3. Gocce di sole.

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«Darling, it is no joke,
this is lycanthropy
The moon's awake now,
with eyes wide open»
- Shakira

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Brividi percorrono il corpo di Heloise, la giovane sirena che non sa più da che parte nuotare.

Più si allontana da Atlantis, più si sente sola e smarrita: non ha dove andare, non sa a chi chiedere aiuto e dubita che qualcuno potrebbe mai accoglierla da qualche parte, cosa potrebbe mai offrire lei in cambio?
Ormai è solamente un'orfana, senza dimora e senza alcuna risorsa.

"Torna indietro" dice un pensiero intrusivo nella sua mente "Eri tu l'erede a cui spettava il trono, la Principessa.", e ciò la fa paralizzare all'istante.

In tutto quel casino non è riuscita a soffermarsi più di tanto sul fatto che suo padre era il Re e che lei è una Principessa.

Da piccola ripeteva spesso a sua mamma che avrebbe tanto voluto essere una Principessa come regalo di compleanno e lei le ripeteva sempre "Ma tu lo sei, tesoro", ma non l'aveva mai presa sul serio.

Per tutto questo tempo attorno a lei non ci sono stati altro che enormi segnali che rendevano evidente la sua condizione: Vidarr affettivo con la madre, Miriel che spesso parlava di lui, la Regina invidiosa del rapporto, Noraw che ha iniziato a non parlarle più.

«Come ho fatto ad essere così stupida?» si domanda ad alta voce non riuscendo a smettere di pensare al fatto che se avesse scoperto tutto prima magari questo casino non sarebbe successo, magari Noraw non avrebbe smesso di parlarle o magari Vidarr sarebbe ancora vivo.

Con la coda piena di energia e voglia di trovare una soluzione, riprende a nuotare andando sempre più vicino alla superficie; anche se la sua testolina ha ragione sul fatto che è lei quella a dover regnare, non ha intenzione di tornare indietro a sfidare Noraw per il trono.

Lui ha il tridente, lei al massimo ha una forcina per capelli mezza scassata.

Con la testa fuori dall'acqua scorge in lontananza l'isola Etheria.
Heloise sa che se rimanesse ancora nell'oceano morirebbe, non è in grado di cavarsela da sola e le guardie del nuovo Re potrebbero venire a cercarla; l'unico modo per sopravvivere è quello di trovare riparo sulla Terra ferma.

[...]

Nonostante la pesantezza del viaggio, durato si e no quattro ore e mezza, Heloise ha ancora la forza per nuotare un altro po' e raggiungere il molo più vicino.

Essere nella parte Sud dell'isola non è a suo favore, fa veramente tanto caldo, ma almeno quì vive il popolo dei mutaforma, i più gentili, e la città è Trasluks.
La base della lingua dei terrestri è la stessa degli abitanti dell'oceano, l'unica differenza è che ogni civiltà ha il proprio dialetto, anche se sta lentamente sparendo, ma ciò porta spesso a grandi incomprensioni.

Con il fiato ansimante, Heloise raggiunge un molo di legno «Mh...» mugugna osservando come quest'ultimo stia letteralmente cadendo a pezzi ed ha seriamente paura che, provando a salirci sopra, possa finire per sfasciarlo del tutto.

Lo osserva dal basso ma, quando si è finalmente decisa a salire, avverte la presenda di qualcuno avvicinarsi.
Passi pesanti calpestano il legno marcio del molo ed allora la piccola sirena va immediatamente a nascondersi sotto quest'ultimo.

Il suo viso sbuca dall'acqua solo fino al nasino rosso e, tramite degli spifferi tra le assi, osserva con curiosità le azioni dell'individuo camminante sopra di lei.

L'esilio della sirenaWhere stories live. Discover now