Capitolo 18.

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Capitolo 18.


Erano passati quasi due mesi dall'arrivo di Giada a Ftia e le cose sembravano trascorrere bene; la principessa si era ormai abituata a quel luogo tutto da scoprire e cominciava a sentire l'isola come la sua nuova casa.

Era una sensazione stupenda quella di appartenere ad un posto, una sensazione che a Sparta non provava da tanto, troppo tempo.

Achille passava le giornate con Patroclo ad allenarsi, ogni tanto aiutava Peleo con degli impegni a corte e poi trascorreva del tempo con Giada.

Insomma, tutto andava come doveva andare, ed anche Elena si godeva finalmente un po' di pace.

Teti non si faceva vedere quasi mai, andava a trovare Achille molto raramente ed evitava con accuratezza di incrociare Giada.

La ragazza però non si poteva dire troppo dispiaciuta.

Erano un po' di giorni però che Giada cominciava a sentirsi strana, era sempre stanca ed ogni emozione le pareva amplificata.

Cominciò a spaventarsi: che fossero i segnali di una maledizione divina?

Non volle preoccupare né Achille né sua madre e decise di rivolgersi all'unica persona sull'isola che avrebbe potuto aiutarla: l'indovina Ascania.

La donna viveva ai piedi del colle più alto di Ftia, in una caverna, e Giada si fece scortare da un paio di guardie di re Peleo a metà mattinata.

"Ehm... indovina?"

Nella grotta non vedeva nessuno e non sapeva esattamente se dovesse entrare o attendere sull'uscio.

Nella semioscurità una voce le accordò il permesso di avanzare.

"Entra principessa Giada, ti aspettavo"

La ragazza fece un passo avanti e dal fondo della caverna comparve una donna non molto più grande di lei.

Giada si aspettava una vecchia dalla pelle verdastra e gli occhi lattiginosi, invece Ascania era bellissima; i capelli neri come la pece e gli occhi azzurri talmente chiari che era quasi impossibile distinguere l'iride dalla pupilla.

"Lei mi.. aspettava?"

"Naturalmente. Sapevo che saresti venuta, per scoprire cosa ti fa sentire così turbata. Avvicinati e siediti di fronte a me."

Ascania aveva preso posto dietro ad una sorta di scrivania rudimentale fatta totalmente in pietra sulla quale erano poggiati degli oggetti alquanto bizzarri.

Anche se un po' titubante, Giada si sedette su un masso che fungeva da sedia.

L'indovina cominciò ad armeggiare con della strana polverina a cui poi diede fuoco; non c'erano fiamme ma solo un fumo densissimo che saliva verso l'alto.

Giada tossì.

"Guarda attentamente nella foschia, principessa. E dimmi esattamente cosa vedi."

La ragazza provò a concentrare tutta la propria attenzione su quella specie di nebbia e fu molto sorpresa di notare che all'interno vi si formavano degli strani disegni.

"Vedo un.. sacco. Si, un fagotto, qualcosa del genere..."

"Guarda meglio principessa. Libera l'occhio della mente."

Giada si sporse un po' più avanti e fissò nuovamente la figura, che pian piano si districava.

Sembravano coperte, si...

Fu quasi tentata di allungare la mano per scoprire cosa si celasse dietro di esse, dimenticando che si trattava solo di disegni nel fumo.

Ma proprio in quel momento la figura si mosse ancora una volta.

La principessa di Sparta [IN REVISIONE]حيث تعيش القصص. اكتشف الآن