Tra perdono e tentazione

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In un'epoca antica, angeli e demoni erano in costante conflitto tra loro.
Le guerre erano sanguinarie e le vittime erano esponenziali da entrambe le parti.
Ma un giorno entrambe le parti decisero di mettere fine a tutto l'icore versato.
Strinsero un patto, ma era difficile se non impossibile fermare la rivalità tra angeli e demoni.
Così, i capi, invece di diminuire le file avversarie, decisero di aumentare le proprie.
Bastava un briciolo di peccato nel cuore degli angeli per poterli condurre nelle vie infernali e trasformarli in demoni.
Ma bastava anche un solo atto di pietà dettata dalla bontà per garantire un demone all'ascesa celeste che lo avrebbe reso un angelo.
Così, nel presente, la guerra tra angeli e demoni divenne una gara a chi riusciva a portare a sé i membri avversari.
Il rischio era comune.
Ma c'era un fattore non da ignorare che le due fazioni non avevano preso in considerazione, un fattore umano ma molto più potente di qualsiasi arma. L'amore.

Nei cieli era vietato innamorarsi poiché avrebbe condotto alla lussuria, avrebbe acceso il desiderio che avrebbe tolto la purezza di un angelo.
Anche all'Inferno era vietato innamorarsi, poiché sentire qualcosa al di là della passione carnale avrebbe condotto i demoni sulla strada della bontà, della pietà, della misericordia, poiché l'amore tirava fuori la parte migliore anche di un demone. 

La pena che spettava a chi si innamorava era estrazione della fonte di potere.
Agli angeli sarebbero state tagliate le ali e la loro luce interiore, ciò che donava loro potenza e gloria.
Ai demoni avrebbero tagliato la coda e strappato le zanne, impedendo loro di mutare nella loro forma più letale.
Tolti questi simboli, l'essere rimasto sarebbe stato provato della forza vitale e sopravvivere era pressoché impossibile.

Ma se l'amore era reciproco e ricambiato, le cose andavano ancora peggio, perché la pena era la morte istantanea.

E questa è proprio la storia di un amore impossibile tra due esseri opposti. Due esseri che si sono scambiati il cuore. Due esseri che non hanno potuto far altro che innamorarsi.
L'Angelo Iahhael e la Demone Telalia.

Iahhael era un Angelo molto conosciuto nel cielo. Fiero, imponente e bellissimo. Era dotato pure di una spietatezza senza limiti, un portamento deciso e una luce interiore assai splendente.
Lui era colui che aveva convertito e portato nel cielo il maggior numero di demoni. Il cielo si era incrementato tanto grazie a lui e gli altri celesti non potevano che esserne grati.
Invece, nelle profondità dell'Inferno, acclamavano il suo opposto, la sua nemesi, la sua controparte, Telalia. Questa demone aveva strappato dal cielo la stessa quantità di angeli di Iahhael ed era senza dubbio tra i demoni più pericolosi e malvagi.

Tutto iniziò quando si incontrarono per la prima volta.
Iahhael sapeva che se avesse portato in cielo Telalia avrebbero avuto un grande vantaggio sui demoni.
Infatti, le creature dell'inferno avrebbero perso la loro arma più forte.
Non poteva mandarci altri suoi fratelli, sarebbero stati corrotti. Per Iahhael non era questione di vanto essere il migliore e considerare la sua superiorità. Era un semplice dato di fatto di cui era perfettamente consapevole.
Non si sarebbe mai immaginato che anche Telalia volesse fare la stessa cosa per incrementare e superare finalmente gli angeli.
L'Angelo discese dal cielo e ritrasse le ali. Si mescolò tra gli umani e iniziò a cercare Telalia. Di lei aveva solo sentito parlare e ottenuto vaghe descrizioni. Ma Iahhael sapeva che l'avrebbe riconosciuta. Infondo percepiva la presenza dei demoni.
Si trattava di un aura che solo gli Immortali possedevano. Gli angeli vantavano della luce interiore che non solo era un rilevatore, ma anche una fonte di potere che garantiva loro la forza. I demoni, invece, avevano un'aura maligna, simile ad una nebbia perenne che li circondavano perennemente e più la nebbia era densa, più era difficile condurli sulla strada della luce.

«Come sei luminoso, angioletto. Scommetto tutti i miei beni che tu sei Iahhael.» sussurrò una voce all'orecchio dell'angelo.
In quel momento lui seppe che il gioco aveva inizio.
Iahhael aveva atteso appositamente in quel pub, di notte, sapendo che era l'orario preferito dei demoni. E quando i loro poteri avevano più influenza.
Era una strategia dell'angelo far finta di abbassare la guardia.
Iahhael si voltò verso la fonte e trovò davanti a sé la demone.
Telalia era dotata della tipica bellezza demoniaca: trasudava sensualità e calore. Sembrava poter promettere qualsiasi cosa di piacevole e dolce con un solo sguardo. Sembrava poterti condurre ovunque il cuore desiderasse.
Se fosse stata un tipo di politica sarebbe stata senza regole, sarebbe stata l'anarchia.
Se fosse stata un sapore sarebbe stata il piccante.
Se fosse stata un elemento sarebbe stata il fuoco.
Se fosse stata una sensazione sarebbe stata la libertà.
Bastava cadere nel suo incantesimo per finire nel suo turbine di peccati, ma Iahhael era sveglio e non ci sarebbe cascato. Non avrebbe accettato una promessa perché non voleva niente di tutto ciò.
«Telalia, giusto? È un piacere conoscerti.» le disse allungando una mano. Le sorrise con gentilezza.
«Piacere tutto mio.» sussurrò lei sollevando gli angoli della bocca dalle labbra rosso sangue.
La mano aggraziata della demone accettò quella dell'angelo, ma con l'altra gli accarezzò il dorso dove si sentivano sotto i polpastrelli le vene e le ossa di lui.
Iahhael non la ritrasse, anche se sapeva che gioco stesse facendo.
Sapeva che Telalia puntava sempre su uno dei peccati capitali e in un modo e nell'altro riusciva sempre a far cedere un angelo in uno di essi, macchiandolo per sempre.
«Hai una mano così grande e forte...» gli disse tracciando cerchi invisibili fino al braccio. Le ciglia di lei sembravano sbattere al rallentatore e lo sguardo percorse il corpo di Iahhael fino a giungere ai suoi occhi d'argento.
Iahhael non cedette. Posò l'altra mano sul polso di lei e disse:«Lavarsi tutti i giorni con l'acqua santa può fare miracoli alla pelle. Anche a quella di un angelo. Potresti provare.» la invitò.
Se Telalia era rimasta sorpresa dall'inefficacia, non lo diede a vedere. Aveva ancora altri assi nella manica.
«Angelo mio, c'è una parte oscura in te che aspetta solo di liberarsi, non resisterai a lungo.» affermò convinta accarezzando il bel volto di Iahhael.
Gli occhi dorati di lei brillavano di sicurezza e determinazione. Il viso libero dai capelli rosso fuoco legati in una treccia elaborata, pulito e privo di alcun trucco. Tutta quella bellezza apparteneva a lei e lei soltanto.
«Così come so che ce ne è una buona in te.» replicò impassibile Iahhael.
«Non vincerai Angelo mio.» affermò la demone sicura di sé. E dopo tali parole scomparve in una nuvola di fumo.
Il piano di Iahhael era facile. Avrebbe resistito ad ogni tentativo di Telalia finché non si fosse stancata e si fosse arresa. Si sarebbe guadagnato il suo rispetto e solo allora avrebbe dato il colpo di grazia convincendola a passare nel regno dei cieli. Ci voleva solo pazienza.

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