capitolo 7

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Sto dormendo tranquillamente quando un flash mi acceca gli occhi
"Ma cosa" dico alzandomi

Sbatto qualche volta gli occhi per focalizzare, quel flash mi ha cecata.

"Finalmente sei sveglia!" dice Jacob alzando le braccia in aria

"Ragazzi la colazione è pronta" dice Coleen, non entrando fortunatamente in camera

"Arriviamo" dico

Subito mi alzo e prendo dei vestiti dall'armadio, ma Jacob rimane fermo a fissarmi

"Dovrei cambiarmi, quindi esci" dico indicando la porta

"Perché non posso restare qui?" Dice leccandosi il labbro superiore

"Non ho il reggiseno" mento
In realtà sto solo cercando un modo per farlo andare via, al più presto

"Meglio ancora" dice sorridendo

Sbuffo e vado in bagno.
Mi cambio sempre in camera mia, anche quando c'è Joey.

Siamo cresciuti insieme, siamo sempre stati uniti come dei fratelli, abbiamo anche fatto la doccia insieme quando avevamo 2 anni.

Mi cambio velocemente e vado a fare colazione.
"'Giorno" dico a Coleen

"'Giorno tesoro" dice a sua volta

Le sorrido e mi siedo a tavola.
Prendo le posate e inizio a tagliare il pancake a modo mio.

Non sono molto brava nel maneggiare posate, immaginate a tagliare qualcosa.

Sento Jacob ridere ma non gli do retta, non voglio litigare con lui, anche se so che presto ritorneremo ad odiarci.

"Dopo ti devo parlare" mi sussurra all'orecchio Coleen, guardando furtivamente Jacob

Ovvio, non bastavano i miei genitori, adesso anche Coleen.
Immagino che adesso anche mia sorella mi dirà cosa fare o meno.

"La colazione era buonissima, grazie per avermi ospitato ma adesso devo tornare a casa" dice Jacob

"Io devo uscire, ci vediamo dopo" dico a Coleen

Prendo la borsa e aspetto Jacob per uscire.
Superiamo il vialetto ma noto del sangue sulle mattonelle.

Non sono io, non è il mio periodo del mese.
"Jacob?" Chiedo, un po' spaventata

"Mh?" Dice girandosi

"Ti sanguina il naso!" Dico indicandolo

Passa una mano sotto al naso, notando evidentemente il sangue.

Gli passo un fazzoletto e inizio a camminare velocemente verso casa sua.
"Sai dove abito?" Mi chiede, capendo le mie intenzioni

"Sinceramente no" dico fermandomi

"Bene, allora ti ci porto io" dice prendendomi la mano

Sorrido subito al gesto, poi contraggo la mano.
Non possiamo continuare così.

Lui mi guarda male, ma non dice nulla.
Continua a camminare e dopo qualche minuto si ferma ad una villa enorme, molto più bella della mia.

Rovista nella tasca della sua felpa rossa, fino a trovare un mazzo di chiavi.

Apre la porta e si butta sul divano, facendo schizzare qualche macchia di sangue.

Mi sbatto una mano in faccia, pensando a cosa potrebbe dire sua madre su quelle macchie.

Sbuffo e lo faccio alzare, lo porto in bagno, la prima stanza che avevo notato.

Mi siedo sul lavandino, dato che lui è più alto di me.
Inizio a tamponare sotto il suo sguardo attento.

Lentamente posiziona le mani attorno ai miei fianchi, facendomi prendere qualche battito

"Jacob" dico, un po' infastidita.
Non siamo nemmeno amici, non può farmi questo.

"Scusa" dice, togliendo le mani da me

Faccio un sorriso falso, come il suo d'altronde.

Scendo dal lavandino e lo guardò attentamente.
È seduto sul water (chiuso eh) con la testa tra le mani

"È meglio che io vada" dico

Gia, forse è meglio per tutti

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