don't ever run backwards.

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La mattina seguente, Namjoon e Jin si stavano dirigendo verso il loro solito atelier e nell'auto regnava un silenzio di tomba, il quale lasciava entrambi senza fiato. Jin non aveva il coraggio di aprire bocca, il volto dell'altro ragazzo era invece livido di rabbia. Notandolo, Jin non resistette e ruppe il silenzio. "Joonie, non ho niente a che fare con questa situazione, okay? Te lo giuro, non conosco e non ho mai visto Youngjae in vita mia..." Il suo tono era regolare, non mentiva e non aveva alcuna ragione di farlo. Namjoon lo capiva meglio di chiunque altro.

"Lo so e ti credo, ma qui il problema non sei tu, il problema è lui. Già dal primo giorno in cui è arrivato ha solo causato casini e poi ha superato il limite, lasciandoti il suo numero come se fossi una prostituta." Sentenziò l'altro con decisione, mentre cambiata la marcia.

"Lo sai che non puoi già licenziare Youngjae, vero? E poi, dovremmo aspettare a fare certe accuse, voglio dire, su quel bigliettino non c'era nemmeno il nome del destinatario. Quindi, potrebbe essere stato benissimo un incidente." Spiegò Jin, convinto del suo ragionamento. Aveva la brutta abitudine di trovare sempre l'ago nel pagliaio. C'era chi non lo trovava mai perché era una cosa così improbabile e stupida da fare che nemmeno ci pensavano; poi c'era Jin, il quale invece riusciva ad individuare quella minima ed innocua possibilità meglio di chiunque altro.

"Ah, quindi mi stai dicendo che il bigliettino con il numero di telefono di Youngjae è casualmente finito nella tua borsa. Chiusa. Non fa una piega, complimenti." Esclamò l'altro, in tono sarcastico, escludendo a priori l'ipotesi del ragazzo. Namjoon avrebbe volentieri fatto a meno di quell'inutile ago che Jin trovava sempre in ogni situazione e, talvolta, non esisteva cosa migliore da fare che essere realisti e sinceri con ciò che i fatti dimostravano.

"Calmati, era solo una supposizione." Borbottò Jin offeso, girandosi dalla parte e guardando fuori dal finestrino.

"Scusami Jin, non volevo offenderti." Disse il ragazzo dai capelli viola, appoggiando una mano sulla spalla dell'altro.

"Namjoon, non fare cazzate o ci rimetterai tu. Yoongi e Tae hanno detto che quel modello è bravissimo, non al livello di Jimin e Jungkook, però ci sa fare e io sono d'accordo. È solo che un bene per l'azienda, nonostante sia una testa calda." Lo informò Jin, continuando ad osservare la città fuori dal finestrino con il mento appoggiato sul palmo della mano. Il ragazzo non gli rispose, si limitò a guidare e pensare alle strane figure che le nuvole formavano in cielo, mentre osservava la folla di persone tipica di Seoul. Namjoon non sapeva come mascherare le sue emozioni, le manifestazioni del suo volto e i suoi comportamenti le facevano trasparire come il vetro. Jin, infatti, sapeva leggere ogni sua espressione, dato che avevano vissuto insieme poco più di sette anni e aveva imparato fin troppo bene le abitudini del suo ragazzo. Una volta arrivati, Namjoon si fece spazio tra i venti modelli che erano stati scelti e spinse con molta più forza appena notò Youngjae. Quest'ultimo subì la pulsione passivamente, inciampando e cercando di evitare la caduta in meglio possibile. "Oh, ma hai qualche problema?!" Chiese, rivolgendo a Namjoon uno sguardo che poteva bruciare qualunque cosa gli fosse capitata sotto tiro.

"Sì, ne ho parecchi di problemi." Gli rispose secco l'altro, continuando a camminare tenendo Jin per mano. Voleva dimostrare ciò che era ed era sempre stato di sua proprietà e nessuno poteva portargli via la persona che più amava se non la persona stessa. Se Jin avesse deciso di andarsene da lui, solo allora, avrebbe accettato la sua scelta.

"Ce l'avete fatta finalmente, siamo già in ritardo." Disse Taehyung con calma, mentre la sua troupe si posizionava ordinatamente davanti al modelli. "Oggi faremo le presentazioni e Rose vi mostrerà le varie parti della casa di moda, saremo con voi tutto il tempo, quindi se dovete chiedere qualcosa, noi saremo sempre pronti a rispondere." Esclamò Jin con un dolcissimo e caldo sorriso, mentre Namjoon gli circondava le spalle con il braccio e un'espressione simile a quella di un koala arrabbiato. Jimin si accorse che il ragazzo dai capelli viola non era di buon umore, continuava a tirare continue occhiatacce ad un modello che il biondo non riusciva nemmeno ad intravedere tra la piccola folla. "Allora, iniziamo con le presentazioni. Taehyung lo avete già conosciuto, ovviamente." Esordì Jin, mentre indicava il ragazzo dai capelli biondi scuri, cinti dalla famosa fascia di Gucci. "Io mi chiamo Kim Seokjin, lavoro come modellista in questa azienda. Invece, questo koala qui accanto a me è Kim Namjoon, si occupa del marketing e ha delle certificazioni in fotografia, sarà con voi durante i servizi fotografici e le sfilate." Continuò poi il ragazzo dai capelli rosa e le spalle larghe, indicando il fotografo che non aveva intenzione di staccarsi da lui. "Il ragazzo alla mia sinistra si chiama Min Yoongi, lavora come vestiarista, ma è più una specie di tuttofare. Di solito aiuta Taehyung e me, ma si occupa anche della scenografia degli eventi. Inoltre..." Jin fu interrotto dal suono della porta che si apriva e da lì scavalcò la soglia un ragazzo mediamente alto, con i capelli rossi fuoco e gli occhi grandi.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon