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Nala

Nency era l'unica persona che mi era rimasta. Era la mia piccola sorellina e le volevo un mondo di bene.
Quando avevo saputo che quel bastardo l'aveva ferita, allora ho deciso di ferirlo io.
Ovviamente, non sapendo quali fossero i suoi punti deboli - così che io potessi usare le parole - ho optato per i pugni...
E i calci...
Calci nelle palle...
Stomaco...
Faccia...
Strappare i capelli...
Insomma, immaginatevi il resto.

<<Nensy non pingere ti prego>> dissi facendole le coccole.
<<Vuoi che ti racconti per la sesta volta come l'ho trattato?>> le chiesi

Fece una piccola risata e disse <<Nono va bene così. Devi averlo ridotto male>>

<<Oh non sai quanto>> dissi ridendo

<<Nessuno ti ha denunciata?>> chiese curiosa.

<<A quanto pare sono stata fortunata!>> dissi alzandomi dal letto.

<<Ti preparo un po' di pancake?>> chiesi

<<Si ti prego!>> rispose facendo una faccia talmente carina che mi obbligò a darle un bacio sulla testa.
Le scompigliai i capelli e scesi al piano di sotto.

Amava i pancake e lo stesso valeva per me.
Accesi il condizionatore e tolsi la maglietta restando in top. Faceva un sacco caldo e in più cucinare raddoppiava quel calore.

Una volta finiti, feci per chiamare Nensy ma d'improvviso suonò il campanello.
Andai ad aprire e difronte a me vidi due ragazzi. Mi guardarono con un ghigno sul volto e ricordai che stavo in top. Decisi di sembrare sicura di me.

<<Posso aiutar->> mi fermai di scatto quando mi resi conto che erano... <<o mio dio voi siete quei ragazzi.! I ragazzi fregni!>> dissi ridendo.
<<Tu devi essere quello più giovane, occhi azzurri, capelli lisci blah blah si di te mi ricordo>> feci una piccola pausa e poi continuai <<invece tu... tu devi essere... oh si! Ora ricordo! Sei quello che se ne stava da parte ad osservare tutto. Tipo l'aiutante di quell'idiota>> dissi riferendomi alla persona che avevo pensato per l'intera settimana.

Quello più grande si stupì del mio buon occhio

<<Brava! Hai azzeccato un bel po' di cose>> disse entrando a casa.

<<Ma prego! Fate come se foste a casa vostra!>> dissi aprendo le braccia irritata.

Si sedette sul divano e disse <<Abbiamo una richiesta da farti>>
Inarcai un sopracciglio curiosa e lui continuò a parlare <<penso tu ti ricorda ancora quell'idiota, ecco, devi passare del tempo con lui. Ha delle cose da dirti.>>

<<Scusa?! E in cambio cosa ci guadagno?>> dissi incrociando le braccia al petto facendo risaltare il seno senza farlo apposta.
Vidi che entrami abbassarono lo sguardo per guardare.

Il più piccolo prese la maglia che avevo buttato sul divano e me la porse.

<<Non ho nulla contro, lo giuro, ma così nessuno riesce a parlarti seriamente senza distrarsi.>> disse timidamente.

Alzai gli occhi al cielo e decisi di mettermi la maglia.

<< Cinque mila dollari ogni settimana>> disse improvvisamente.
Alzai gli occhi di scatto e lo guardai confusa.

<<Giuro che se mi prendete per il culo vi ammazzo!>> gli fulminai con lo sguardo.

<<Ti sembra che stia scherzando?!>> disse serio

<<No, ma...>> ci pensai un po'.

Cinque mila dollari...
In una settimana...
Quesi soldi non riuscivo a guadagnarli neanche in un solo mese!

<<Non accetto.>> dissi infine.

Il più giovane mi guardò a bocca aperta mentre l'altro alzò un sopracciglio sorpreso.

<<Allora sette mila dollari>>

<<dieci>> dissi

<<Cosa?!>> disse il ragazzo con gli occhi azzurri.

<<No. Non posso accettare. O sette o niente.>> disse serrando la mascella

<<Allora niente. O dieci o niente. Prendere o lasciare>> dissi sempre più convinta.
<<sennò potete andarvene e dire a quel idiota che non ho accettato, così si arrabbierà con voi>> aggiunsi sorridendo divertita.

<<Va bene>> disse l'altro irritato.

Accidenti! Avrei dovuto dire almeno quindici mila dollari. Avrebbe comunque accettato.
Sembrava come se avessero un urgente bisogno che io accettassi.

Si alzarono. Il più grande mi porse la mano, poi la ritirò quando capì che non gliel'avrei stretta.
<<Stasera alle otto devi essere pronta. 'Vestiti elegante ma non che tutta la gente abbia gli occhi su di te'. Quest'ultima frase mi è stata riferita da Adam, cioè quell'idiota.>> disse uscendo per poi dire <<Arrivederci signorina Nala Quinn>>

<<Ma che cazz...>>

Non sarebbe uscito nulla di buono con tutto questo.

Andai di sopra e chiamai Nensy per fare colazione, e nel mentre pensai al vestito che avrei messo.

FUCK ME | fuck youWhere stories live. Discover now