5° Capitolo - LE ORIGINI DELLA SUPREMAZIA

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Ad un tratto, un cassetto della memoria di Anselmi si aprì con forza dirompente, ricordò una circostanza per nulla secondaria. Uscì a passo svelto dall'appartamento della nipote, aveva urgente bisogno di parlare con padre Clemente. Si trattava di un suo grande amico,frate del convento di Sant'Agostino, ogni mercoledì sera, cascasse il mondo, si incontravano per la consueta partita a tresette. Anselmi non era propriamente un cattolico praticante ma la partitella a carte di metà settimana era diventata per lui un appuntamento quasi irrinunciabile.

Il giudice, arrivò al convento all'ora del vespro, padre Clemente era impegnato a dire messa, e lui si mise in disparte accanto ad un confessionale.

 Finita la messa, Padre Clemente sbeffeggiò l'amico come era sua abitudine

"Caro Sandro, ti stai proprio rimbambendo, oggi non è mercoledì, ma per stracciarti va bene qualsiasi giorno".

La smorfia di circostanza di Anselmi lo insospettì, "Amico mio, che succede? sembra che tu abbia trascorso le ultime ore in compagnia del demonio".

In effetti, il giudice non riusciva a stare fermo, continuava a sfregarsi le mani in modo concitato

"Clemente, qualche mercoledì fa, mi mostrasti un dipinto che è in fase di restauro, ti ricordi?" "Certo" - rispose Clemente - "si tratta di un dipinto realizzato da un monaco francese, ma perché me lo chiedi? "

"Ho assoluto bisogno di vederlo" rispose il giudice alzando il tono della voce.

I due attraversarono il chiostro ed entrarono in una sorta di sacrestia al centro della quale, dentro ad un cubo trasparente dotato di un dispositivo d'allarme, su un cavalletto, era stato posizionato il dipinto, ilgiudice chiese a frate Clemente di poter entrare per osservarlo davicino.

Di primo achito il frate sembrò titubante, poi, digitando un codice su una piccola tastiera, aprì il cubo che serviva a far in modo che il quadro non venisse intaccato dall'umidità di quella stanza.

Anselmi si avvicinò e cominciò ad osservarlo in modo minuzioso. Il dipinto raffigurava un abate che veniva trafitto al petto da un angelo munito di spada, ma l'elemento che attirò l'attenzione di Anselmi stava alle spalle dell'abate, un forziere traboccante di monete sul quale c'era scritto "Suprematié".

Ilgiudice sentì accelerare i battiti del suo cuore, si rivolse all'amico frate e gli chiese "Perchè su quel forziere c'è incisa la parola supremazia? Perche? Me lo sai spiegare? Perché?"

Padre Clemente cercò di calmare il giudice tutto rosso in volto" Sandro calmati, l'abate che vedi raffigurato in questo quadro apparteneva ad una congregazione religiosa fondata ad Avignone nel'700 e chiamata proprio Suprematié, intesa come supremazia misericordiosa di Cristo sui mali del mondo".

Anselmi per l'ennesimavolta cercò di calmarsi, poi chiese al frate "Ma questa congregazione esiste ancora oppure si è sciolta? Clemente, io devo saperlo"

il frate mise la mani dietro la schiena e fece cenno al giudice di seguirlo nella sua stanza, a quel punto il frate con voce flebile gli disse: "Tu sei un uomo giusto giudice Anselmi, io tra un mese compirò ottant'anni e intendo compiere una buona azione".

Anselmi non riusciva a seguirlo, ma decise di farlo parlare "La congregazione Suprematié esiste ancora ed è molto attiva presso la chiesa Francese, ma non è tutto, questa congregazione di benefattori ha anche una, diciamo così, diramazione italiana"

"Clemente",-  lo incalzò Anselmi, "Cosa intendi esattamente per diramazione italiana? E cosa intendi per benefattori? Clemente c'è in gioco la vita di alcune persone, te ne prego, aiutami".

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⏰ Last updated: Apr 02, 2018 ⏰

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