🎭Capitolo 9🎭

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Mercoledì
Capitolo 9: L'interruttore

Sorseggio il mio bicchiere di champagne su un comodo divanetto in velluto bordò.
Accavallo le gambe e sbadiglio, annoiata.

Continuo a fissare Tyler che lentamente esce dalla sala.

Ghigno bevendo un po' del mio drink, soddisfatta.

Ha ragione, il suo sangue mi provoca un piacere indescrivibile ma se berlo significa tornare come prima beh, dovrò rinunciare purtroppo.

La vecchia me è nascosta in un angolo remoto della mia mente e lo so.
Ma quella nuova ha smesso di pensare, di ragionare e essere razionale.
Mi sento così dannatamente potente, mi sento l'imperatrice di un regno di vetro che vedo solo io, un mondo che riesco a tenere con una mano sola.
E poi beh, sono diventata la padrona dell'Inferno di quel povero Tyler.

In questi giorni mi sto dando alla pazza gioia, anzi, ad una finta pazza gioia visto che non posso provarla la gioia.
Ma molto meglio così.

Poggio il bicchiere sul tavolino e penso che sia il momento di creare un po' di scompiglio nelle fiamme dei miei Inferi.

O meglio, dei suoi.

Lo noto accanto al tavolo del buffet, mentre parla con Dafne.

Ghigno e mi dimentico del male ai piedi per colpa dei tacchi soltanto perché ho voglia di essere malvagia.

Mi piace essere malvagia.

Prima che possa muovere un passo mi accorgo di una figura che mi osserva dal fondo della stanza.

Aggrotto le sopracciglia e -controvoglia- abbandono il mio piano sadico per seguirla.

Sussulto quando la ritrovo davanti a me.

È la ragazza che mi assomiglia.
Quella bionda.
Solo che adesso è...coperta di sangue.
Oh porca miseria.

«Che cosa stai facendo Mercoledì?» sussurra per poi dissolversi.

Sbatto le palpebre e sbarro gli occhi quando noto che anche io sono ricoperta di sangue.
Urlo, inorridita, ma nessuna sembra accorgersi di niente.

Cerco di scrollarmi di dosso tutto quel rosso ma inutilmente, sembra appiccicato alla mia pelle.

Mille figure di me stessa appaiono davanti e intorno a me e la stessa sensazione di panico mi invade la mente.

Respiro a fatica, come se qualcuno mi stesse strangolando.

Noto un interruttore accanto a me e -senza pensarci- lo premo.

Il sangue sparisce, come le figure e le mie emozioni.

Alleluia.

Lentamente tutte le figure si dissolvono, come le mille voci che sentivo.

E ancora una volta fatico a ricordare come si fa a provare qualcosa.
Avanti, è così maledettamente soddisfacente fare quello che si vuole, con chi si vuole, con cosa si vuole e dove si vuole.
Puoi fare tutto, perché non senti il senso di colpa dopo.

Continuo a fissare Tyler e -ora che i miei sensi sono amplificati- riesco a sentire perfettamente anche da lontano.

E allora perché con lui non funziona?
Aggrotto le sopracciglia e chiudo gli occhi, ma nulla.

Mi alzo in piedi sbuffando, «Che palle» sussurro fra i denti.

Una matricola -un vampiro- mi si avvicina sorridendo, «Non è che vorresti bal-» sbuffando gli spezzo il collo, spostando il suo corpo con la punta del tacco.

Poker face (wednesday's story)Where stories live. Discover now