Una strana danza

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Fu proprio grazie alle luci, che un giorno, notai qualcosa di insolito. Stavo facendo una delle mie solite passeggiate notturne, sotto ordine del medico, quando, mentre stavo passando verso il palazzo dove abitava la "principessa Lavanda" (o almeno così la chiamavano in città), vidi Madeleine che danzava. E voi vi starete chiedendo... "Dov'è il problema in tutto ciò?" Il fatto è che non era sola. O forse sì. Mi spiego meglio. Stava danzando con qualcuno, che effettivamente non c'era, anche se a ogni passo il suo vestito ampio si schiacciava nelle parti in cui ci sarebbero dovute essere le mani dell'accompagnatore. In pratica, stava danzando con un uomo invisibile. Cercai di spiegarlo a qualcuno, ma nessuno mi credette veramente, anzi, mi presero per pazzo, come presumo stiate facendo voi. Ve lo giuro, stava danzando con qualcuno, di invisibile, certo, ma stava danzando con qualcuno. I giorni seguenti fui praticamente ossessionato da lei. Ogni volta che varcava la soglia e mi sguardava con quello sguardo enigmatico ma nello stesso tempo sorridente, cercavo di carpire il più possibile, anche se fallii miseramente. Anche quando aveva passato una brutta nottata, la vedevo che sorrideva sempre. Era come se indossasse una maschera, perennemente.
​Un giorno, dopo circa un mese dal suo arrivo, ebbi la possibilità di entrare nel suo appartamento. La padrona di casa era via per delle commissioni (per la prima da quando era a Parigi), allora colsi l'occasione. Salii le rampe di scale, estrassi dalla tasca dei pantaloni la copia della chiave (che tenevo sempre in scorta nel caso la signora Bernard l'avesse persa) e la infilai nella serratura. Un giro, poi un altro, e la porta si aprì, scricchiolando. Un lungo tappeto persiano copriva il lungo corridoio in parquet. La casa, nonostante fosse del '700, era tenuta molto bene. Appena entrati, si apriva il salotto, con un grande specchio molto, molto, molto antico, probabilmente del '300, un camino antistante lo specchio, un grande divano bordeaux affiancato da un tavolino in legno di abete e un mobilio dello stesso legno, che comprendeva: una grande cristalliera con piatti in ceramica decorati, una grande libreria con volumi provenienti direttamente dall'età dell'illuminismo e un piccolo armadietto, con sopra un centrino di pizzo e una matrioska. Decisi di proseguire attraverso il corridoio. Sulla destra vi era la cucina, con i fornelli, una piccola tavola rotonda, sempre in legno di abete, ed un mobile, dove, probabilmente, la giovane donna riponeva gli alimenti. In fondo al corridoio buio, però, intravidi un piccolo barlume. Armato di coraggio decisi di proseguire. Pian piano che mi avvicinavo il barlume aumentava, fino a diventare una vera e propria luce. Dato che non capivo da quale fonte provenisse, decisi di controllare infilando la mano. Un vortice. Vidi solo quello. Poi, il buio. 

La Danza InfernaleWhere stories live. Discover now