Capitolo I

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Alle sette in punto la sveglia sul comodino iniziò a suonare con quel suo trillo robotico e maledettamente fastidioso. Sembrava che gridasse "Svegliati, alzati, ti aspetta una faticosissima giornata all'Università" e nella mia mente rimbombavano insulti di tutti i tipi.

Con un movimento leggero del braccio spuntai fuori dal piumone, spensi la sveglia e andai ad aprire la finestra.
La luce entrò prepotente nella stanza disordinata accecandomi gli occhi. Mi misi un braccio sul viso e me ne andai in bagno.

Mi piacerebbe dire che assomigliavo a Cenerentola appena sveglia, ma la realtà è che sembravo più Anna di Frozen.
Cercai di aggiustare quella chioma spettinata di capelli castani e mi sciacquai il viso.

«Buongiorno Seline» la voce di Vale nella cucina era calda e tranquilla.
«Giorno» dissi sedendomi sullo sgabello vicino al bancone bianco lucido.
Vale mi portò una tazza di latte caldo e un tovagliolo poi fece per girarsi e mettere quella che aveva in mano nel lavabo.
«Ci hai messo il miele?» chiesi dubbiosa
Vale si girò, mi guardò pensieroso poi fece di no con la testa.
«Stronzo lo sai che il latte caldo senza miele non mi piace» dissi spingendo la tazza.
«Scusa l'ho dimenticato»
«Beh non dimenticarlo!» Vale abbassò la testa come un cane bastonato «Che dici, lo metti il miele qua dentro?».
«Comandi» fece lui, girandosi per prendere il miele dal mobile.

Bevvi il latte a piccoli sorsi guardando la strada fuori dalla finestra. Il mondo si stava appena svegliando e si vedevano i primi passanti che si affrettavano per andare a lavoro, i bimbi che correvano a scuola e le finestre che pian piano si aprivano tutte... proprio come i fiori la mattina si aprono per poi richiudersi ogni sera, così il mondo ogni mattina sbocciava lentamente e ogni sera tornava a chiudersi.

Lanciai uno sguardo all'orologio sul muro: 7.27. Stavo facendo tardi all'Università.

Mi alzai di scatto e corsi in bagno: mi buttai nella doccia e per la fretta dovetti subirmi una doccia fredda.
Uscii dalla doccia, gocciolante e un po' tremante, mi avvolsi in un grande asciugamano e diedi uno sguardo all'orario sul cellulare: 7.31.
Mi asciugai il più velocemente possibile e cercai di vestirmi altrettanto in fretta.
Presi i libri e i quaderni per gli appunti, mi misi la borsa sulle spalle, salutai Vale e mi precipitai fuori dall'appartamento.

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Il volto del padroneWhere stories live. Discover now