3 @AppiBee - Filippo

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Credevo e speravo che le cose sarebbero cambiate e invece io e Riccardo continuiamo a essere distanti nonostante non ci sia più nessuna lontananza a dividerci. Non so perché, alla fine quando siamo insieme stiamo ancora bene, ma non appena ci dividiamo i messaggi svaniscono quasi del tutto e le chiamate sono sempre limitate a pochi minuti perché ha sempre qualcosa da fare. 

Abbiamo indirizzi diversi e sicuramente il suo richiede più impegno del mio, ma la verità è che cerco solamente una scusa per giustificare per l'ennesima volta il suo comportamento. 

Alla fine, un po' perché ero annoiato e un po' perché non volevo pensare troppo alla situazione, ho fatto richiesta per diventare assistente di uno dei migliori docenti universitari e quando sono stato avvisato che avevo avuto successo ero al settimo cielo. 

Così, quando ricevetti la buonanotte di RuMa, sorrisi nel sapere che entrambi avevamo concluso la giornata alla stessa maniera. 

Questa mattina non avevo lezione prima delle undici così, al posto di alzarmi presto, decisi di crogiolarmi a letto. Riccardo mi aveva già detto che era impegnato col tirocinio e non so nemmeno se fosse la verità, forse però era così distante solo perché era stanco, studiare medicina ed essere davanti a me di due anni, con una tesi da preparare, doveva essere impegnativo, ma comunque avrei voluto di più. 

-Vado a un appuntamento con un bel moro

Amo il suo amore per la musica e, anche se non lo credevo possibile, sembrava sempre come se nella sua vita non ci potesse mai essere posto per niente altro e riuscivo benissimo a vedere come sarebbe stato quando avrebbe incontrato un ragazzo, perché quel ragazzo avrebbe potuto trovarsi esattamente come me in questo istante, sempre in attesa, anche se però in cuor mio immaginavo che RuMa non fosse proprio così. 

-Beato te!

Gli rispondo, per poi iniziare a prepararmi. 

-Riccardo? Non è con te?

Siamo talmente abituati alla presenza l'uno dell'altro che nemmeno mi stupisco che sappia esattamente dove dovrei essere e con chi nonostante non ci conosciamo di persona. 

-No, aveva da fare. Io ora vado a lezione anche se non con il tuo stesso entusiasmo

Mi spoglio e poi mi infilo sotto la doccia. Quando esco trovo la sua risposta. 

-Sono un Riccardo anche io mi sa :( 

Sorrido nel vedere che abbiamo fatto lo stesso pensiero. 

-Same but different. Mi sembra di conoscere meglio te di lui. Come se accettassi i tuoi impegni e non i suoi

Mi siedo sul bordo del letto, la maglia in mano da infilare mentre penso a quello che gli ho scritto. 

-Facile. Io sono solo un amico mentre lui è il tuo ragazzo. Credo sia normale desiderare più tempo dalla persona che si ama

Sbuffo e poi riprendo a vestirmi. Ha ragione eppure ho come l'impressione che lui anche se mio amico, trovi sempre un momento per me anche quando è impegnato. 

Scuoto la testa. Ma cosa diavolo sto pensando ancora? 

Prendo i libri per le due lezioni e poi esco dalla stanza. L'aria sta iniziando a farsi più fresca ed è piacevole camminare fino all'edificio principale. Alzo gli occhi al cielo, l'unica cosa che posso condividere col mio amico e poi mando un messaggio a Riccardo per sapere come sta procedendo la giornata senza aspettare la sua risposta perché so già che non arriverà. 

Mi siedo in uno dei posti a metà aula, saluto alcuni visi che riconosco e poi aspetto che inizi pedagogia sociale. Ascolto la lezione al meglio che posso, cercando di segnarmi i punti principali per poi sistemare al meglio gli appunti e quando finisce mi sento esausto come se avessi appena corso dieci chilometri. 

Esco e vado alla ricerca di un distributore automatico che possa salvarmi per il pranzo dato che non riesco a fermarmi in un bar prima della lezione successiva e dopo aver preso dei wafer e una tavoletta di cioccolato recupero anche un caffè che butto giù ancora prima di mangiare sperando mi dia un po' di forza per affrontare quello che diverrà il mio corso di punta: Psicologia dello sviluppo e dell'educazione.

Non so nemmeno perché abbia fatto richiesta per diventare assistente proprio per queste lezioni, forse perché so che saranno quelle più complesse e il fatto che dovrò concentrarmi di più e prestare più attenzione probabilmente mi aiuterà a superare meglio l'esame, ma resta il fatto che sarà una spina nel fianco e l'unica cosa che ora mi auguro è che chi le terrà non sia uno stronzo di prima classe. 

Mi siedo in uno dei posti liberi nella prima fila e poi attendo che inizi. 

«Buongiorno e ben arrivati alla vostra prima lezione con me. So che in molti temono questo corso, ma sappiate che quello che imparerete con me vi sarà di grande aiuto per diventare chi vorreste diventare». 

È più giovane di come me l'ero immaginato, ma cosa ancora più sorprendente è il suo modo di porsi. Cammina avanti e indietro per la stanza mentre spiega tutto il programma e quello che si aspetta da noi e dall'esame finale. Ci guarda e ci osserva uno per uno e mi chiedo se non ci stia analizzando per scovare chi tra di noi lo deluderà e da chi invece riceverà gioie. 

E in un certo senso mi sento già sotto esame. Cazzo. 

«...quindi riassumendo in poche parole, lo sviluppo dell'essere umano è caratterizzato da una serie di processi piuttosto complessi, innescati da un intreccio di fattori di varia natura: biologici, sociali, culturali che noi andremo a scoprire per poi poter intervenire quando verrà richiesta la nostra supervisione». 

Nell'aula cala un silenzio che sembra irreale.

«Vi ho spaventati?». Sorride, cercando di alleggerire la situazione probabilmente. «So che tra di voi c'è il mio nuovo assistente quindi chiedo a lui di alzarsi e farsi vedere, così che se avrete bisogno di qualcosa di fare riferimento a lui prima di tutto perché il mio tempo all'università è limitato alle singole lezioni, per cui sarà difficile trovarmi a gironzolare in giro per il campus». 

Con l'agitazione che mi pervade nel dovermi far riconoscere da tutti, mi alzo in piedi e mi volto verso l'interno dell'aula, salutando con la mano i miei colleghi, dopo di che torno al mio posto con una voglia pazzesca di ritirarmi da quel ruolo che io stesso ho richiesto. 

Quando la lezione finisce mi avvicino al docente per presentarmi e per sapere esattamente in cosa consisterà il mio ruolo dato che in segreteria non mi hanno detto nulla. 

«Siccome sono stato un po' esigente mi hanno tolto l'ufficio che avevo qui, per cui spero non ti dispiaccia venire a casa mia dove ho sistemato una stanza con tutto quello che ci servirà». 

Lo guardo inarcando le sopracciglia a questa richiesta che puzza di fuffa e credo riesca a vedere lui stesso sul mio viso quanto questo possa sembrare strano, ma nonostante tutto scoppia in una risata fragorosa. 

Mette le mani avanti. «Hai ragione, hai ragione, ma sul serio non ho un posto qui e se ti fa sentire meglio puoi chiedere in segreteria. Ho già avvertito che avremo svolto le nostre attività a casa mia, ma se non ti va facciamo via skype o qualsiasi cosa si usi adesso». 

Scuoto la testa e sebbene tutto sembri surreale accetto. «No, va bene. Quando dovrei venire?». 

«Hai lezioni domani mattina?». 

Ci penso un momento, ma la prima inizia nel primo pomeriggio. «Domani va bene». 

Mi segno l'indirizzo e mi rendo conto che è un po' più avanti del mio appartamento e mi rassereno nel sapere di non dover andare in un quartiere che non conosco. Saluto il professore, dopo di che esco e guardo le notifiche dove trovo un messaggio del mio ragazzo. 

-Ceniamo assieme?

Sorrido, finalmente si è fatto vivo e finalmente possiamo vederci. 


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