5 @AppiBee - Filippo

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NOTA: ho visto che avete un po' di confusione. Bee e RuMa non sanno di essere Filippo ed Elia perché non si sono mai detti il loro vero nome, sono amici online da anni e sanno poche cose personali di loro stessi, una di queste è quello che studiano, ma quanti studenti ci sono? Riccardo ed Elia invece al momento sono due estranei che si sono trovati per caso nella stessa città, ma non sanno d'essersi appena trasferiti tutti e due. RuMa parla a Bee di Filippo senza  però sapere che è lui e, dato che non entra nel dettaglio, Filippo non capisce di essere il diretto interessato. D'altro canto Bee parla a RuMa di Riccardo ed Elia sa che Filippo è fidanzato perché glielo dice subito al primo incontro solo che non gli ha detto come si chiama. So che forse è complicato, ma tra poco tutto sarà più chiaro. 



-AAA ape felice cerca aiuto cuoco per evitare figura di merda

Non ho mai cucinato e non ho ben capito per quale motivo abbia deciso di farlo oggi al posto di ordinare come sempre qualcosa di pronto da un ristorante vicino o forse lo so, però perfino il mio cervello si rifiuta a credere che potrebbe servire a qualcosa questa mia impresa. Guardo l'orologio e mi rendo conto che manca solo un'ora all'arrivo di Riccardo e, oltre a evitare di dar fuoco alla casa, dovrei anche farmi una doccia per togliere l'odore di bruciato dai capelli. 

-L'unica cosa che so fare sono i pancake. Sorry :( 

Ottimo. Messi assieme io e lui potremmo tranquillamente morire di fame. 

-Domani mattina allora ti chiamo per la colazione se non muoio per intossicazione sta sera

Ci scherzo su dato che comunque ormai il danno è fatto. Già so cosa dirà il mio ragazzo non appena vedrà questo casino, tanto vale telefonare al ristornate giapponese per farmi portare qualcosa e almeno farmi trovare pulito. 

Quando suona alla porta ho ancora i capelli bagnati e quasi tutta la puzza di bruciato è scomparsa da dentro casa. 

«Devo chiamare i pompieri?». Mi prende per il culo infatti, gli occhi stanchi e un sorriso appena accennato. 

«Volevo rendere la serata più emozionante». 

«O volevi venire a farmi visita in pronto soccorso?». 

Alzo le spalle. «Colpevole». 

Scuote la testa e prima d'entrare in casa mi da un bacio. Un semplice sfioramento di labbra, nulla a che vedere col bacio focoso che mi ero immaginato. 

«Ti sei sistemato bene, ma d'altronde non avevo dubbi». Nella voce la solita punta di acidità quando tira fuori il lato economico della relazione. 

Alzo gli occhi al cielo e non gli rispondo nemmeno. «La cena dovrebbe arrivare tra dieci minuti». Gli dico invece circondandogli la vita e premendo la sua schiena contro il mio petto. 

Le sue mani si posano sulle mie e lascia cadere la testa all'indietro. «Fammi venire all'ora». 

Sorrido, anche se il mio è solo un gesto abitudinario perché in verità un po' mi infastidisce questa richiesta, la stessa che mi è stata fatta tre sere fa, ma lo assecondo ancora una volta giustificandolo e cercando ogni modo per farlo desistere dal lasciarmi. 

Allungo le mani verso il bottone slacciandoglielo e poi tiro giù la cerniera. Abbasso gli slip senza nemmeno prendermi la briga di spostarmi e con le labbra contro le sue orecchie e una mano sul suo cazzo, inizio a muovermi fino a quando non riempie le mie dita del suo sperma. 

Una sega e via. 

E nella testa continua a frullarmi quel pensiero a cui non voglio dare voce. 

Aspetto che si sistemi e poi vado alla ricerca delle sue labbra. Lo bacio come avevo desiderato e anche se non c'è quel trasporto che c'era all'inizio della nostra relazione, mi accontento. 

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