ATTO EXTRA - La Richiesta

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« Ti andrebbe di scrivere una storia su commissione? »
Sarah chiuse il libro che stava leggendo nel giardino interno fissando gli occhi su Lucas che si era parato davanti a lei con il sorriso di chi ha avuto un'idea geniale.
« Come? »
« Per me. Ti do un tema e tu la racconti come preferisci, ma deve restare federe agli eventi reali. Una storia breve, circa tre capitoli. Ti va? »
« Cosa dovrei scrivere nel caso? » Chiese titubante aggrottando la fronte Sarah. Qualcosa non la convinceva.
« Quello che è successo in questi quattro anni. »
Se prima Sarah era curiosa ora Lucas decisamente aveva tutta l'attenzione della ragazza.
« Dici tutto? » Chiese perplessa.
« Tutto! In stile viaggio in treno con il passeggero che guarda il paesaggio sferzare davanti ai suoi occhi. »
In poche parole, Sarah avrebbe dovuto scrivere tutto e nulla, fermandosi su piccoli attimi precisi come se il treno si fermasse a delle stazioni.
La giovane ci pensò su qualche minuto. Non era una cosa facile, ma non tanto per la stesura quanto per il fatto che avrebbe dovuto cambiare tante cose, come i nomi dei protagonisti per dirne una oppure i luoghi stessi in cui avvenivano le vicende. Scrivere di eventi reali e mascherarli come pezzi di storie inventate è complesso perché chi ne ha fatto parte può facilmente riconoscersi in esse. Al dire il vero, per Sarah quella era una sfida davvero interessante a cui non le andava di sottrarsi.
« Sai vero che i diretti interessati potrebbero capire tutto? » Precisò quasi come se stesse rifinendo i termini di un contratto di vitale importanza.
« E quindi? Se cambi qualcosa ugualmente non potranno dirti nulla, no? »
Sarah alzò un sopracciglio arricciando leggermente le labbra su un angolo, convenendo con Lucas che non aveva tutti i torti. Probabilmente quello era anche un modo per lui di dire la sua su determinati eventi, un modo anche di vendicarsi un po'. Del resto Sarah era quella che sapeva esattamente come erano andate le cose essendo stata sempre al centro di tutti quegli eventi.
Se qualcuno si fosse sentito preso in causa, poteva benissimo non farsi avanti o avrebbe dimostrato di avere una certa coda di paglia. Fra l'altro, il modo in cui avrebbe raccontato quelle vicende, potevano essere banalmente quelle di qualsiasi individuo, troppo generiche nella loro semplicità e stranamente specifiche per la correlazione cronologica con cui si susseguivano una dopo l'altra.

L'idea di dividere la storia in tre atti le venne in seguito, quando pensò che tutta quella storia sembrava una sceneggiata mal riuscita di una commedia tragica.
Ripensandoci, non aveva avuto neppure un lieto fine. Il gruppo si era sciolto, aveva perso quello che alla fine era stato il suo primo Amore e i suoi due migliori amici erano finiti con l'odiarsi a vicenda, lasciandosi condizionare da bugie e tranelli da parte di una ragazzetta viziata nelle cui mani non era rimasto nulla. Tutti avevano perso e lei aveva capito che alla fine qualsiasi cosa aveva fatto non era valsa a nulla. Aveva solo perso tempo. Per di più si era dovuta rassegnare all'inevitabile fine di quella che all'inizio sembrava una facola. Aveva maturato il senso del distacco emotivo e come sfruttarlo a modo suo.
Quella storia non era altro che un campo di battaglia in cui tutti erano finiti menomati in qualche modo, sia dentro che fuori. Se ci pensava bene, quella era stata una serie di eventi catastrofici che avevano portato al nulla assoluto. Era stato tutto abbastanza patetico in effetti.
Quando finì di scrivere i tre atti a cui aveva aggiunto un prologo all'apparenza figo e d'impatto, si era resa conto che quella storia in sé non aveva alcun senso, che in fin dei conti era stata solo una parentesi di cui forse poteva benissimo fare a meno per concentrandosi di più sugli studi.
Anche per questo alla fine aggiunse l'atto extra in cui semplicemente c'era il dialogo tra lei e Lucas. In qualche modo voleva discolparsi da eventuali ritorsioni se quella storia fosse stata pubblicata. Non voleva finire di nuovo in certi casini che ormai si era ben volentieri lasciata alle spalle.
« Forse è il caso che questa patetica serie di eventi non veda mai la luce... » Disse infine sotto voce Sarah prima di sospirare e gettare nel trita fogli del suo ufficio quella storia che per anni aveva tenuto con sé indecisa sul se farle vedere o meno la luce.
Se gli mancava quel periodo? Sicuramente si. Per lei fu uno dei migliori, ma la vita, nel suo proseguire inesorabile, le aveva riservato altre avventure, emozioni uniche e tante nuove storie da tenere con sé ben più importanti di quella che aveva scritto per quello che alla fine fu il suo migliore amico.
Sorrise pensando che dopotutto aveva scritto quella storiella solo per tenere a sé ancora un po' quell'aria che all'epoca le sembrava la più buona da respirare.

Il palco degli studi [old version]Where stories live. Discover now