2. [1/2] (Non editato)

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N.B: è necessario aver letto prima Tracotanza (vol.1) e Superbia (vol.2) per poter intraprendere la lettura.

Leonardo guardava assorto le nuvole che si dispiegavano sotto di loro come un tappeto composto da tanti batuffoli di cotone. Era estraniato dal mondo circostante, totalmente inghiottito dai propri pensieri. Le parole di Adriano continuavano a stridere come unghie sulla lavagna nella sua mente; spietate, gelide e impeccabili nella loro strafottenza, come se appartenessero a un copione scritto ad hoc.

Era impossibile essere così controllati, preparati a uno scontro che nessuno poteva prevedere.
Lo aveva osservato con attenzione al gate, mentre attendevano l'aereo, alla ricerca di un indizio, una mossa falsa che potesse smascherarlo, ma Adriano era apparso così tranquillo, così Adriano.

Gli era sembrata strana, però, la freddezza che aveva percepito tra lui e Cat. Era stato vicino a lei per tutto il tempo, in quel quarto d'ora, senza parlarle o sfiorarla di striscio.
Gli era persino venuto il sospetto che Adriano fosse venuto a sapere di cosa aveva fatto, ma aveva dovuto accantonarlo. Conosceva bene il biondo, più di quanto ne fosse convinto il suddetto, e ci avrebbe messo la mano sul fuoco che se avesse saputo di quel bacio glielo avrebbe spiattellato in faccia insieme al resto. Sarebbe stato il fiore all'occhiello della sua arroganza. Doveva esserci qualcos'altro sotto.

Se Leonardo si fosse fermato all'apparenza, avrebbe visto soltanto Adriano ritornare alle sue vecchie abitudini.
Eppure, non poteva ignorare quel tarlo nel suo cervello che gli suggeriva di andare oltre. C'era stato qualcosa di sinistro nel suo sguardo, nella sua voce, nel modo in cui aveva sorriso, che lo obbligava a dubitare di ogni parola uscita dalla sua bocca. Non aveva avvertito solo cattiveria e menefreghismo in lui, era come se si fosse impegnato con tutte le sue forze per ferirlo.

Avrebbe tanto voluto prendere le sue parole alla lettera e stare a posto con la coscienza, ma Adriano era un fan della psicologia inversa. Finché non ne fosse stato certo si sarebbe sentito in colpa persino a guardare Cat, nonostante il biondo ce l'avesse messa tutta per spingerlo tra le sue braccia.

Aggrottò le sopracciglia con un'espressione confusa a quel pensiero. Per la prima volta diede peso a un dettaglio che finora aveva tralasciato.
Non poteva prendersi una ragazza che non lo voleva e, per quanto Adriano ne poteva sapere, Cat non lo voleva. Eppure, Adriano non aveva mostrato nessun segno di incertezza, come se sapesse già che avrebbe avuto buone probabilità di successo.

A primo impatto aveva giudicato quella sua pessima battuta come una mancanza di rispetto nei confronti di Cat, ma ora stava cominciando a osservare la cosa da un'altra prospettiva.
E se invece lo ha detto proprio perché pensava che sarei stato ricambiato?

La ragazza seduta al suo fianco si schiarì rumorosamente la gola e interruppe le sue riflessioni.
«E così, tu e Beatrice vi siete lasciati» prese discorso Eva Santamaria, compagna di banco di Leo e in quel frangente anche di sedile. Leo fissò lo sguardo sul ciondolo d'argento a forma di mela che lei portava sempre al collo. Non aveva mai capito se lo indossasse apposta per il significato biblico o per dimostrare a tutti di avere uno strano senso dell'umorismo.

«Le notizie si diffondono in fretta» sbuffò lui in risposta, parecchio irritato dall'incapacità della gente di farsi gli affari propri. Se quell'informazione era giunta fino alle sue orecchie voleva dire che la faccenda era diventata di dominio pubblico: Eva non badava molto ai pettegolezzi, di solito era lei a scatenarne la gran parte.

«Be', non so chi ha rotto con chi, ma ci perde sicuramente lei» ribatté l'altra, guardandolo di sottecchi con ovvietà. «Non m'è mai piaciuta. Troppo sorridente... non mi fido delle persone che sorridono sempre, so' proprio inquietanti, e ha un naso strano. Puoi avere di meglio» aggiunse con un cipiglio critico che non le si addiceva per niente, mentre spostava i capelli neri intervallati da ciocche rosse rubino su una sola spalla.
Leo abbozzò un sorriso. Le era grato per la solidarietà, anche se si stava servendo di argomentazioni insensate per screditare la sua ex.

Ira. La Sindrome di Didone (Vol.3)Where stories live. Discover now