più.
Anche nei tempi antichi, la lepre era una compagna costante della dea della terra Holda, alcuni dicono della dea Ostara, ed era considerata una guida per il paradiso. Anche questo ben si adatta alla celebrazione della risurrezione.
Il coniglietto pasquale è stato citato per la prima volta per nel 1682 dallo scienziato tedesco von Franckenau. Nel suo testo "De ovis paschalibus" raccontò della lepre e delle uova che essa deponeva. Si sospetta che avesse scritto tutto ciò, proprio per scoraggiare il consumo di uova durante la quaresima.
Ma perché il coniglietto pasquale porta proprio le uova e non per esempio, carote?
Anche qui ci sono diverse teorie:
Nel Medioevo i contadini dovevano pagare i proprietari terrieri per poter utilizzare la loro terra. Tutto questo avveniva durante la Settimana Santa e spesso il pagamento era effettuato con il cibo, ovvero conigli e uova.
In passato non era consentito mangiare nemmeno le uova durante la Quaresima. Però le galline continuavano a deporle e si accumulava una grande scorta , che veniva poi mangiata a Pasqua.
Le uova quindi, per conservarsi al meglio, venivano bollite e colorate per distinguerle dalle uova crude e consumate così prima delle altre. Il colore preferito a quel tempo era il rosso perché rappresentava il sangue e la sofferenza di Gesù.
Si dice anche che in realtà il coniglio nasca da un dolce a forma di agnello, una torta al limone molto buona, che deformandosi in cottura divenne più simile a una lepre.
Io, indecisa su quale sia la verità, me le tengo tutte per buone. In fondo, il fascino di certe tradizioni è proprio il mistero, non credi anche tu?
Sai, ho scoperto infine, che al pari di Santa Klaus, anche il coniglietto pasquale ha il suo indirizzo! Se gli scriverai il prossimo anno, riceverai una graziosa risposta. Ti lascio il suo indirizzo, se mai qualcuno volesse far sorridere i bambini:
Hanni Hase
Am Waldrand 12
27404 Ostereistedt

Ti lascio inoltre il link di uno spot pubblicitario molto tenero, creato per un supermercato. Una piccola opera d'arte sul coniglietto pasquale che nasconde altri due significati. Guardalo, giuro che non te ne pentirai!

https://youtu.be/nd1MrTqnDd0?feature=shared

E da te? Ci sono usanze o leggende particolari? Ti auguro una Pasqua meravigliosa, felice e colorata! E occhio ai coniglietti 😊

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4 Aprile
Teramo

Carissima Hailey,
è stata una buona Pasqua, davvero. Scusa se ti scrivo così tardi, avuto tanti pensieri a ingombrarmi le giornate. Spero abbia avuto anche tu delle serene festività.

Interessante la storia del coniglio; qui da noi ha un ruolo secondario, rispetto all’agnello.
In tutta sincerità, non ne so molto della storia del coniglio. Piuttosto, posso parlarti delle tradizioni culinarie della mia zona; ho avuto modo di sperimentarle e me ne sono pentito mai?

No!

Cominciamo con la settimana santa; il sabato sera si servono le mazzarelle. È ancora quaresima, per cui la carne sarebbe un tabù; eppure, le mazzarelle sono sdoganate, sebbene siano pezzi di polmone, cuore e fegato di agnello, tritati e mescolati con erbe e sigillati nelle foglie dell’indivia con il budello ( ripulito con un procedimento arcano e un po’ rivoltante ).
La descrizione potrà farle parere poco invitanti, ma le lingue dei teramani pensano l’opposto. È uno dei piatti più prelibati e riappare a colazione la mattina di Pasqua.
Infatti, prima di collassare sotto le portate del pranzo, ci si rimpinza ( dopo le dieci )  con le mazzarelle, con le uova sode e benedette ( si colorano i gusci e si fanno benedire dal prete, a messa ) e con la pizza di Pasqua, una delle protagoniste delle nostre tavole. A casa mia ce n’erano due varianti: una dolce, con anice e canditi, una sorta di panettone; e una salata, una specie di pagnotta al pecorino, mescolato con l’impasto. Quest’ultima non si sente spesso a Teramo. È tipica di alcuni paesini nel nord della provincia, Ancarano, in particolare, della bassa Umbria e dell’alto Lazio. Mia madre l’ha fatta ed è uno spettacolo.
Ma veniamo al dunque! A pranzo, tra gli antipasti ricordiamo volentieri le stesse cose già nominate per la colazione, a cui si possono facilmente aggiungere taglieri di formaggi, salami, la pizza pasqualina ( nota un po’ in tutta Italia ). il capolavoro indiscusso è ( varia di casa in casa, qualcuno preferisce fare altro, ad esempio i tortellini ) il timballo. Chi lo vuole sminuire lo definisce una variante della lasagna. In effetti, non sono molto lontani; il timballo non si fa con la sfoglia ma con le scrippelle e il suo sugo è arricchito dalle pallottine.
Per secondo appare l’agnello; alcuni lo fanno al forno, altri lo friggono in forma di cotoletta ( tuttavia, non si usano  le fettine, bensì la carne del costato ).

A Pasquetta non abbiamo vincoli, ma la grigliata è scelta frequente e sempre gradita. Personalmente, posso parlare degli arrosticini ( guai a chi li chiama spiedini di fronte a un teramano, potrebbe rimanerci male ); sono stato tutto il pomeriggio di fronte alla brace e alla sera puzzavo di agnello, ma dettagli.

Beh, spero di averti invogliata a visitare le magiche terre d’Abruzzo, sono piene di porcherie alimentari, soprattutto in periodo pasquale.

Ti auguro un buon fine di settimana e un lieto smaltimento delle tante uova ( qui ci vorrà del tempo ).

Saluti belli,
Filippo










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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 05 ⏰

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