Prologo

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Mi chiedo se c'è mai una possibilità di fuga per uno qualunque di noi dal dolore e le sofferenze della nostra vita.
Stephen King, Dolores Claiborne

Ma allora – disse Alice – se il mondo non ha assolutamente alcun senso, chi ci impedisce di inventarne uno.
Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie

È già qualche giorno che penso a Emily. In verità, l'ho sognata e non so dire se questo mi faccia piacere. Era da un pezzo che non ricordavo più il suo viso e tantomeno la sua voce. L'ho raccontato a Barbera l'ultima volta che è venuto a trovarmi, ma lui ha fatto finta di niente e mi ha detto che tra due mesi andrà in Sicilia con sua moglie e che gli sembra di avere davanti due secoli. Hanno programmato questa vacanza da un anno e Barbera è un po' apprensivo. Pensa che qualche imprevisto dell'ultimo momento possa annullare il suo viaggio. Ci tiene da una vita, suo padre e sua madre erano di un paesino vicino Palermo e questa per lui è la prima volta in cui riesce a far fede alla promessa fatta ai suoi, quella di approfondire le sue radici italiane. All'epoca in cui ci siamo conosciuti era il tenente Barbera, con l'accento sulla e «come il vino», mi disse. Da allora di strada ne ha fatta e non credo che gli sia mai più capitato un caso come quello. Ecco perché preferisce non parlarne. A cosa servirebbe ormai? Dopo tanti anni...

È quello che continuo a ripetermi anch'io: dopo tanti anni, che senso avrebbe, Emily?

L'unico commento che ha fatto quando ho insistito sulla singolarità del mio sogno riguardante Emily è stato «Emily chi?» e si è acceso una sigaretta. Sono quelle a basso contenuto di nicotina, ma secondo me dovrebbe smettere del tutto. Lo scorso anno ha avuto un attacco ischemico, ma lui continua a fare finta di niente. Ha settantuno anni e dice sempre che se è arrivato a tre quarti di secolo, o quasi, può ben permettersi di ignorare qualche piccolo imprevisto.

«Barbera, ho paura. Ho una strana sensazione. È come se il passato facesse irruzione nel nostro tempo.»

Lui ha aspettato qualche secondo prima di aprire bocca e quando l'ha fatto è stato per parlare di nuovo del suo viaggio in Sicilia. Mi ha chiesto se è normale secondo me salire su un aereo, per la prima volta, a questa età. Naturalmente, non aspettava una risposta. La sua non era un'osservazione che ne pretende una, era solo per parlare di qualcosa. Non voleva commentare quello che gli ho detto. Ha paura anche lui. Con gli anni, ho capito che quando lo preoccupa qualcosa fa finta di niente. Come per le sigarette. Come per il mio sogno. Probabilmente vuole ricacciare Emily Sommers nel profondo passato da cui entrambi proveniamo. Ho anche pensato che preferisse ricordare Emily com'era, ma non sono certo che voglia davvero ricordarla se fa finta di non rammentarne neppure il nome.

Il fatto è che siamo stati segnati entrambi, non ne abbiamo mai più parlato fino a oggi e per la verità oggi sono stato io a nominarla, non lui. È un peccato che si rifiuti di parlarne. Solo con lui riesco a ricordare e ovviamente quando sono da solo. Con Barbera mi succede perché l'abbiamo condivisa nei particolari quella storia. Eravamo giovani e questo ci ha aiutato a sopportare gli eventi. Avevamo una vita davanti e la prospettiva di viverla in modo normale.

Ma è soprattutto quando sono da solo, come adesso, che ricordo tutto perfettamente. Anzi, il ricordo di quanto accadde a Gerico più di trent'anni fa mi accompagna costantemente. Soprattutto di notte. È allora che i ricordi si fanno troppo vividi, quando i rumori tacciono e il silenzio mi consegna solo il grido di quanti non tornarono, di quanti non seppero più ritrovare la strada. Di quanti pagarono in nome di una giustizia assurda e crudele. Una vendetta che ha lavato il sangue solo con altro sangue, facendolo scorrere per le strade di questa piccola città.

Hanno un sapore apocalittico questi ricordi. È curioso che con chiunque altro io parli del mio passato è come se un velo si posasse sulla mia memoria a coprire tutto quel periodo. Non riesco più a vedere gli eventi come si sono svolti veramente. È come se la presenza di estranei mi impedisse di rievocare quei fatti. Come se l'intimità e la gravità di quanto successe non volesse testimoni indiretti.

No. Non davanti a estranei.

Così dimentico. Tutto eccetto il suo nome. Quello il velo non riesce proprio a nascondermelo.
Emily.

Le giornate trascorse in solitudine, le nottate interminabili, mi riconsegnano tutto di lei: Emily che sorride. Emily che provoca. Emily che soffre. Emily che ignara della pericolosità dei suoi pensieri sogna qualcuno che la protegga. Emily che ritorna. Nei miei sogni. E forse nei sogni di quanti comprendono, come me, che qualcosa sta tornando. E che qualcuno a Gerico sta soffrendo, ma sopporta il dolore presagendo che presto finirà. Ne è certo di questo come del fatto che giustizia sarà fatta perché è così che devono andare le cose quando non c'è altro modo per fermare la sofferenza.

Non c'è altro modo qui a Gerico.

EmilyWhere stories live. Discover now