🎭Capitolo 4🎭

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Tyler
Capitolo 4: Che cosa ho fatto?
Nevermore Academy



Che cosa ho fatto?
Che cosa ho fatto?
Che cosa ho fatto...

«A che pensi?» volto di poco la testa, «Niente di che. Tranquilla va tutto bene» sorride appena, appoggiando la testa sul mio petto.

«Mhh, se lo dici tu» risponde sospettosa, «Non avrei dovuto farlo» mi guarda confusa.

«Cosa non avresti dovuto fare?» sospiro accarezzandole i capelli.

«Darti il mio sangue, è stato un errore» alza le spalle, «A me non sembra» sul mio viso si dipinge un sorriso amaro.
«Certo, sei tu quella che ne è diventata dipendente. È ovvio che la pensi in questo modo Sanguisuga» le strizzo l'occhio, «Ma che schifo di nomignolo è?! Sangue Blu» ghigna.

«Apparte gli scherzi, è colpa mia se ora sei ridotta così. Prima o poi dovrò smettere di darti questo» indico la mano che mi stringe.

Mi guarda irritata, «Come scusa?!» si alza sui gomiti, squadrandomi infuriata.

Quanto cavolo può fare del sangue? Cristo santo sembra indemoniata.

«Io non posso non averne più! Io-non ci riesco a controllare l'impulso e- non farmi questo».

Mercoledì Addams che balbetta.
Il colmo.
Sul serio.

Mi metto seduto mentre lei si alza, infilando i vestiti arrabbiata.

Mi alzo anche io e la guardo negli occhi.
«Non mi puoi fare questo e poi io-» prende un respiro profondo.

«Da quando sei entrato nella mia vita qualcosa in me è cambiato, sentivo che dopo tanto tempo riuscivo a provare qualcosa. Decisi di ignorare la cosa perché insomma, ti conoscevo da poco ma poi c'è stata la storia dell'indagine e abbiamo passato molto tempo insieme» sospira.

«Tu sei come...un tarlo. Ecco esatto, c'era sempre una vocina nella mia testa che diceva di andare da te e dirti la verità, una verità che non volevo ammettere di provare neanche a me stessa» riprende fiato, «Mentivo a tutti, a te a me anche se sapevo di essermi totalmente e irrimediabilmente innamorata di te» la guardo stupito.

Gelato?

«E adesso, il sentimento è diventato più forte e non riesco a starti lontana. Non puoi farmi questo» indica il mio polso con il dito.

«Mercoledì..» «Sta zitto, non ho finito» strilla con le mani strette in due pugni.

«Io non so cosa provi per me, sempre se tu possa provare qualcosa per me ma- quella sera al Wathervine mi sono fatta coraggio, ho ascoltato il mio tarlo parlante e ti ho baciato» chiude gli occhi con forza, «E hai visto che io ero il mostro che cercavi» continuo la frase.

«Esatto. E una persona normale dovrebbe traumatizzarsi nel vedere l'immagine della persona che ama uccidere una persona. Ma soprattutto, nessun essere umano perdonerebbe mai quella persona e invece io l'ho fatto» sibila, «Sei scappata a gambe levate Mercoledì e avevi ragione».

«Certo! Certo che avevo ragione è ovvio ma il problema è che io ero soltanto sotto schock ma non avevo paura» fisso le sue iridi notte e lei fa lo stesso.

«Perchè ho pensato che non fosse colpa tua, ma del mostro» «No, no no è qui che ti sbagli!» ringhio ad un centimetro dalle sue labbra.

«E su cosa, sentiamo!» si allontana di un passo, incrociando le braccia.

«Tu. Hai subito incolpato il mostro perché mi amavi» sibilo, «No, perché ci credevo davvero» «Mercoledì questo non è amore» una lacrima le riga la guancia.

Poker face (wednesday's story)Where stories live. Discover now