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Adam

Mi svegliai presto quella mattina. Erano le sette e trentotto del mattino e io mi sentivo terribilmente strano.
Strano nel svegliarmi la mattina e trovarla tra le mie braccia.
Strano nel sentire il suo profumo ogni istante.
Strano affezionarsi così presto a qualcuno.

La guardai. Non so cosa avesse sognato di così tanto orribile per svegliarsi spaventata, ma l'unica cosa che ero riuscito a capire, era che lei aveva bisogno di qualcuno che si sarebbe preso cura di lei. Lo capii nel modo in cui tremava e mi stringeva, nel modo in cui si avvolgeva come un bruco nella sua casa, prendeva le ginocchia... le avvicinava al petto e diventava piccola piccola.

Prima di andare di sotto mi feci una doccia. Non so se a lei stava bene ma non c'era mai un giorno in cui ogni mattina non mi facevo la doccia. Mi vestii ed andai di sotto.
Non ero bravo a cucinare, infatti l'unica cosa che sapevo fare erano i pancake. I miei fratelli dicevano che chiunque era in grado di farli. Infatti su questo davo ragione a tutti loro, ma... non tutti riescono a farli mangiabili.
"Devi solo dare le giuste dosi. Alcuni dicono che sono semplici i pancake, ma se non metti le giuste dosi, sappi che verranno uno schifo." diceva mia madre. Era stata lei a insegnarmi a fare i pancake. Ed era per questo che li facevo ogni mattina per me e i miei fratelli. Lei era favolosa. Una donna vivace e meravigliosa. Mi mancava da morire.

«Buongiorno, Adam»
Mi girai e la vidi sorridere. Era magnificamente divina.
Ci si poteva riempire il cuore di gioia nel solo guardare una persona?

«Buongiorno cerbiatta.» dissi dandole un bacio senza staccarmi dai fornelli.
«Hanno un buonissimo profumo. Chissà se saranno anche buoni.» disse sorridendo divertita.
«Oh, rimarrai scioccata dal sapore di questi pancake.» dissi spegnendo il piano di cottura. Presi un piatto e ne misi un bel po' per me, un piatto per Nensy e...
«Quanti ne vuoi, Nala?» chiesi rivolgendole un sorriso. Lei mi guardò in silenzio e mi sorrise. Un sorriso sincero e delicato.
«Ne voglio due... anzi... tre, facciamo tre.» disse guardando i pancake, come se fossero i suoi nemici più letali.
Ne misi due, non perché non volessi che mangiasse, anzi, ma perché sapevo che quel 'tre' era uscito dalla sua bocca  solo per non sentirsi giudicata.
«Se ne vorrai ancora metteremo il terzo, va bene per te?» chiesi appoggiando tutto sul tavolo.
Lei annuì. Le andai incontro e le presi il viso tra le mani. Le baciai la fronte, il naso, le guance, e poi assaporai le sue labbra.
«Piccoli passi e vedrai che ce la faremo, insieme. Promesso?» dissi mettendo il mignolino davanti al suo viso.
«Promesso» disse sorridendo, alzando il mignolo anche lei.
«Dov'è Nensy?» chiesi.
«Sta ancora dormendo, mangerà più tardi»

«Allora... come ti sembrano?» chiesi curioso.
Stava ancora masticando e alzo le sopracciglia poi alzo lo sguardo verso il mio.
«Dannazione, Adam... sono i pancake più buoni che io abbia mai mangiato!» disse mentre ne tagliava un'altro pezzo.
«Vedi, te l'avevo detto.» dissi orgoglioso. Lei invece si mise a ridere. E quella risata mi riempì il cuore.

***

Erano passate settimane dal nostro primo incontro e in un certo senso mi sentivo completo.

Mentre stavamo sul divano sentii il suo battito accelerare. Si alzò piano cercando di non andare nel panico.
La guardai allarmato, non capivo quale fosse il problema. Perciò mi alzai le appoggiai una mano sulla spalla.
«Ehi, Nala. Cosa succede?»
«Adam... ho bisogno di andare in bagno...» disse senza guardarmi negli occhi. La vidi tenere la pancia con le mani e li capii.
«Nala guardami.»
Nessuna reazione.
«Nala. Guardami.» ripetei.
Alzò lo sguardo piano verso il mio e i suoi occhi erano come se stessero chiedendo aiuto.
«Adam, i-io non voglio farlo...» disse con voce spezzata.
«Allora non farlo, Nala. È difficile, molto. Ma ricordati che ciò che hai appena mangiato ti serve. È tutta energia che aiuta il tuo corpo a stare bene.» dissi prendendole il viso tra le mani.
«Ma... guardami Adam... guarda il mio corpo. Sono orribile. Guarda questa pancia, guarda queste cosce. Mi sento un pallone gonfiato. Mi sento esplodere.» disse fra le lacrime.
«Il tuo corpo è perfetto. Sei bellissima, sei incredibilmente divina. E non te lo sto dicendo per calmarti in questo momento. Lo penso davvero. Sei la donna più bella che io abbia mai visto.» dissi guardando quei due smeraldi.
«Io ti vedo, Nala.» dissi, per poi darle un bacio.

FUCK ME | fuck youWhere stories live. Discover now