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𝓝on chiusi occhio. Dopo che diedi il messaggio a Zephyra, ritornai di corsa nella mia stanza. Per fortuna le guardie non mi degnarono di uno sguardo. Capirono che se mi avessero toccata, avrei di certo svegliato la servitù con i miei lamenti insistenti. Era più facile per loro violentarmi nelle strade deserte, nel cuore della notte, dove nessuno poteva sentire le mie grida soffocate. O se le sentivano, facevano finta di niente. Ah l'indifferenza, quanto l'odiavo.

Quella notte, però, ero stranamente di
buon umore. L'adrenalina sovrastava la stanchezza: era l'ultimo giorno che avrei trascorso a palazzo. Per sempre. Passai il tempo distesa sul letto a rimuginare su cosa avrei fatto una volta libera con Ilyas, su come ci saremmo procurati da mangiare e accampati una volta fuggiti. Da un lato ero entusiasta: non avrei più rivisto i volti spregevoli di mia madre e delle guardie. Bastava quello per rendermi felice. Dall'altro, se venissero a conoscenza del piano, la mia vita, a quel punto, sarebbe stata spacciata. Mi sarei sposata con uno sconosciuto contro la mia volontà e sarei diventata regina a breve. Preferivo la morte, piuttosto.

Dunque, non avrei dovuto fallire. Per nessun motivo. Avevo tra le mani il futuro mio e di Ilyas.

Il mondo era ancora silenzioso, all'alba. Il cielo, un misto di colori dal blu scuro fino al rosa più acceso. Rimasi a osservarlo dalla finestra della mia camera, fino a quando non incominciò a diventare azzurro.

Zephyra aveva consegnato il messaggio a Ilyas? E lui si sarebbe presentato alle stalle? Non potevo fare altro che pregare. Approfittai di quegli ultimi attimi, prima che la servitù si svegliasse, per scrivere una lettera daddio a Eryn.

Mia dolcissima Eryn,

ci pensi mai alle noi del passato? A quelle due bambine che con occhi sognanti e ambizioni alle stelle, giocavano a far volare gli aquiloni, correre per i Giardini di primavera fino a farsi venire le vesciche ai piedi, ad ascoltare per ore miti raccontati da loro padre. Beh io sì, ci penso. Ci guardo
crescere di giorno in giorno attraverso i ricordi. Penso che siano una cosa meravigliosa, un dono prezioso dato all'uomo per mantenere impressi nella mente gli attimi che hanno segnato la nostra vita in qualche modo. Sia in positivo che in negativo.

Certe volte vorrei ritornare indietro e fermare il tempo per sempre. A quando c'era papà, che riusciva a rubarci ogni volta una risata. La bontà l'hai presa sicuramente da lui. Una volta mi disse: "Non smettere mai di inseguire i tuoi sogni, Ayra. Anche se possono sembrare lontani, troppo ambiziosi per essere raggiunti, anche se possono volare via come quel nostro aquilone, ricorda che sei tu a decidere quanto in alto vogliono volare. E io sarò qui per sostenerti, qualunque cosa accada".

Vorrei che fosse ancora vivo, qui con noi.

Non potrei essere più orgogliosa della donna che stai diventando man mano che gli anni passano. Ti auguro e ti augurerò sempre il meglio, desiderando che questo meglio faccia di te la persona più felice sul pianeta. Sono certa che diventerai la regina che ognuno ha sempre sognato. Te lo meriti. Spero che tuo marito sia il più amorevole e dolce tra tutti e che vivrete una vita lunga e serena.

Non piangere, mia amata sorella. Starò bene, te lo prometto. Sai che questa vita non mi è mai appartenuta. Se dovessi sentire la mia mancanza, ti basterà alzare la testa e sussurrare alle stelle. Io sarò lì per ascoltarti e sostenerti, qualunque cosa accada, accanto a nostro padre.

Non cercarmi, mia pazza sorella. So che lo faresti e ti amo proprio per questo. Sono stanca di vivere. Ma tu, tu non perdere mai quel luccichio meraviglioso che hai negli occhi quando sei felice, la passione e dedizione che metti in tutte le cose che fai, il tuo amore incondizionato che hai verso gli altri.

Il Regno inesistenteWhere stories live. Discover now