5. Faithiry

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«I call it magic
When I'm with you»
- Coldplay



Heloise è ormai in viaggio da parecchie ore ed il Sole è alto, il che è un bene, perché Mei aveva proprio ragione: più si sarebbe spostata verso Nord e più avrebbe sofferto il freddo.

I raggi caldi, che riescono a trapassare i grandi arbusti della Radura dei Kiervis, la riscaldano dolcemente e si sente pienamente immersa nella natura.

«Oh mamma, se solo potessi essere quì con me» e con gli occhi di una bambina che scopre il mondo per la prima volta, cosa che in realtà è, osserva il paesaggio che la circonda.
Dei piccoli scoiattoli stanno correndo sul tronco di un albero ed anche se è lontana riesce a notare come le loro guance siano gonfie, segno che si sono riempiti di scorte per l'inverno.

Delle farfalle svolazzano attorno a lei ed al cavallo, facendola sorridere quando una di queste finisce per appoggiarsi sul'orecchio dell'equino.
Quest'ultimo nitrisce, come se lo avesse percepito, e la ragazza porta la mano sul suo collo, «Suvvia Kage, è solo una farfalla» dice picchiettando il palmo sulla sua pelle dura per rassicurarlo.

Il viaggio prosegue tranquillamente per un altro paio di ore e finalmente i due scorgono all'orizzonte le luci di un villagio: fortunatamente lo hanno raggiunto prima che calasse il sole.

Un sospiro di sollievo abbandona le labbra della ragazza, «Tanta paura per niente, non ho neanche dovuto dire shissousuru», ma a quella parola il cavallo si allarma, bloccandosi completamente.

Heloise nota subito come Kage stia sudando intensamente, tantochè iniziano a formarsi delle goccioline e dei rivoli di sudore sul suo dorso.
Poi, improvvisamente, un verso che non si sarebbe mai aspettata di sentire: Kage emette uno schiocco ed i suoi muscoli sono tesi, gli occhi sbarrati ed il respiro pesante, con le froge che sono dilatate al massimo.

Le orecchie iniziano a ruotare verso più parti, come se stesse cercando di capire perché la ragazza ha fatto scattare quell'allarme.

Qualche secondo dopo il cavallo riparte ma, nonostante abbia constatato che non c'è alcun pericolo e che forse è stato semplicemente un errore del suo cavaliere, procede ad un passo svelto.

Heloise si maledice mentalmente per aver pronunciato quella parola ad alta voce, avrebbe dovuto tenere per sè quel commento, e stringe tra le dita le redini rosse.
«Mi dispiace Kage, ho sbagliato» a quel commento, che l'equino ha immediatamente compreso, fa una piccola sgaloppata, come per farle capire che non deve più fare errori del genere o la prossima volta la farà cadere dalla sua groppa.

I due si allontanano velocemente dal sentiero boschivo raggiungendo così la strada principale del paese, «Faithiry» legge la ragazza su un cartello gigantesco posto all'inizio della via.
«Siamo quasi arrivati» afferma con un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra.

Ancora una volta si perde nelle meraviglie e nella magia delle popolazioni di Etheria, questa volta il popolo è quello delle fate e la loro caratteristica è in bella mostra.

A differenza dei mutaforma di Trasluks, come Mei e Ryo, che tendono a nascondere la loro particolarità, le fate rappresentano perfettamente lo spirito della natura mettendo in mostra i loro poteri.

Proprio in quel momento lo sguardo della giovane è puntato su una fata che sta maneggiando dell'acqua come se fosse una sostanza solida e ciò le fa spalancare gli occhi: è uno spettacolo unico, pagherebbe oro per poterla guardare per il resto della vita.

Più si addentrano nel paese più diversità riesce a cogliere, ma ciò che più la lascia perplessa è che sono tutte donne.

La popolazione delle fate è formata da sole femmine ed, effettivamente, ha una logica molto semplice alle spalle: esse rappresentano Madre Natura con i suoi elementi.

L'esilio della sirenaOnde histórias criam vida. Descubra agora