Sesto capitolo - Segretaria sexy

27 5 0
                                    

Sesto capitolo - Segretaria sexy

Bella

Apro gli occhi di scatto, cercando di abituarmi alla luce gialla che me li fa subito richiudere. Allora sbatto di nuovo le palpebre leggermente, cercando di capire cosa c'è intorno a me. Mura bianche, un odore di spirito allucinante e tutti quei biip che continuano a farmi girare la testa. Sono in Ospedale. Ci metto un po' a rendermene conto.

Che ci faccio qui? Provo a muovere la testa verso sinistra, e capisco che il mio collo è bloccato da qualcosa. Mi sforzo un po', fino a vedere che anche l'altro lettino della stanza è occupato.

Da Edward. Con gli occhi aperti e una benda che gli circonda la testa mi guarda con un cipiglio divertito in faccia.

"Buongiorno, bella addormentata. Ce ne hai messo di tempo prima di svegliarti."

Quella stessa mattina...

Basta, ho deciso. Farò leva sulla mia forza di volontà, e appena arriverò in ufficio parlerò con Edward. Non mi sta bene tutto questo. Non mi stanno bene i baci rubati, non mi sta bene che ogni scusa è buona per prendersi gioco di me. Non che gli riesca difficile farlo, dopo avermi conosciuto veramente. Eppure non mi sta bene. Stamattina mi sono svegliata con questo pallino nella testa: devo far valere le mie idee. Devo dimostrargli che non esiste solo la Bella divertente, ma esiste anche quella cazzuta. Quella che è in grado di fare molte altre cose, oltre a quelle già dimostrate. E' una settimana che lo vedo di rado in ufficio, mentre mi sono occupata delle scartoffie che mi faceva recapitare da Alice. Forse è anche questo che non mi sta bene. Essere stata messa da parte. Eravamo partiti col piede giusto, cause pro bono da sola e le altre con il mio aiuto. Ma l'unica cosa che ha fatto con il mio aiuto è stata farsi accompagnare dalla Contessa, mentre tenevo il moccio ad entrambi. Ho appurato che non è un serial killer, e non mi ha uccisa in mille pezzettini lasciandomi nella campagna inglese. Anzi, avrebbe di certo fatto altro. Ma non ha aggiunto niente in macchina, lasciandomi sotto casa con un semplice: "Grazie e buonanotte." Io pensavo di essere strana, ma lui non scherza. Scendo con uno sbuffo le scale, pensando che sì, oggi è proprio il giorno giusto. Per entrare nel suo ufficio e parlargli. Per dirgli che sono stata spedita qui per un motivo, ma che posso redimermi dai miei sbagli iniziali. Ricominceremo da capo! Era da tempo che non sentivo questa positività dentro di me. Ma dura davvero poco, perché appena apro il portone il diluvio universale è la prima cosa che mi accoglie. Perché non tiro su le tapparelle quando mi sveglio? Perché diavolo non controllo il tempo fuori, prima di mettermi in ghingheri per il discorso dell'anno, eh? Sbuffo, e penso che non posso salire a cambiarmi. Penso anche che non ho un ombrello con me, e non ho abbastanza soldi da spendere per il taxi. E non posso arrivare in ritardo. L'unica soluzione che mi resta è quella di correre fino alla fermata della metro, sperando di non rompermi l'osso del collo con questi tacchi.

L'ho già detto che odio Londra, no? Beh, se non l'ho detto è così.

Io odio Londra.

"Bella..."

"Non. Dire. Una. Parola." Punto un dito contro Alice, mentre cerco di salvare il salvabile. Peccato che non ci sia niente da salvare. Sono fradicia. Ho i capelli attaccati al viso e vestiti sono ormai la mia seconda pelle.

"Tesoro..." Cerca di trattenersi dallo scoppiare a ridere da un momento all'altro. "Posso aiutarti?" Domanda dalla sua postazione, con una piega impeccabile e un trucco da make up artist. "Perché non ti decidi a prendere una macchina?"

"Perché non ho il tempo di imparare a guidare di nuovo." Sbuffo, gocciolando su tutto il pavimento della hall. "Alice, aiutami." La mia è una preghiera, mentre il folletto si alza e la seguo fino ad una stanza dove non avevo mai messo piede.

Taxi?!Where stories live. Discover now