Capitolo 4

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Ok, quello che pensai non era di sicuro una delle frasi preferite di mia nonna, non credo sarebbe stata fiera di me in quel momento. Cosa diamine sei? riuscii solo a pensare. Dal fango era emerso un essere grande almeno cinque volte me. Dalle sue braccia colava una sostanza melmosa e la sua bocca si distingueva dal resto del corpo per alcune pietrucce scheggiate e irregolari che si susseguivano a formare i suoi denti. Al posto degli occhi, due cavità nere poco più grandi della mia mano, si stagliavano sulla sua faccia. Sembrava volessero risucchiarmi. Il mio corpo era paralizzato di fronte quella bestia. Devo andare via di qui, SUBITO!

Mi pizzicai il braccio così forte da farmi quasi lacrimare. Il dolore mi restituì un minimo di buon senso. Mi alzai e iniziai ad aggirare il mostro. Lo so, avrei dovuto correre dalla parte opposta, ma le mie gambe proprio non ne volevano sapere di darmi retta. Così mi gettai nel lago, con tutti i vestiti addosso. Le dita mi iniziarono a formicolare al contatto con l'acqua. Il mostro però non si fece certo fermare dall'acqua, anzi continuò ad avanzare nella mia direzione e allungava le mani come a volermi intrappolare in una morsa letale. Allora decisi di nuotare dove l'acqua era parecchio più alta, li di certo non avrebbe saputo raggiungermi. Non vedendolo più per qualche istante mi rassicurai. La melma deve averlo trattenuto sul fondale.

Poi un qualcosa di viscido si arrotolò intorno alla mia caviglia sinistra e mi iniziò a strattonare sempre più in basso. Aprii gli occhi sott'acqua per mettere bene a fuoco la scena decisamente non rassicurante. Il mostro era diventato la melma stessa e le sue fauci si spalancavano proprio sotto di me. Disperato iniziai a tirare con tutta la mia forza, finché, oramai privo di energia, mi abbandonai a una preghiera silenziosa. Ero ancora cosciente, qualcosa che mi ricordò un vortice iniziò a risucchiare il mostro, che allentò la presa. Mi riuscii a liberare per miracolo ma avevo usato troppe energie, non riuscivo più a trattenere il respiro. Da quanto tempo sono qui sotto? fu l'ultima cosa che riuscii a pensare, poi andai anche io a fondo.

Mi svegliò lo scoppiettio di legna sul fuoco, si attivò prima l'olfatto, sentivo odore di castagno. Poi presi avidamente una boccata d'aria e tossii forte, stavo sputando acqua. Allora non stavo sognando. Non riuscivo a respirare bene. Poi aprii gli occhi e mi ritrovai sulla riva del lago, accanto a un piccolo falò. Ero quasi completamente asciutto. Dall'altra parte del fuoco vidi una persona da una corporatura minuta, che mi fissava con curiosità. "Veer?!" esclamai quasi alzandomi in piedi, ma mi girò la testa troppo forte e mi rimisi a sedere. I suoi occhi ambrati erano diventati luminosi, quasi gialli, quando pronunciai il suo nome, poi ritornarono alla normalità.

Aveva acceso lei il fuoco.

"Finalmente ti sei svegliato" disse, la sua voce sembrava più energica rispetto a prima, come si fosse accesa d'un tratto "Non è salutare fare immersioni a questi orari, è meglio se vai a casa"

"Immersioni?! Tu non sai quello che ho..." poi mi fermai un attimo a riflettere "E tu non dovresti stare a casa? Dov'è Jake?" il mio improvviso campanello di allarme per il mio amico svanì (quasi del tutto) alle sue parole "Tranquillo mi sta aspettando al cancello, io avevo dimenticato il quaderno di matematica in classe e... volevo godermi un po il panorama, quando ti ho visto agitarti sotto il pelo dell'acqua"

C'era qualcosa che non mi convinceva "Non sei brava a raccontare bugie... Te sai qualcosa vero? Riguardo a quella cosa" gesticolai, dovevo sembrare veramente fuori di me.

"Non so a cosa ti riferisci" ribatté secca.

"Guarda che io non sono Jake, non mi freghi mica" stavo avendo una certa difficoltà a mantenere calmo il mio spirito.

Insomma stavo per diventare la portata principale del mostro della Laguna, non posso mica stare calmo!!

"Ti ho già detto: è meglio se vai a casa" il suo tono era diventato autoritario e quasi mi intimoriva. Si alzò e se ne andò verso la scuola, lasciandomi solo come un imbecille.

Non avevo le forze per ribattere o fermarla, sembrava una vera e propria forza della natura.

Stava nascondendo di sicuro qualcosa, e io lo volevo assolutamente scoprire.

SylphsWhere stories live. Discover now