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C'erano circa trecento invitati ai giardini reali. Gli ospiti erano suddivisi in due parti, creando un corridoio che conduceva al centro dei giardini, dove si ergeva un pergolato curvo abbracciato da rose rampicanti rosse e rosa. Lungo il viale, un tappeto rosso cremisi si stendeva come un fiume di velluto, ricamato con fili d'oro che catturavano e riflettevano la luce del sole.

Al centro del pergolato si ergeva una fontana che ritraeva la Dea Lamya con le braccia alzate al cielo, come a sorreggere la luna nei giorni di luna piena.

Nei pomeriggi di sole, mi ci recavo insieme a mio padre ed Eryn.

Spesso leggevamo, ci nascondevamo dietro i tronchi od osservavamo le piccole creature che ci abitavano all’interno. Correre scalza, però, era ciò che preferivo di più al mondo. Sentire l’erba solleticarmi i piedi, spalancando le braccia per accogliere il vento e respirarne l’aria fresca.

Amavo il suono della risata allegra di mio padre che, ogni volta, mi riempiva il cuore di gioia. Amavo la sua gentilezza e premurosità nei confronti degli altri. Mi mancava dirgli quanto gli volessi bene. Mi mancava ascoltarlo per ore mentre mi raccontava storie di Dei. Mi mancava perché avevo bisogno di lui.

Tutto il regno pianse la sua morte, tranne mia madre. Nonostante fosse stato l’uomo che aveva sposato e il suo re, non mostrò un minimo di tristezza sul volto. Nemmeno una lacrima. Una parola. Un gesto che la rendesse umana. Niente. Lei era davvero senza cuore. E anche la causa per cui io soffrivo ogni giorno. Madre per me era solo una parola vuota, priva di significato o legame. Lo era da sempre stato.

Il suono angelico delle arpe sovrastava quello dei sussurri degli ospiti. Chiusi gli occhi. “Inspira. Espira”, mi ripetei mentalmente. Non dovevo pensare a mio padre, a quanto mi sarebbe stato d’aiuto in quel momento.

Eryn mi strinse la mano, strappandomi dai miei pensieri. Aprii gli occhi. Tirò le labbra in un debole sorriso. I suoi occhi erano offuscati dalle lacrime. «Spero che tu non soffra più, Ayra» sussurrò con voce flebile. Sapeva di cosa era capace nostra madre.

Di quello che mi infliggeva senza un motivo. Dei sotterranei e delle mie suppliche affinché qualcuno ponesse fine a quel tormento che sembrava non avere una fine. Ero stata invidiosa di lei. Ogni giorno mi chiedevo cosa avesse in più di me per meritarmi tutto l’odio di nostra madre. Quest’ultima si mise in mezzo tra me e la mia gemella, prendendoci per mano.

Era gelida e aveva la presa debole, come se volesse evitare a tutti i costi il contatto fisico. Nell’altra mano, avevo un bouquet di anemoni blu, mentre Eryn delle bellissime rose bianche. Il perfetto riflesso di ciò che eravamo. La regina fece uno spoglio gesto con il mento di proseguire.

Davanti alla fontana, ad attendere, c’era la regina Lyssa, intenta a osservare ogni mio singolo movimento. Mi tornò in mente ciò che mi disse la mattina stessa. ‘Sappiamo entrambe chi siete veramente’. Un brivido mi percorse la schiena al ricordo di quelle parole.

Di fianco a lei si trovava il principe Zayden, seguito da suo fratello Kyeran. Il primogenito – e presto re di Solatrya – indossava un completo sontuoso di lino che si distingueva per il colore blu intenso, simile a quello dei suoi occhi.

La giacca, dal taglio impeccabile, aveva revers leggermente arrotondati e linee pulite che accentuavano la sua figura regale. I pantaloni, dello stesso colore della giacca, erano affusolati e cadevano lungo le gambe in modo elegante, conferendogli un'aria sofisticata e curata. Indossava, inoltre, una camicia bianca, che contrastava con il colore del completo, e una cravatta sottile blu scuro che aggiungeva un tocco di eleganza al suo aspetto.

Gli occhi del principe erano incollati su di me, li sentivo scrutarmi dall’alto verso il basso. Alzai lo sguardo e, quando i nostri occhi si incontrarono, tirò le labbra in un sorriso caloroso. Aveva entrambe le braccia dietro la schiena e continuava a spostare il peso da una gamba all’altra, sussurrando ripetutamente frasi all’orecchio del fratello. La sua agitazione era palpabile nell’aria.

Il Regno inesistenteWhere stories live. Discover now