Tony, mi chiamo Tony: Capitolo 4

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TONY'S POV

Sono seduto nell'oscurità di un vicolo, il cuore ancora in tumulto dopo aver sfidato la legge. Il fumo della mia sigaretta si mescola con l'adrenalina che scorre nelle mie vene, mentre il richiamo delle strade buie mi spinge a raccontare la mia storia.

Le luci delle sirene si allontanano, ma il mio sguardo è fisso sul passato, un flashback di colpi ben orchestrati e fughe audaci. Sono il protagonista di questo film senza titoli, un antieroe moderno che danza tra ombre e riflessi di acciaio.

Le strade cittadine sono state il mio palcoscenico, dove ho tessuto trame intricate di inganni e colpi di genio. La polizia mi ha inseguito come un'ombra indomabile, ma io ho sempre giocato un passo avanti, con la mente più affilata di una lama.

I miei complici sono come comprimari ubriachi dietro le quinte, ognuno con una scusa più assurda dell'altro. "Ho dimenticato le chiavi della fuga rapida a casa!" grida uno, mentre l'altro si lamenta di aver perso il copione del colpo perfetto. Le banche sono state le location perfette per i miei atti criminali, e il suono delle monete contate ha fatto da colonna sonora a ogni mio successo.

Ora, con la città alle mie spalle, rifletto sul mio destino incerto. Sarà questo l'atto finale.

Mi ero presentato in quella casa per svaligiarla, avevo portato con me uno dei miei complici che mi aspettava dentro il nostro bolide, pronti a scappare quando sarei riuscito a concludere il mio colpo perfetto.

"Beh, io un piano ce l'avrei. Il problema è che non lo so suonare" mi aveva detto il mio complice, il cui nome in codice è Mr. Coglionazzo, poco prima di mettere in scena il tutto.

Mr. Coglionazzo è sempre stato un mio amico fidato, nonostante la sua età. Infatti ha 12 anni e mezzo. In realtà si chiama Jonathan e fa l'elettricista, il classico fresco di zona. Quel giorno l'ho rivisto dopo anni che non ci vedevamo, non mi ha neppure riconosciuto. Ora si fa chiamare Nathaniel e lavora in una ferramenta, ha cambiato colore della pelle ed è più basso di 20 centimetri. Dovreste vederlo, sembra un'altra persona! Questa è la forza di volontà, la voglia di cambiare, la costanza. E non intendo la mia vicina di casa.

Vi starete chiedendo dove abito, beh è difficile da spiegare. Abito poco fuori Londra, precisamente a Catania.

Tralasciando i miei trascorsi da uomo sedentario e tornando a noi e a quello che è successo.
Se fossi un desiderio, forse riuscirei ad esprimermi.

Non pensavo di ritrovare Katana, Katrina, Kerolain o come cazzo si chiama quella tipa ossessionata da me. Il mio obbiettivo era rubare quel fantastico televisore che occupava tutta la parete. Ne ho già 5 in casa, ma questo non mi importa. Io rubo per passione, per l'adrenalina, per dimostrare alla giustizia che mi sta sulle palle.

Alla fine è stato Lucas ad ammaliarmi, non pensavo di trovare un gatto così intelligente e acculturato come lui... ho finalmente trovato il sostituto di Mr. Coglionazzo.

Dopo che la polizia ha sfondato la porta per arrestarmi, mi sono giustamente chiesto come avessero fatto a trovarmi. Suellen mi aveva mentito? Mi aveva portato lì con l'inganno per consegnarmi ai piedipiatti? (Hanno proprio bisogno di un plantare ortopedico).

La risposta l'ho avuta qualche ora fa.
Come dire, capisci che c'è qualcosa che non va quando un bel giorno, svegliandoti e guardandoti un po' attorno, ti accorgi che c'è qualcosa che non va.
Mr. Coglionazzo aveva chiamato la polizia perché non mi vedeva più uscire da quella casa. Errore mio che mi sono messo a filosofeggiare con il gatto perdendo tempo prezioso.
C'era un po' di puzza di scrofa in quella casa.

"Pronto, polizia? Chiamo perché il mio socio è entrato in questa casa per svaligiarla, ma non ha più fatto ritorno. Sono preoccupato. Per favore salvatelo!". Queste sono state le parole di Mr. Coglionazzo al telefono con la polizia, dopo aver fornito indirizzo, stato di famiglia, codice fiscale, nome di entrambi e nome da nubile di mia madre.

"Per sicurezza" mi ha detto lui successivamente e di sfuggita al cellulare.

Sono riuscito a scappare grazie a... Karen? vabbè sì, la psicopatica. Al momento non potrei stare meglio. E questo un po' mi infastidisce perché io non voglio stare meglio grazie a qualcun altro. Non voglio debiti, non voglio pesi sulle spalle. Io non voglio ritornare favori, voglio avere il controllo sugli altri.

Grazie al mio nuovo socio Lucas, (in cinque minuti si è reso più utile di quanto Mr. Coglionazzo avesse mai fatto in tutta la sua carriera), che aveva sparato un colpo di Magnum verso l'interruttore, le luci si sono spente e io nella confusione generale ho afferrato il gatto. Sono scappato dalla finestra lanciandomi dal quinto piano, usando Lucas come paracadute dal momento che ha sette vite. Adesso ne ha sei, ma ne è valsa la pena. Si è sacrificato per il boss.

Nello stesso istante, Katerina mi aveva urlato frasi sconnesse, di cui ho capito solo "qualcuno mi ha sparato, vedo del sangue, aiuto!". In realtà non c'era nessun sangue, era solo il Dom perignon versato per terra. Lei si è fatta male cadendo come una cretina.

In tutto ciò mi aveva seguito, insistendo di volermi aiutare essendo pienamente convinta della mia innocenza, pensando si trattasse solo di un malinteso. Il malinteso ce l'ha nel cervello.

Alla fine ho deciso di fidarmi, convinto da Lucas. Lei, con mia grande sorpresa, mi ha davvero aiutato portandomi nel Bunker segreto del suo vicino di casa Bob, uno scienziato pazzo e paranoico, fissato con complotti e robe simili. Al momento sono uscito un attimo per fumare una sigaretta e raccontarvi questa storia. Voi chi? Gli spettatori del film di cui sono protagonista, il regista è Tarantino. Io sono come Jackie Brown.

Sento Bob chiamarmi, credo che quel bombolone mi voglia utilizzare come cavia per i suoi esperimenti.
"Vieni qui tesoro, è iniziato Gomorra... non vuoi venire a vederlo qui con me sul divano per poi coccolarci dolcemente come una coppia innamorata che arde di passione?" Urla con una voce stridula che mi fa sanguinare i timpani.

Getto la cicca di sigaretta e la spengo pestandola con i miei anfibi. Due rane, per la precisione.

Sospiro, sono stanco di questa serata. Mr. Coglionazzo farebbe bene a non farsi più vedere per i prossimi sei anni, mi presenterò direttamente al suo diciottesimo compleanno con un bazooka che potrà usare subito per farsi esplodere.

Improvvisamente vedo Katiusha attraversare la strada e venire in mia direzione con uno sguardo minaccioso e pieno di risentimento. Che cazzo ho fatto di male nella mia vita per avere questa donna sempre in mezzo alle palle?

"Hai rapito il mio fottuto gatto!" urla piena di rabbia, ma riesco a vedere una scintilla nei suoi occhi appena si avvicina un po' di più a me.

"Adesso è mio, quel gatto è sprecato con te. Ha bisogno di nuovi stimoli, nuove argomentazioni, nuove esperienze. Io posso procurargli ciò di cui ha bisogno, mi ha già chiesto l'erba gatta. Ma non devo dare tutte queste spiegazioni a te, si è unito di sua spontanea volontà" le spiego mettendomi le mani dentro le tasche del giubbotto di pelle.

"Ti rendi conto che è obeso e non può neanche muoversi? Come ti sarebbe d'aiuto quel nullafacente? Io sono più utile. Ti prego Tony. Fammi essere la tua serva. Dimenticati di Lucas e Suellen." mi prega con tono disperato, come se fossi un Dio.
Chi cazzo è Suellen adesso?

"Come osi insultare il mio socio, stronza! è solo paffutello e perfetto da stringere nelle notti in cui la solitudine pervade la mia mente" ribatto. "Ma va bene, se vuoi puoi lavorare con me... ma ad una condizione." sussurro bloccandola al muro, alle ragazze piace 'sta cagata e di solito le convinco sempre in questo modo a fare ciò che voglio.

Le sussurro all'orecchio ciò che avevo da dirle, in modo che nessun altro possa sentire. Anche perché in questo vicolo buio non c'è anima viva oltre noi.

Quando la ragazza metabolizza la mia richiesta, sul suo volto appare orrore, entra in panico e sviene tra le mie braccia.

Porca troia, che palle.

TO BE CONTINUED...

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Secondo voi qual è la condizione imposta da Tony?













Una storia mafiosaWhere stories live. Discover now