Giornata felice... o no?

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3 Ottobre

è sabato e dopo tutti gli avvenimenti della settimana mi sento sollevata. Oggi dovrebbe arrivare Agata dalla Polonia, o cosi mi aveva promesso. Oggi dovremmo fare un giro al Centro, fare un po' di shopping e poi pranzare insieme, per poi tornare a casa e stare tutto il pomeriggio con Netflix e schifezze varie.

UN'ORA DOPO

Il freddo pungente di gennaio aleggiava nell'aria, ma la mia eccitazione superava di gran lunga la temperatura gelida mentre mi preparavo per una giornata al centro commerciale con la mia migliore amica Agata. Da settimane avevamo programmato questa uscita, desiderose di esplorare i negozi e goderci qualche ora di svago durante l'inverno, io avevo bisogno di dimenticare per una giornata tutto quello che è successo e lei aveva bisogno di allontanarsi dalla Polonia per rivederci.

Agata arrivò a casa mia con il suo sorriso contagioso e gli occhi scintillanti di anticipazione. Indossava uno splendido cappotto di lana di un colore cremisi che contrastava perfettamente con la sua carnagione scura. Il cappotto era elegantemente abbellito con bottoni dorati che si sposavano armoniosamente con una lunga sciarpa a righe beige e bordeaux. La sua sciarpa si avvolgeva con grazia intorno al collo, aggiungendo un tocco di sofisticatezza al suo outfit invernale.

Sotto il cappotto, Agata sfoggiava un vestito a maglia azzurro polvere che si adattava perfettamente alla sua figura. Il vestito cadeva delicatamente sopra le ginocchia, sottolineando la sua femminilità senza compromettere il comfort. Indossava anche delle calze spesse e calde, completando il look con stivali neri che si sposavano alla perfezione con il resto dell'ensemble.

Il tocco finale del suo outfit erano gli accessori. Agata indossava un cappello di lana a tesa larga, decorato con un nastro nero elegante. Al polso, sfoggiava un bracciale sottile che brillava delicatamente alla luce del giorno. Le sue orecchie erano adorne di piccoli orecchini a forma di stella, che catturavano ogni riflesso di luce, conferendo al suo viso un'aura luminosa e festosa.

Mentre ammiravo il suo look curato nei dettagli, mi resi conto di quanto Agata fosse riuscita a creare un outfit invernale che non solo le conferiva un'eleganza senza tempo ma che rifletteva anche la sua personalità giocosa e creativa. Con il suo stile unico, Agata era pronta ad affrontare il centro commerciale come una vera fashionista, pronta a catturare l'attenzione e a godersi ogni momento della nostra giornata di shopping. Ci abbracciammo calorosamente, pronte per immergerci in un mondo di acquisti e risate.

Il centro commerciale ci accolse con luci accoglienti e vetrine colorate, creando un'atmosfera vivace che contrastava con la grigia giornata all'esterno. Ci inoltrammo tra le boutique, esplorando i nuovi arrivi e discutendo animatamente su quale negozio visitare successivamente. Il suono di passi veloci e risate echeggiava attraverso i corridoi, creando un sottofondo allegro alla nostra giornata.

Mentre sbirciavamo abiti eleganti, la mia attenzione fu attirata da un volto noto. In mezzo alla folla, vidi Luke. Il cuore mi balzò in gola e il mio sorriso si scomparve, mentre Agata notò immediatamente il cambiamento nel mio atteggiamento.

"Chi è quello là?" chiese Agata, seguendo il mio sguardo.

"Lui è Luke" le risposi.

"Luke? Quel Luke?..."

A CASA

Sono qui, seduta sul divano, con la mente che mi frulla di pensieri scomodi. Gli occhi puntati sul mio telefono, il mio pollice scorre nervoso sullo schermo mentre sfoglio delle foto. È proprio lui, il ragazzo che ha cambiato tutto, che ha portato via tutto. Non posso fare a meno di assillare la mia amica con la storia che brucia dentro di me. Pensavo di poter stare calma e tranquilla almeno per oggi, ma a quanto pare il destino mi è contro.

"Lo hai visto, vero? Quel ragazzo... quel maledetto ragazzo. Quello che li ha uccisi. Quello che ha ucciso i miei genitori."

La mia amica solleva gli occhi dal suo libro, ma il suo sguardo è un misto di comprensione e riluttanza. So che lei sa già tutto, ma c'è qualcosa in me che vuole sfogarsi, condividere il peso che mi stringe il petto.

"Sì, l'abbiamo appena visto," risponde lei con calma, cercando di evitare l'argomento.

"Non puoi solo evitare di parlare di questa cosa, di questo mostro? Voglio dire... ha distrutto la mia vita! E adesso, lo vediamo in giro come se nulla fosse!"

La mia voce è carica di rabbia e dolore, ma la mia amica cerca di restare calma. Posso vedere nei suoi occhi che comprende il mio dolore, ma non vuole affrontare questo argomento. Vuole proteggermi, evitare di riportarmi indietro, dove le ferite sono ancora aperte.

"Lo so, e mi dispiace tanto per quello che hai passato. Ma parlare di lui non cambierà nulla. Non possiamo farci nulla. Lascia che la giustizia faccia il suo corso."

Il suo tono è pacato, ma il mio cuore ribolle. Come può chiedermi di lasciar perdere? Non può capire veramente cosa ho passato. Vorrei solo che lei lo capisse, che vedesse la mia sofferenza e la condividesse con me.

"Non puoi capire, non lo puoi capire veramente. Questo mostro è là fuori, libero, e io non posso fare nulla!"

La mia amica sospira, evidentemente provata dalla situazione. "Ti capisco, ma rabbia e vendetta non risolveranno nulla. Dobbiamo trovare la forza di andare avanti, insieme. Non lasciare che il passato continui a dominare il tuo presente."

Ma io non posso smettere. Non posso smettere di cercare risposte, di assillare il mio cuore con il ricordo di quel ragazzo. Perché dentro di me, la ferita è ancora aperta, e la giustizia, per ora, sembra solo una parola vuota. Anche se so già cosa fare, ma non diro a Agata del mio piano, sono sicura che mi fermerebbe.

Mi perdo un'attimo nei miei pensieri finché non  mi ricordo del biglietto per l'incontro...

Ci odiamo vero?Where stories live. Discover now