the more i learn about you, the more i like you.

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I primi raggi di sole stavano già illuminando il quartiere residenziale di Jimin, i suoi vicini passeggiavano lungo il marciapiede con i loro cani e, di tanto in tanto, scappava anche qualche saluto o discorso qua e là. Erano solo le sei del mattino e la rugiada ricopriva l'erba del parchetto comune davanti al complesso di villette di un tenue colore beige. Jimin aveva aperto gli occhi prima del previsto all'interno del soggiorno, sullo stesso divano della notte precedente. Dalle tende filtrava molta luce, giacché la sera prima non si era minimamente preoccupato di chiudere le serrande. Cercò di riavvolgersi nella coperta e riprovare a dormire, ma il tentativo fallì miseramente dato che tutti i ricordi si stavano rifacendo vivi nella sua mente. Era stanco, ma gli occhi non volevano chiudersi. Si stese supino e appoggiò le mani sul ventre, intrecciando le dita fra loro. Sospirò profondamente chiudendo gli occhi e si grattò i capelli tutti intrecciati e disordinati. La schiena gli cominciò a dolere poiché il divano non era così confortevole quando si passava un'intera notte a dormirci sopra. Sentì un odore pungente e forte provenire dal tavolo e appena si girò, notò che il bicchiere frantumato a terra e il whisky erano ancora lì, come ricordo della notte passata con Yoongi, un doloroso promemoria che gli fece rimbombare tutti i suoni che aveva sentito. I sussurri, gli ansimi, i gemiti ed, infine, una fredda buonanotte e dei passi che si allontanavano, connotati dall' esplicita intenzione di non ritornare mai più. Restò steso sul divano, lasciando che tutte le immagini di Yoongi dominante sopra di lui gli sconvolgessero la mente. Chiuse gli occhi e sentì fremere ogni parte del suo corpo al solo pensiero del tocco di quel ragazzo. Cominciava a percepire ogni singolo contatto: la punta delle sue dita fargli pressione sui fianchi, le sue labbra andare sempre più giù lungo il suo corpo, la sua lingua delineare ogni muscolo e le sue mani stringere i suoi polsi fino quasi a fargli male. Fece scivolare una mano sotto le coperte, portandola lungo tutto il corpo, si morse il labbro immaginando Yoongi sussurrargli parole sulle labbra, ma si fermò una volta arrivato all'altezza del basso ventre. Non poteva farlo, non poteva toccarsi pensando ad un ragazzo che sicuramente non l'avrebbe più nemmeno guardato in faccia. A quel punto, le scelte erano due, lasciarlo andare oppure continuare a lottare per una sola e ultima notte con lui. Avrebbe presto sbattuto i denti contro le conseguenze che le sue scelte gli avrebbero portato. Ciononostante Jimin non aveva la benché minima voglia di pensarci in quel momento e, inoltre, era sinceramente spaventato dal suo giudizio. La consapevolezza che quella relazione non lo avrebbe condotto da nessuna parte e il desiderio di spingersi al di là di limiti anche più sporchi e lussuriosi con Yoongi erano in continua lotta, malgrado nel profondo del suo animo, sapesse quale delle due avrebbe vinto. Quelle sensazioni così nuove, così forti e violente che aveva provato a letto con Yoongi non le aveva mai provate con nessuna ragazza avesse mai conosciuto in vita sua. Era quasi sicuro, dunque, del fatto che non le avrebbe mai più provate con altri al di fuori di quel cereo, bellissimo, statuario ragazzo di ghiaccio.

Scosse la testa, fin troppo pesante per essersi trattate solo delle sei e mezza della mattina, e si mise seduto sul divano, poggiando i gomiti sulle cosce e il viso tra le mani. Il mal di schiena si era intensificato proprio nel momento in cui si era alzato e dopo ciò un alone di dolore nella testa stava cominciando a farsi sentire. Socchiuse gli occhi, corrucciò le sopracciglia sulla fronte e si massaggiò la tempia con una mano. I capelli color grano erano sparati in diverse direzioni, ma erano rimasti comunque morbidi al tatto. Jimin si alzò e si diresse verso il bagno. Una volta dentro, accese l'acqua della doccia e osservò il vapore fuoriuscire dalla porta di vetro di essa. Si spostò davanti al lavandino, si sciacquò la faccia con dell'acqua fredda e se l'asciugò con una salvietta di cotone blu chiaro. Appena rialzó la testa e si trovò davanti il suo riflesso allo specchio, quasi si spaventò per la sua stessa faccia. Era estremamente smunta, di un pallore estremo che gli faceva scomparire qualsiasi ombra dei lineamenti, gli occhi erano oggettivamente più spenti del solito, le labbra avevano perduto completamente la loro consueta colorazione rosea e ora erano tinte di un triste giallo sbiadito, interrotto solo da una brutta ferita rossa. Si toccò quest'ultima con il dito indice, ma interruppe quel movimento appena si guardò il collo e il torso. Sulla pelle erano sparsi numerosissimi ematomi violacei e lo stesso era per il petto e il ventre. Quei succhiotti finivano sul basso ventre e ricostruivano tutta la linea che Yoongi aveva compiuto per arrivare in quel punto. Sentiva bruciare tutti i singoli segni sul suo corpo e riusciva addirittura ad avvertire ancora una volta le labbra di Yoongi che succhiavano la sua pelle senza contegno. «Devo smetterla.» Si disse Jimin, dandosi uno schiaffetto. «Devo assolutamente smettere di pensarci.» Era una volizione precisa quella che Jimin si stava imponendo, ma quel ragazzo, da quella notte in poi, non avrebbe mai più lasciato la sua testa.

♔ velvet & silk ♔ yoonmin, vkook, namjin Where stories live. Discover now