Capitolo 35 (5°). Un nuovo amore

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Silvia lo guardò dolcemente, si avvicinò a lui; improvvisamente Andrea aveva cambiato espressione, aveva uno sguardo assente, come se non fosse più lì, "Oh, davvero... è allora questo che... Dimmi, se puoi."

"Semplice: avevo dodici anni, il classico bambino figlio di ricchi, un po' viziato; tra l'altro i miei genitori erano abbastanza anziani, mio padre già sopra i cinquanta, mia madre quarantasette. Capirai quindi, figlio unico, le avevo tutte vinte... costrinsi mia madre ad uscire una mattina d'inverno per comprarmi il gelato e lei andò fuori strada per ghiaccio e morì sul colpo."

Disse queste cose senza guardarla, con quello sguardo assente che aveva quando ricordava.

"E' tragico Andrea e... Ilaria... come mai riusciva a calmare questa tua ferita?

"Perché era buona con me, è sempre stata buona, questo... lo devo ammettere. Sembrava capirmi, la vedevo mamma, con quella pancia, mamma che poi guardava nostro figlio, e lo guardava con amore, questo... era chiaro, amava ed ama Emanuele."

"Non amava però te."

"Sì, non mi amava, questo a dire il vero me l'ha sempre detto; fin da quando l'ho conosciuta. Ma io pensavo che fosse cambiata e che non lo volesse ammettere; durante la gravidanza era gentile con me e quell'affetto che mi dava anche se non era amore a me sarebbe bastato. Non ne ho mai ricevuto, anche perché non lo cercavo. Era la mia prima relazione. Ma lei diceva che avrei trovato un'altra donna che mi avrebbe amato... che mi avrebbe amato sinceramente... ma io non le credevo, volevo lei, non volevo saperne di altre."

Silvia a questa frase non rispose. Si avvicinò alla tomba, baciò l'angioletto e disse: "A presto piccolo mio", dopo tornò verso Andrea, gli fece cenno di seguirla e lentamente si avviarono verso l'uscita; era pensierosa. Ilaria aveva un modo di fare strano, ma le cose le diceva dirette; aveva profetizzato che un'altra donna potesse amare Andrea, cominciò a sentirsi in grado di amare ancora, quell'incontro con Nicola le aveva dato il motivo di sperare; forse doveva capire meglio cosa realmente ci fosse nel cuore di Andrea per poter pensare di amarlo. Lo guardò, perso nei suoi pensieri, sicuramente ferito per la madre, per il rifiuto di Ilaria e per chissà quali altre cose; si sentì vicina a lui, volle capire di più. Dopo qualche passo gli chiese:

"Perché non le credevi?"

"Perché non lo credevo possibile. Te l'ho detto: fino ad Ilaria avevo avuto solo avventure, nate o dall'alcool o dai soldi o da entrambi. Niente amore. Ilaria era la prima che mi trattava bene, forse ho confuso quella sua gentilezza con amore."

"Allora lei è stata sincera con te. Perché allora sei arrabbiato con lei?"

"Perché la verità più brutta me l'ha detta alla fine, quella verità che mi ha allontanato."

"Quella di Marco, intendi? Ma, scusa, Andrea io... più ci penso più non ci credo. Non come la intendi tu, cioè. Non nel senso di amore erotico. L'ho visto domenica questo Marco. Se tu sei un ragazzo... Marco è un bambino rispetto a te. Come può Ilaria amare un ragazzo così immaturo? No, non è possibile."

"Eppure è fidanzato con Anna, te l'assicuro, li hai visti, si stanno per sposare."

"Sarà...", Silvia fece uno sguardo dubbioso; "forse Anna ci vede una specie di paziente, visto che mi hai detto che studia da medico. Ma, come donna... ma no, non credo che una donna normale possa amare Marco come uomo, al limite può tenerlo come peluche da compagnia. E' ancora piccolo, immaturo. A meno che non ci sia qualcosa che non so su di lui."

Andrea sorrise, in effetti, a pensarci... Silvia aveva sette anni in più di lui e dodici anni in più di Marco... e non solo! In più Silvia era stata sposata con un altro tipo di uomo; l'aveva visto Nicola quella mattina: Marco, confrontato a Nicola, a quella bellezza mediterranea matura, sportiva e abbronzata sì... faceva un po' la figura del peluche considerato anche che Nicola, molto probabilmente, aveva anche vent'anni in più.

Dolore e perdono (Parti I - VI)Onde as histórias ganham vida. Descobre agora