CAPITOLO 12 "La cena."

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Dopo lo scontro avvenuto, Simone se n'è andato subito, sicuramente impaziente di andare al suo appuntamento.

Sono distesa sul letto con la testa nascosta nel cuscino, mentre cerco di mettere in ordine i miei pensieri. Posso farmi mai trattare così da Simone? NO, cavolo!

Nonostante con il suo discorso mi stesse quasi convincendo a rifiutare la cena con Samuele, dopo quello che mi ha detto, mi ha fatto capire che stargli dietro è una grandissima perdita di tempo.

Dopo un'ora sono già pronta. Ho indossato un tubino nero con i sandali abbinati, i capelli ondulati sciolti e un po' di rossetto sulle labbra, necessario per ridare un aspetto vagamente vitale al mio viso che dopo tutto quello che mi è accaduto in questi giorni, è diventato pallido e smunto.

Avverto un bussare alla porta e mi precipito.

"Samuele, sono pronta, devo solo allacciare i sandali."

"Wow. Stai benissimo! Quando ho comprato l'abito e le scarpe, avevo immaginato che ti sarebbero stati bene, ma non così!" Esclama entusiasta e il mio orgoglio femminile si sente rinvigorito.

"Grazie Samuele per avermi regalato tutto ciò ." Dico timida, ricevere tutte queste attenzioni mi sta mettendo in soggezione.

"Bocciolo, smettila di ringraziarmi, sai l'ho fatto esclusivamente per i miei occhi! Non sono così disinteressato! " Dice mostrandomi un sorriso così cordiale e caldo , che per un momento mi fa dimenticare quanto è avvenuto con Simone, dopodiché mi porge il braccio e ci rechiamo al ristorante, senza mai smettere di rivolgermi la sua totale attenzione.

Quando ci accomodiamo al tavolo posizionato all'esterno, noto immediatamente che la vista è la più bella del locale, perché affaccia direttamente sul mare, permettendo all'odore dello iodio di arrivare forte alle narici.

Questa sensazione che per altre persone è quasi scontata per quante volte è stata vissuta, per me è qualcosa di emozionante.

Dopo anni reclusa in quella prigione, avvertire qualcosa di così naturale mi conquista, non serve un'aurora boreale o chissà quale evento naturale, mi basta semplicemente questa fresca brezza marina che tuttavia riscalda il mio cuore.

"Cosa ne pensi dello spettacolo?" Chiede cercando il mio sguardo che da un po' si è perso nell'ammirare quella bellezza naturale.

"Non ho parole, mi piace tantissimo."

La cena prosegue piacevole, Samuele si conferma un galantuomo e l'idea che mi ero fatta di lui viene confermata.

"Ho notato che qui sei molto conosciuto, ti trattano tutti con particolare attenzione, vieni spesso?" Chiedo incuriosita, non ho potuto fare a meno di notare come i camerieri orbitassero sempre nei paraggi del nostro tavolo, pronti a esaudire immediatamente ogni richiesta.

"Diciamo pure che sono sempre qui, d'altronde è mio."

"Il ristorante?"

"L'albergo, il ristorante, è tutto di mia proprietà." Spiega orgoglioso.

Resto senza parole, nonostante abbia ventinove anni è riuscito a creare tutto questo.

"Complimenti, sei davvero intraprendente."

"Tu invece cosa hai intenzione di fare?"

Bella domanda. Posso dirgli che in realtà non ho mai visto una scuola e non so neanche come sia fatta? Fino ai miei nove anni, mia madre si era occupata della mia istruzione, ma dopo che mio padre mi impedì di vederla, ho continuato a studiare da autodidatta.

Τύχη: quando la fortuna non basta.Where stories live. Discover now