Stanca di soffire.

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«Perché piangi, tesoro?»

Si avvicinò lentamente sedendosi sul morbido letto, accarezzò la mia guancia e un piccolo sorriso comparve sul suo viso angelico.

«In classe mi prendono in giro.»

La voce era lieve, triste come non mai.

Come se il mio cuore fosse un l'elastico, che allungandolo troppo si spezzava alla fine.

Riuscivano solo con una parola a farmi crollare del tutto, il mio cuore non riusciva più sopportare quegli odiosi ragazzini.

Ogni giorno mi chiedevo il perché lo facessero, cosa avevo fatto di così sbagliato per essere trattata così.

Mi facevano sentire sempre indifesa, debole e inferiore a loro.

Una mano venne appoggiata sulla mia spalla delicatamente, accarezzandola.

«Madelyn, non ti curar di loro. Non si meritano le tue lacrime. Sei più forte di quanto tu credi.»

Mi abbracciò e il suo profumo si inondò su di me.

«Ti voglio tanto bene, mamma.»

Mi nascosi sotto i suoi capelli, pulendomi le lacrime.

«Anche io, tesoro.»

Sorrise e si spostò guardandomi negli occhi.

«Adesso svegliati.»

Spalancai gli occhi scattando velocemente in avanti, erano ancora gonfi per le troppe lacrime, mi guardai intorno cercando di capire cosa fosse successo.

Un bisbiglio mi fece sussultare, mi alzai velocemente, pentendomene subito dopo.

Le testa mi scoppiava, tanto che chiusi gli occhi, appoggiando le mani su di essa.

«Madelyn.»

Il mio cuore perse un battito non appena sentì la sua voce, velocemente li aprii, girandomi verso di lui.

«Alexander.» Sussurrai.

Si posizionò di fronte a me, i suoi occhi incontrarono i miei, ci guardammo intensamente per almeno un minuto.

«C-cosa ci fai qui?»

«Ti ho trovata sul ciglio della strada mentre piangevi e ti ho portata a casa mia.» Fece una pausa. «Non sapevo che fare.»

Alzò le spalle, mise le mani in tasca, il suo sguardo era ancora rivolto su di me.

Il silenzio piombò nella piccola casa e divenni rossa dalla vergogna.

Non riuscivo a capire il motivo per cui mi sentivo così quando c'era lui.

Quando lo guardavo per un momento, non avevo più modo di parlare, la mia lingua restava muta, il ritmo del cuore accelerava.

BORN TO LOVE YOUWhere stories live. Discover now