Quinto capitolo - Destino

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Quinto capitolo - Destino

Edward

Se me l'avessero raccontato ci avrei creduto?

No, assolutamente no. E se ci fosse un modo per dirlo con più enfasi lo urlerei al mondo ancora più forte. Perché è letteralmente fuori da ogni mia aspettativa quello che è appena successo. Tremo al pensiero, mentre l'ascensore si ferma al mio piano ed esco.

"Alice, buongiorno."

"Oh, Edward. Buongiorno a te." Il folletto con i capelli neri sparati nelle direzioni più disparate mi sorride, staccando gli occhi dallo schermo del PC.

"Emmett è arrivato?" Annuisce, indicandomi la porta del mio studio.

"Ti sta aspettando. Sei in ritardo o sbaglio?" Arcua le sopracciglia, come se volesse leggermi nel pensiero. Alice è il nostro punto di forza. Con tutta la sua vitalità è riuscita a portare gioia e risate in questo ufficio, quando ne mancavano da un bel pezzo. Credevo che non avrei mai conosciuto un'altra peggio di lei, beh, mi sbagliavo di grosso.

"C'era traffico." La butto lì, prendendo i documenti che mi sta passando.

"La signorina Swan dovrebbe arrivare a momenti, giusto?" Giusto. Non è ancora qui perché starà facendo il suo badge alla reception, mentre io sono passato dall'entrata secondaria.

"Esatto. Falla accomodare nella sala d'attesa quando arriva, poi chiamami."

"Perfetto." Le faccio un cenno con la mano, e passo svelto mi dirigo verso l'ufficio. Quando apro la porta trovo il mio socio stravaccato sul divano, mentre sfoglia un giornale e sorseggia il caffè che è in mano. Un'altra tazza è posata sulla mia scrivania. Butto tutto sulla poltrona, per poi sedermi.

"Sei in ritardo o sbaglio?" Chiede Emmett, alzando un solo sopracciglio.

"Ti sei messo d'accordo con Alice?"

"No, lo sai che quella ha le visioni." Questa è la causa che Emmett porta avanti da quando Alice ha varcato la soglia del nostro ufficio. Cioè da ben due anni. Secondo lui il peperino prevede il futuro, perché ne sa una più del diavolo.

"Comunque, fra quanto arriva? Devo fare un milione di cose." Brontola Emmett, alzandosi per buttare il giornale sopra la mia scrivania.

"A breve."

"In ritardo il primo giorno di lavoro? Non mi sembra un inizio coi fiocchi." Fa il suo sguardo truce, quello che gli riesce meglio.

"Ho già conosciuto Isabella Swan." Annuncio infine, perché non posso nasconderglielo. Sia per lavoro e sia per la profonda amicizia che ci lega dal College. E mi serve fottutamente sfogarmi con qualcuno.

"Cosa? Allora me ne vado. Lo sai i guai che ci sta facendo passare quella Contessa lì?" Oh, lo so bene. Perché da quando la Contessa Delacroix ha varcato la porta dello studio sembra che il tempo si sia fermato.

Tutto per la Contessa.

Rispondi alle chiamate della Contessa.

Chiedi alla Contessa di cosa ha bisogno.

Non farti scappare la Contessa.

Non farti scappare i soldi della Contessa.

"Non ho conosciuto Isabella Swan qui." Gli occhi del mio socio si allargano a dismisura.

"Cosa? No, Edward! Non dirmi che te la sei portata a letto!"

"Scherzi?"

"E sentiamo, dove l'hai conosciuta? Mi immagino in un pub qui intorno, mentre lei passava per caso per vedere dov'era lo studio. E poi: "oh, ma è proprio Isabella Swan. La nostra nuova dipendente.'.

Taxi?!Where stories live. Discover now