l'antidoto della mia ira

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ATTO V

una rabbia che mi attanaglia, che mi acceca l'animo mi divora e io schiavo di questa ira posso solo ridere di me stesso per esser sottomesso ad un volere maggiore di me

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una rabbia che mi attanaglia, che mi acceca l'animo mi divora e io schiavo di questa ira posso solo ridere di me stesso per esser sottomesso ad un volere maggiore di me.

non riesco a vedere il bene intorno, tanto i miei occhi sono inondati d'odio; non riesco a vedere il tuo viso sereno e limpido, perché sono impregnato dal fuoco dell'inferno. chi mi dice che non sono realmente negli inferi e chi mi dice che sono ancora nel mio pianeta vagante? non comprendo, è questo l'inferno?

che qualcuno mi liberi da questa tortura, ché il cervello palpita e la testa mi duole.

non riesco a sopportare il mio nome chiamato da te, con la tua cazzo di voce squillante che mi uccide i timpani e mi lacera gli organi. chiamami dolcemente, solletica il mio buon umore e baciami dove ancora non l'hai fatto, ma non pronunciare il mio nome così. amami ma non farmi del male, mi stai facendo del male, non mi stai amando.

basta, basta, dannazione! smettetela! ho bisogno che qualcuno mi aiuti e non di qualcuno che mi faccia precipitare ancor più nel baratro.

la mia rabbia mi divora e voi non fate altro che alimentarla.

voi, esseri ripugnanti simili a uomini, siete così squallidi mentre mi guardate e mi rassicurate, ma pensate tuttavia che sia perduto in queste condizioni così pietose, in questo stato di squilibrio. ma sapete una cosa? siete voi pietosi. e sarà un'affermazione poco saggia da parte di un dio, lo comprendo, ma voi dovreste essere miei amici, tuttavia vedo nei vostri occhi lussuria nel vedermi soffrire. leggo le vostre anime così corrotte che godono del fallimento di qualcuno, quindi perché non dovrei affermare il mio sdegno verso voi che credevo miei leali compagni?

"amici", che vomitevole parola.

l'ira si nutre di me, sono io a permetterglielo, e sapete perché? perché vedo nei vostri volti altro; verità celate da calunnie, dunque che senso avrebbe sopravvivere a questa ira se so che la vostra gelosia e ipocrisia mi ferirà nuovamente? e non mentite chè lo so, devo ricordarvi chi sono?

"Ares, devi calmarti", mi sussurri, lo so mia cara, ti sembra che non lo sappia? ma come? le tue carezze perché non fanno effetto? sei scaduta? soffoco in questo dolore e in questi pensieri che incitano il mio malumore.

dovrò trovare pace in me stesso a quanto pare, dovrò prendere conforto da ciò che so fare, da ciò che amo, dallo sguardo della mia Afrodite e non di una dea che non ha effetto su di me o da falsi alleati. voglio Afrodite accanto a me, che qualcuno la chiami ché non m'importa se non m'ama, voglio vedere i suoi occhi, potrebbero essere l'antidoto della mia ira.

invece no, non ho bisogno di lei, non voglio lei, riuscirò a sopravvivere con le mie forze. sono un dio e se non riesco a sopravvivere chi si prenderà cura del mio pianeta di cenere astrale? chi si prenderà cura del mio impero?
riuscirò a sopravvivere, e sarà la mia rinascita.

Cenere sui tuoi occhiWhere stories live. Discover now