Prologo

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"mia regina, i ribelli sono vicini, deve scappare" "non posso, i miei doveri vanno oltre la mia salvezza, devo lottare, se necessario, per la libertà dei miei sudditi" "ma la sua bambina..." "lei è l'unica che metteremo in salvo, partirò subito, la porterò in un posto dove non potranno mai trovarla, avviserò qualcuno per la sua protezione, la terranno sempe sott'occhio senza farglielo notare, mi fido ciecamente delle persone che si occuperanno di tutto, puoi stare tranquillo".

Sono vicini, ci stranno seguendo, devo tener duro per amore della mia piccola bambina e per amore del mio popolo. Ma come? sono le mie guardie? non è possibile, mi sono sempre stati vicini, da quanto tempo stavano macchinando contro il mio regno, perchè, sono confusa ed esausta, devo confonderli, non possono sapere dove lascerò mia figlia, forse posso farcela ad aprire un varco, un passaggio per un'altra dimensione, ci vuole più forza di quella che pensassi, sono più vicini, sento i loro passi, devi sbrigarmi.

Questo posto sembra tranquillo nonostante la pioggia, ci vorrà un riparo, non posso farla morire di freddo, qui sembra perfetto, semra il giaciglio temporaneo per questo tenero batuffolino. "non piangere piccola, la mamma verrà presto a riprenderti, ma comunque vadano le cose ricorda che ti amo più della mia stessa vita, sei la luce che illumina le mie giornate, è un colpo al cuore doverti lasciare, io sto solo cercando di proteggerti, perdonami". Corro e scappo, non mi volto indietro, non posso, non riuscirei a lasciarla, è la cosa più preziosa della mia vita, anche più del mio titolo, più della mia stessa esistenza, suo padre sarebbe fiero di avere una figlia così speciale, mi manca, non posso piangere adesso, devo essere forte per lei, per noi, per il futuro di Atlantis, per il futuro della mia gente.

"eccoti cara regina, così piccola e fragile, ohoh ma dove hai lasciato la tua splendida bambina?" "non sono affari tuoi Brayan, non te lo dirò mai" "ed ecco perchè verrai punita dal nostro nuovo re, per la tua insolenza, per la tua aggressività e per esserti fidata di persone estranee alla corte più tosto che a me, il tuo fidato consigliere. Oh regina Alessyia, te ne pentirai".

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Sono Avril,e questa è la mia storia, annoto tutti i giorni ciò che mi succede, quello che mi rende felice o triste, lo psicologo affermava che mi sarebbe servito per affrontare i miei problemi, più che una terapia è una cura. E' più di due anni che non vado ad una seduta, non lo ritengo necessario, ormai sono cresciuta, la rabbia che avevo d piccola è passata. sono sempre stata una ragazzina complicata, sono passata da una famiglia affidataria ad un'altra, fino all'età di 18 anni, quando ho deciso che forse era il momento di vivere per coto mio. Oggi è il mio primo giorno d'università, ho vent'anni, sono un po in ritardo ma non avendo nessuno ho dovuto lavorare per mettere da parte qualcosa per la retta e i materiali. "letteratura", questa è la facoltà che ho scelto, quella che ho sempre deesiderato, ecco perchè non mi pesa scrivere tutti i giorni, è quello che ho da sempre voluto fare, la scrittrice.

"ciao, io sono Maj e lei è June, segui anche tu il corso del Prof. Miller?" mi sento dire dalla ragazza strana accanto a me, "ehm sì, comunque piacere, io sono Avril, piacere". Dopo le tre ore più pesanti della ma vita le mie nuove amiche mi invitano a prendere un caffè alla caffetteria dietro l'angolo ed io accetto volentieri, anche se ormai vedo quel posto tutti i giorni da due anni, è il posto in cui lavoro. Entriamo, saluto Carla, oggi tocca a lei il turno del mattino, prendo un vassoio e porto al tavolo tre caffè espressi e dei pasticcini e chiacchieriamo per più di un'ora, in questo poco tempo ho potuto conoscere un pò meglio le ragazze che avevo davanti, è stato divertente, sono sempre stata molto solitaria e non ho molte amiche, mi farà bene ridere e scherzare un pò, in fondo lo merito. Maj è una gra chiacchierona, ha gli occhi grandi, verdi e i capelli biondo cenere, mi ha raccontato che in un momento di pazzia ha tinto qualche ciocca rosa, ma non le sta male, sembra il suo colore, e poi è allegra e divertente, credo che andremo d'accordo. June è più silenziosa ma si vede che è una ragazza dolce, ma molto timida, ache più di me, ha gli occhi blu, come il cielo notturno e i capelli color caramello, con qualche riflesso più chiaro, è alta, più alta di me di almeno 7/8 centrimetri ma non importa, domani sera quando usciremo metterò i tacchi, sperando che anche lei non faccia altrettanto.

Sono stanca, anzi, di più, ho lavorato tutto il pomeriggio e ho studiato fino ad adesso, sono le 01.30 e domani è un altro giorno pieno di impegni, non vedo l'ora di addormentarmi e riposare un pò.

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Di nuovo quegli incubi, non ce la faccio più, sono sempre gli stessi, da anni ormai, mi inquetano, sembrano più veri, e più passa il tempo più si arricchiscono di dettagli strani, sembrano ricordi ma no possono esserlo, ero piccolissima quando mi hanno trovata in un monastero sotto una panca, non posso ricordarmi dettagli così precisi di qualcosa, è umanamente impossibile. Nel sogno sto scappando da qualcuno, corro più veloce che posso ma ad un certo punto mi blocco, davanti a me c'è una donna, bellissima, sembra assomigliarmi, stringe un fagottino, sento un pianto, assordante e la donna sparisce dietro un muro, la seguo, ho bisogno di sapere chi è, niente porte, solo mattoni, duri, scuri, fa male, mi sembra di impazzire, sento dei passi avvicinarsi e ricomincio a correre, sto scappando, vogliono me, lo sento, vogliono uccidermi. E puntualmente mi sveglio in un bagno di sudore, stravolta e più stanca di prima, come se avessi corso veramente. Sono solo le 7.00, meglio farsi una doccia, il buon giorno si vede dal mattino e se io dovessi cominciarlo empre così sarebbe sicuramente un disastro.

E' sabato, oggi non c'è lezione, ho anticipato il mio turno in caffetteria, stasera dovrò uscire con le ragazze e nel pomeriggio dovrei andare a fare un pò di shopping, non esco da un pò e non so cosa mettere.

Avril e il regno perdutoWhere stories live. Discover now