Capitolo 2

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Quando ritornammo in classe, vidi con mio grande timore che Harvey, uno dei bambini che mi prendeva sempre in giro, teneva tra le mani il foglio su cui stavo scrivendo la mia storia qualche minuto prima che uscissi fuori a giocare. 

Io e Robert eravamo tornati dentro per ultimi e notammo che una folla di compagni si radunava attorno ad Harvey per ascoltarlo mentre lui leggeva la mia storia. Sghignazzava man mano che andava avanti e, quando i personaggi parlavano, lui assumeva una vocina fastidiosa per prenderli in giro e soprattutto per prendere in giro me. 

In quel momento sentì una rabbia pazzesca.

Quando lui si accorse che c'ero anch'io ad ascoltarlo, si voltò verso di me con un sorriso fastidioso e disse: "Oh eccola qua, la nostra piccola scrittrice. Allora ragazzi, vi è piaciuta questa storia?", chiese in generale alla classe. 

Tutti mi guardarono e con un coro maligno risposero: "Noo!"

Robert invece se ne stava in silenzio al mio fianco. Sentivo che si era irrigidito e che fremeva dalla voglia di intervenire. 

Io invece avvertivo la rabbia crescere ma non riuscivo a muovermi e ad inveire contro Harvey. Volevo soltanto riavere indietro il foglio con la mia storia. Non mi importava se agli altri non piaceva, non mi sarei mai lasciata scoraggiare così da un gruppo di antipatici maleducati.

Harvey si avvicinò a me e con fare minaccioso mi chiese: "Vuoi che ti ridia il foglio, Willow?"

Io annuì, sentendo la gola e le labbra secche.

"Allora dii "per favore, Harvey, ridammi il mio foglio" ed io te lo ridò."

"Ridalle il foglio, scemo!", disse Robert arrabbiato, ma Harvey e tutti gli altri lo ignorarono completamente.

Mi schiarì la voce, presi coraggio dalla rabbia che sentivo e pur con voce flebile dissi: "Per favore, Harvey, ridammi il foglio."

Lui sorrise vittorioso e mi porse il foglio con facilità. 

Io stupidamente cercai di afferrarlo subito, ma avrei dovuto aspettarmelo che si sarebbe allontanato di poco. Harvey aveva alzato il foglio un po' più in alto. Cercai di prenderlo di nuovo, ma lui con cattiveria spostava il foglio sempre più lontano dalla mia presa. Io cominciai a saltellare per cercare di raggiungerlo e di afferrarlo in tempo, ma lui sapeva essere molto più veloce di me. 

Ero troppo bassa per raggiungere l'altezza dalla quale lo teneva adesso e così gli chiesi di nuovo: "Per favore, Harvey, ridammi il mio foglio.", questa volta ero molto più supplichevole e disperata.

"Certo, adesso te lo ridò.", mi canzonò lui. 

Riabbassò il foglio, lo prese con entrambe le mani... e lo stracciò divanti ai miei occhi imploranti. Lo strappò pezzo per pezzo, fino a ridurre la carta in coriandoli sottilissimi che lasciò svolazzare per terra.

Tutti scoppiarono a ridere. Tutti tranne me e Robert.

Io avrei voluto scoppiare a piangere, ma mi trattenni. In quel momento mi tornavano in mente le parole di papà: "Male che vada, tu continua a sorridere." Così cercai come meglio potevo di ricacciare indietro le lacrime ma la gola mi bruciava e i miei occhi, di questo ne ero sicura anche senza specchiarmi, dovevano essere diventati umidi e tristi.

Robert invece era furioso e in una manciata di secondi si avventò contro Harvey per picchiarlo. Gli diede un bel colpo sul naso, facendolo urlare di sopresa e di dolore. 

Harvey cercò di difendersi come meglio poteva. Di corporatura era molto più massiccio di Robert e le sue mani erano spaventosamente grandi nonostante avesse solo otto anni. Era più forte di lui e si vedeva. 

Continua a sorridereTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon