Secondo capitolo - Non c'è due senza tre

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Secondo capitolo - Non c'è due senza tre

Bella

Che. Figura. Di. Merda.

Sono le uniche parole a cui riesco a pensare, mentre mi abbasso in tutta fretta per raccogliere i fogli sparsi sul pavimento. Li butto alla bell'é meglio dentro la cartellina, mentre sento il mio viso che va a fuoco.

Dio, risucchiami.

Dimmi che non ho fatto sul serio quello che ho appena fatto.

Mi ritiro su in tutta fretta, sotto lo sguardo divertito del signor McCarty e quello meno divertito di... Cullen.

Fa che sia un incubo e che mi risvegli da un momento all'altro. Quando uscirò dalla mia casa mi ricorderò che i Taxi sono neri. Neri. Neri. Neri.

"Isabella, ti lascio con Edward. Ero qui solo per conoscerti, ma sarà lui ad occuparsi di te."

"Cosa?!" Ed eccola qui, la seconda figura di merda più grande della mia vita. Io, Isabella Swan, che arpiono il braccio di McCarty come se ne valesse la mia vita. "No! No, no! Come sola con lui? Non ha delle domande da farmi? Non vuole sapere quello che c'è... qui?" Alzo la cartellina, puntandola proprio davanti ai suoi occhi. I miei invece lo supplicano di non lasciarmi da sola qui. Io non posso davvero credere a cosa sto facendo. Perché non ho un filtro tra la testa e la bocca? Perché sono sempre così? Eppure Charlie me lo dice sempre, sempre. Pensa prima di parlare. Pensa. Ma sembra che il mio cervello non ne voglia sapere di pensare oggi. McCarty mi guarda divertito, e so che potrebbe scoppiare a ridere da un momento all'altro. Aro l'ha definito un bambinone, ma credo che io gli abbia appena sfilato il posto da sotto il sedere. Con delicatezza toglie la mia mano dal suo braccio.

"Mi dispiace, ma ho del lavoro da sbrigare. E poi mi fido ciecamente di Edward." Mi sta dando davvero delle spiegazioni? Gli faccio così pena? "Quindi non ti preoccupare, con lui sei in buone mani." E' l'ultima cosa che dice prima di uscire dall'ufficio. Ora, siamo completamente soli. Lui ancora seduto su quella poltrona, e io in piedi come una stupida.

Voragine, risucchiami ora. Ti prego.

"Accomodati." Mi indica la sedia libera davanti alla scrivania, e faccio una fatica immane prima di arrivarci e sedermi. Non sono seduta dietro a lui, ma davanti. Noto più cose di quante ne avessi viste nello specchietto retrovisore: una mascella spigolosa e ben pronunciata, la sua pelle priva da ogni segno di barba, il naso lungo e longilineo e gli occhi... "più verdi del solito."

"Più verdi?" Non posso averlo detto ad alta voce. Perché la voragine ancora non mi ha risucchiata? Respira, Bella. Respira. Gli hai soltanto detto che Aro è un viscido che si tromba la sua fidanzata. Cosa potrebbe andare peggio?

"N-no dico... gli occhi... dal vivo sembrano più verdi."

"Dal vivo?"

"Lo specchietto falsava un po' il colore." Peggio di così, eh?

"Lo specchietto..." Sussurra lui, allisciandosi la barba inesistente. Mi sembra di intravedere un accenno di sorriso che spunta dalle sue labbra. Starà pensando che sono un caso perso, chiamerà Aro e mi faranno causa insieme. E lì sì, che neanche il fast food mi vorrà per il resto della mia vita.

"Posso?!" Allunga una mano nella mia direzione, indicando la cartellina che è ancora stretta tra le mie dita.

"Oh!" Passo lo sguardo da lui alla cartella, e mi rendo conto che i fogli non sono sistemati come prima. Sono un accozzaglia di documenti sparsi a caso. "Aspetti, li sistemo. Ecco, questo è il primo." Glielo passo, mentre le mie mani frugano ancora. "Quello è il curriculum fatto subito dopo la mia laurea. Vede, ho seguito tutti i corsi e mi sono laureata con il massimo dei voti ad Harvard." Mi allungo, puntando il dito su voto finale che è scritto sul foglio che ha in mano. "Questo invece è stato il mio primo caso pro bono." Gli allungo anche il secondo. "La signora denunciava suo marito per stalking dopo il divorzio, vinto, ovviamente. Ecco qui il secondo," spiego, passandogli tre fogli tutti insieme. "Stavolta il marito denuncia la moglie per molestie, vinto anche quello. In realtà non ci sono cause perse. Qui abbiamo la denuncia che ha fatto un dipendente al suo datore di lavoro, qui la ragazza appena diciottenne che voleva il mantenimento dai suoi, qui l'amante che parla con la moglie ed entrambe fanno causa al signore, qui..."

Taxi?!Where stories live. Discover now