CAPITOLO 4 "Resta con me."

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La serata stranamente proseguì piacevole, la compagnia della bambina era sicuramente migliore di quella di Samuele, più matura, non che ci volesse chissà cosa a superarlo.

"Ti sei divertita mocciosetta?" Chiese Simone scompigliandogli i capelli biondi, subito ne avvertì la morbidezza e l'odore di vaniglia che proveniva, gli ricordava molto quei muffin alla vaniglia che la madre era solita preparare la domenica mattina.

"D'oggi in poi ti chiamerò muffin, ok?" Chiese teneramente divertito dall'espressione della bambina, che aveva gonfiato le guance come se avesse qualcosa di commestibile in bocca.

La piccola Vittoria annuì e allungò le braccia verso il ragazzo, con il chiaro tentativo di farsi prendere in braccio, ma quel momento tenero venne stroncato improvvisamente da un urlo.

"Lasciala immediatamente." La voce che si impose con durezza, non era sconosciuta a Simone, apparteneva infatti al signor Donati, con cui aveva dialogato non molto tempo prima.

La bambina nel sentire quelle parole, nascose ulteriormente il suo viso nel petto rassicurante del giovane uomo, che le dava quel senso di sicurezza, che il padre in dieci anni non le aveva mai dato.

"Dottor Donati, non sapevo che la conosceste. L'ho incontrata poco fa, si era persa nella fiera e così mi sono preso cura di lei, non volevo che qualche malintenzionato l'avvicinasse."

"Cosa che a quanto pare è accaduta ugualmente. Lasciala immediatamente, lei è mia." Esalò con durezza, alle parole accompagnò dei passi in avanti e prese il braccio della figlia, sottraendola alle braccia di Simone.

D'altro canto Simone era sconcertato nel vedere la violenza nei gesti di quell'uomo.

"Dove credevi di andare?" Domandò gelido Filippo e subito dopo schiaffeggiò la bambina con durezza.

Simone rimase disgustato da quel gesto ed era già pronto ad intervenire, ma venne fermato dagli uomini che accompagnavano il signor Donati.

"Ora voglio solo una cosa da te ragazzino, che te ne vada e che  faccia in modo di non farti più vedere in giro. Ah un'altra cosa dì pure al signor Cristofori che il nostro patto è saltato e digli anche che la colpa è solo tua perchè non sai tenere le mani a posto."

"Sta esagerando, non ho fatto nulla, se non aiutare una bambina."

"No tu stai superando il limite, non devi controbattere mai più quello che dico. " Poi rivolto ai suoi uomini: "Dategli una lezione, deve imparare a stare al suo posto!"

Dopo l'ordine i due aguzzini, trascinarono il giovane nel bosco lì vicino e pestarono violentemente il ragazzo, che venne ritrovato dall'amico Samuele solo la mattina dopo.

I problemi di Simone non erano finiti. Il suo stage presso il signor Cristofori fu cancellato e tutte le università presso cui aveva fatto domanda, lo rifiutarono, fu così costretto a lavorare con la madre e quello che all'inizio era stato solo un lavoro part-time divenne la loro unica fonte di sostentamento.

Simone in cuor suo non era una cattiva persona anzi, era di indole gentile, ma a causa di tutte le disgrazie vissute dopo quell'accaduto, rimpianse di aver soccorso quella bambina bionda. Tuttavia l'evento che più distrusse Simone fu la morte della madre. Un giorno tornando a casa fu investita e l'uomo che l'aveva uccisa, non solo non le aveva prestato soccorso ma l'abbandonò  morente sul ciglio della strada. I soccorsi giunsero tardi e la donna morì in agonia. Il cuore di Simone si era sgretolato e dopo quell'episodio, senza più una guida e una prospettiva di vita, iniziò a cambiare strada, si avvicinò a brutte compagnie ed entrò nel mondo della malavita.

Per la piccola Vittoria le cose non andarono meglio, anzi fu tenuta sotto chiave nella sua camera da letto e non le fu permesso neanche di vedere la madre, l'unica persona che poteva avvicinarla era proprio il suo aguzzino. 

Τύχη: quando la fortuna non basta.Where stories live. Discover now