Non la merito.

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Ed io ho paura, perché
non so volare. Ma ci sei
tu in basso, pronto a prendermi
se cado.

**

Ebbene sì. Era arrivato il fatidico momento. Il momento in cui avrei scoperto se fossi stata incinta, o meno.

Respirai profondamente e guardai la mia amica e poi Gabe, prima di guardare quel test.

Positivo.

Tempo fa progettavo un piccolo fagiolino con Andrew ed ero così felice all'idea. E continuavo a ripetere che tutto era cambiato, la mia vita, tutto.

Era così diverso prima. Avevo un fidanzato e vari progetti ed ero molto più piccola.

Adesso cosa avevo? Non mi era rimasto più nulla, se non rimpianto e tristezza.

Mi accasciai a terra e guardai con le lacrime agli occhi Gabe ed Allison.

«Positivo.»

La mia amica parve molto felice, che batteva ripetutamente le mani; Gabe fece un piccolo sorriso, ma i suoi occhi erano spenti.

Io e lui non l'avevamo ancora fatto e sinceramente, non sapevo se l'avessi fatto.

«Mad, ti aiuteremo noi.» Mi confortò lei.

«Lo so.» Roteai gli occhi scocciata. «È solo che...non è facile.»

«Questo lo sappiamo.» Disse Gabe guardandomi con la coda dell'occhio.

«Ma non ti abbandoneremo. Non come ha fatto una certa persona.» Ironizzò.

Allison lo fulminò subito con lo sguardo.

«Tranquilla. Ha ragione.»

Mi alzai piano dal pavimento, per poi buttare quel test nell'immondizia.

Quel bambino avrebbe cambiato tutto. Ne ero sicura, perfino me. Mi avrebbe fatta diventare migliore, migliore di come ero adesso.

L'unica cosa di cui mi pentivo, era che l'ho fatto con la persona che credevo fosse giusta per me. Mi sbagliavo. Come sempre.

Alexander's POV

«Hai da fare stasera?»

Mi rivolsi a lui con un falso sorriso, le gambe sul tavolo e una birra scadente tra le mani.

«No.» Mi guardò afflitto. «Stai uscendo troppo spesso Alexander, datti una regolata.»

«Sennò cosa fai, mammina?» Ridacchiai. «Mi picchi?»

«Andiamo, Alex.» Sbuffò sonoramente. «Dopo quello che è successo con Madelyn, non sei più lo stesso.»

Mi alzai velocemente dalla sedia e con tutta la rabbia che riservavo dentro di me, spinsi il tavolo di vetro facendolo rompere in mille pezzi.

«Non ti azzardare a nominarla.» Gli puntai il dito contro.

Sussultò, ma continuò a parlare, cosa che mi faceva imbestialire ancor di più.

BORN TO LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora