Capitolo 3

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Prima di uscire dall'aula per dirigermi al corso di Letteratura, il professore mi fermò "Ragazzi" disse rivolgendosi sia a me sia al mio affidabilissimo (o forse non cosi tanto) e leale compagno.

Noi di rimando ci voltammo a guardarlo e inarcammo le sopracciglia come per dire Ci dica tutto prof! Forse non era proprio quello che avevamo dipinto sulle nostre facce, però doveva somigliarci molto.

"Che ne dite di far fare un giro della scuola alla nuova arrivata? Oggi è il suo primo giorno e immagino sia ancora disorientata" la chiamò con un cenno della mano e lei si avvicinò cauta a noi, come una fiammella docile e controllata. Non proprio l'impressione che mi aveva fatto prima, diciamo. Emise un flebile "ciao" accompagnato da un sorriso tirato. Si, era evidente che si stesse sforzando. Forse non si trovava a suo agio con dei ragazzi? Bah non ne capisco niente di donne io, figuriamoci Jack. Jack...sembrava essere rapito da quel viso minuto e appena il professore pronunciò la frase "Non preoccupatevi, avvertirò io il professor Clark" mostrò tutti e trentadue i denti. "Forza! Andate!!" ci incitò e ci chiuse la porta alle spalle.

Nel corridoio aleggiava un silenzio quasi sovrumano. Un brivido mi percorse tutta la schiena. E di nuovo una brutta sensazione si propagò dentro di me. Guardai con sospetto la ragazza e, prima che potessi dire qualsiasi idiozia che mi stesse passando per la testa, il mio amico si presentò. Sembrando pure parecchio impacciato.

"Ciao... ehm... Io sono Jake, Jake Marshall!" e le strinse la mano con forza, forse troppa forza.

Jake ti rendi conto che è una ragazza? Non la puoi stritolare come si fa con gli avversari prima di un incontro di football!!

"Ehm... è un piacere averti come nostra compagna di classe" e devo dire questa frase lo rese ancora più impacciato. Per troncare immediatamente questa commediola le strinsi anche io la mano "Piacere Noah" dissi solamente questo, credo bastasse no? In fondo i nostri cognomi li aveva sentiti almeno una decina di volte da quando era iniziata la lezione...

"Veer" disse concisa. La sua presa era bella salda ed irradiava calore dentro di me, come se avesse dato una piccola scossa elettrica. Quella stretta nascondeva una forza che non seppi descrivere immediatamente.

"Allooooora" dissi staccandomi da lei "Benvenuta nella HolyRoad High School, uno dei licei più importanti di tutta Edimburgo" allargando le mani per far vedere l'immensità di quel posto. Mi risultava difficile fingere di essere un tipo esuberante.

Fortunatamente Jake continuò il discorso per me, lui era molto più loquace.

Visitammo il cortile, il bel lago posteriore alla scuola dove alle volte si svolgevano le gare di resistenza e di nuoto, l'Aula Magna, il bar della scuola, i vari laboratori e infine la palestra. Entrando in quest'ultima non mi sentii particolarmente a mio agio. In un istante qualcosa di sinistro prese a muoversi dietro di me, oltre le grandi vetrate. Una paura primordiale iniziò a salire nel mio corpo, dapprima attraverso le gambe, poi arrivando al torace, alle braccia e...

"Noah? Noah?" Ringraziai per una volta la voce insistente e alle volte priva di tatto del mio compagno che mi portò alla realtà. "Tutto bene??" "Sisi va tutto bene" riuscii a riacquistare un po di autonomia. Scorsi un ombra scura sul volto di Veer che però tornò immediatamente alla normalità, sorridendomi. Questo si che era un sorriso forzato, peggio di quello di prima.

"Credo sia ora di andare a lezione" dissi, iniziando ad uscire dalla palestra.

Il resto della giornata trascorse tranquillo, o almeno così credevo. La nuova ragazza non faceva altro che fissarmi di nascosto, e non sapevo ancora se esserne felice o no. Insomma era una bella ragazza, ma sicuramente NON IL MIO TIPO. E poi, da come avevo già ben capito, qualcun altro se ne era invaghito. Jake al banco accanto al mio non faceva altro che fissarla, PER ORE.

Fortunatamente le ultime ore avevamo materie diverse da seguire e iniziai a sentirmi più a mio agio.

All'uscita da scuola sbattei accidentalmente contro la schiena di Gregor, facendolo quasi inciampare. Ma che fortuna...

"Ma guarda chi abbiamo, il sirenetto" disse con astio e tutta la sua 'banda', se così si può definire, iniziò a ridere. Eh, già. Erano un paio di anni che il signor SonoPienoDiVirilità, capitano della squadra di football della scuola, non trovava una vittima sacrificale nella sua monotona vita scolastica. Ed eccomi qui, un ragazzo mezzo cecato con la passione per il nuoto (che a detta sua significa essere un po' stramboidi) che vuole solamente vivere una vita ordinaria, ottimo!

"Devi stare più attento quando cammini sfigato"

Mi prese gli occhiali e me li gettò a terra. Cavolo se non vedevo nulla! Non avevo sentito il vetro delle lenti rompersi, buon segno, erano ancora intatti. Mentre mi chinavo per raccoglierli qualcuno mi prese per lo zaino e mi strattonò via. Sbattei all'armadietto di qualche studente e sentii un lieve dolore alla fronte. Poi una voce femminile interruppe quel momento di 'ilarità e di svago', o almeno era come si era giustificato Gregor più volte.

"Greg, per favore, basta far del male a quel povero ragazzo" Candice, la ragazza più dolce e incantevole che io abbia mai visto in vita mia era... La ragazza di Gregor?! Ma dai sul serio? Una bellezza sprecata, veramente.

Si era aggrappata delicatamente al suo braccio e continuava ad accarezzare la sua schiena per calmarlo. Come faceva a stare con un tipo così non me lo sarei mai spiegato, davvero. E a quanto pare era la notizia più sconcertante ricevuta fino a quel momento.

"Ma dai piccola, stiamo solo un po giocando" rispose lui, un po intenerito, nell'apparenza certo.

Approfittai di quel momento di stallo per recuperare i miei occhiali e catapultarmi immediatamente fuori dall'istituto.

"Quel figlio di..." udii indistintamente uscire dalla bocca di Mr.Macho.

Le mie gambe correvano a massima velocità verso il laghetto e appena lo scenario acquatico prese parte del mio campo visivo. La stessa sensazione di pace che mi coinvolgeva mentre mi immergevo prese possesso del mio corpo. Mi sedei su una sponda, aspettando l'arrivo di Jake.

Zzz Zzz. Il mio cellulare segnalò l'arrivo di un nuovo messaggio, del mio amico ovviamente.

'Accompagno Veer a casa, allenati pure senza di me' immaginavo mi avesse scritto, infatti il vero messaggio fu molto simile 'Una parola: VEER!!! Ci sentiamo dopo brò'

Si, era proprio quello che immaginavo.

Sospirai e rilassai tutti i muscoli del mio corpo, stendendomi su un praticello vicino la riva, avevo bisogno di un po di riposo.

Passò un ora, quando un ombra alla mia destra si tramutò in un essere mostruoso. Cavolacci marci putridi! Ok, non fu proprio quello che pensai, però rende bene l'idea.

SylphsWhere stories live. Discover now