Che ci fai a casa mia?

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Dei rumori provenienti dal primo piano mi fecero sussultare nel sonno.

Chi diavolo faceva così rumore alle tre di notte?

Sbuffai posando il telefono -che precedentemente avevo preso- e mi alzai da quel comodissimo letto.

I miei occhi erano ancora impastati dal sonno e come mio solito, andai a sbattere direttamente nella porta.

«Dio, il mignolo!»

Appoggiai la mano sulla bocca, cercando di non urlare.

La aprii lentamente e notai che tutte le luci al piano di sotto erano accese.

Camminai in punta di piedi e mi affacciai per vedere chi fosse.

Non feci neanche in tempo a muovermi, che una mano venne poggiata sulla mia bocca.
Una voce roca ma allo stesso tempo sensuale, mi parlò.

«Che ci fai a casa mia, bambolina?»

Il suo bacino premeva sul mio fondoschiena e gli ormoni cominciarono a farsi sentire.
Il suo alito sul mio collo non aiutava ed io stavo ardendo.

Cercai di allontanarmi, ma spinse ancora di più in avanti il suo corpo.

Cazzo.

«È stato il gatto a mangiarti la lingua?
Oppure mio fratello?»

Ghignò.

«Sei rivoltante, Alexander.»

Mi spostai immediatamente da lui e mi girai, incrociando le braccia.

Il suo volto si rabbuiò non appena mi guardò il viso. Si avvicinò e con fare poco delicato, mi alzò il mento iniziando poi a scrutarmi.

«Dimmi che non è come penso io, Madelyn.»

Ingoiai la saliva nervosamente, iniziando a balbettare.

«I-io..»

Qualcosa sbattette sul muro e iniziai a trasalire, non appena capii che era il suo pugno.

«Io lo uccido quel fottuto bastardo.»

Affermò ancora rivolto verso il muro, con
entrambe le mani poggiate su di esso.

Mi avvicinai cautamente, sperando che non mi facesse niente e gli toccai il braccio.

Sussultò a quel tocco girandosi e guardandomi dritto negli occhi.

BORN TO LOVE YOUWhere stories live. Discover now