4. Trasluks

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«We're living different lives
Heaven only knows
- Kodaline.

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Il Sole è ormai tramontato e la Luna piena ha preso il suo posto, facendo splendere l'acqua dell'oceano con la sua luce fredda.

Heloise, dopo aver trascorso la serata riparata dal molo ceduto, esce con solamente il viso dall'acqua e si guarda attorno con circospezione: non c'è nessuno in giro.

Anche se le sembra strano, visto che saranno al massimo le dieci e mezzo di sera, lascia che le sue labbra abbandonino un sospiro di conforto per poi nuotare verso il bagnasciuga.

«Humana mutatio» pronuncia la formula di trasformazione in un sussurro e la sua coda inizia a svanire, dando così posto a delle lunghe e snelle gambe.

La giovane si solleva in piedi su quest'ultime ed esce lentamente dell'oceano.
I suoi piedi tornano ad accarezzare la sabbia della spiaggia che, con il suo tepore, la scalda, ma il vento freddo di Ottobre non le lascia godere questi piccoli istanti che inizia subito ad innondare il suo corpo nudo di brividi.

Vorrebbe essere fiera di sé per come sia riuscita a trasformarsi al primo colpo, ma quando si volta verso le acque che un tempo erano casa, ma che ormai non saranno più, la tristezza e la malinconia iniziano a presentarsi e sono come una dolorosa fitta alla pancia.

La paura che niente sarà più come prima incomincia a farle salire la sensazione d'ansia; i brividi freddi percorrono il suo corpo bagnato, fitte colpiscono un punto sul basso ventre ed i battiti del cuore si fanno più accelerati.

«Merda...» mormora andando ad inginocchiarsi sulla sabbia portando una mano al petto, «Devo solo contare da cento a zero... prima o poi passa, tutto passa» si ripete sottovoce cercando di convincersi che questo brutto momento passerà presto, com'è arrivato se ne andrà.

I secondi passano e, proprio come ogni volta che le viene un attacco d'ansia, questo svanisce dopo aver raggiunto il suo picco.

È ormai da cinque anni che Heloise soffre a causa di questi episodi, ma ha smesso di farsene un problema.

Non si chiede più "Perché proprio a me?" o "Perché non a qualcun'altro che sarebbe stato in grado di affrontarlo meglio di me?".

Ha smesso di sperare di cadere in un sonno infinito così da non sentirsi più in procinto di morire.

Ha finito di piangersi addosso perché non riusciva a trovare la soluzione e perché si sentiva sempre un peso per gli altri.

Ha semplicemente accettato la cosa ed iniziato a cercare la soluzione che, in questo caso, è fare respiri profondi, tenere una mano sul petto ed una sulla pancia e contare da cento a zero.

Dopo aver preso un respiro profondo ed essersi congratulata con se stessa per essere riuscita a superare anche questo ennesimo attacco d'ansia, la ragazza si risolleva sulle sue fragili gambe e si dirige verso il capanno posto all'inizio del molo: lo aveva già adocchiato qualche ora prima.

Ci sgattaiola dentro chiudendosi la porta arrugginita alle spalle, «Devo trovare dei vestiti al più presto», mormora mettendo le mani dappertutto non riuscendo a trovare nulla che possa andarle bene.

Poi, d'un tratto, i suoi occhi iniziano a brillare di gioia quando si ritrova tra le mani una salopette grigia: la taglia è molto più grande della sua, in alcuni punti presenta delle scuciture ed è rovinata, ma ormai Heloise ne è innamorata.

«E sopra che metto?» si domanda ad alta voce cercando qualcosa con cui coprire il suo seno visto che le alghe, che usava prima quando ancora era sirena, si sono sciolte con l'incantesimo.

L'esilio della sirenaWhere stories live. Discover now