8. La serata di Phil

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Venelia

Do un'occhiata al navigatore e mi rendo conto che sono finalmente arrivata a casa di Phil. Davanti agli occhi ho un enorme ed elegante palazzo che, anche solo a vederlo da fuori, urla ricchezza da ogni suo angolo, ma stavolta non mi faccio nessun pensiero. Mi sento piccola piccola davanti a tanta magnificenza, ma comunque non mi faccio nessun problema, avvicinandomi immediatamente al citofono.

Cerco il suo cognome nella targhetta e schiaccio il bottone di ottone, facendo qualche passetto indietro. Passa veramente poco tempo prima che Phil mi risponda e mi inviti a salire all'ultimo piano una volta che ha capito che sono io.

Il portone si apre subito e, dopo averlo spinto, entro. La prima cosa che vedo, che quasi mi fa restare a bocca aperta, è un enorme androne con alcune piantine verdi e curate sparse qua e là, le quali danno un aspetto ancora più elegante al tutto. Sulla destra vedo la portineria, che però al momento sembra chiusa e vuota, probabilmente per l'orario, e in fondo intravedo gli ascensori. Per un attimo penso di salire con le scale, ma mi rendo conto che non ho nessuna voglia di farmi tutte queste rampe, dato che Phil abita nell'attico. Perciò mi avvicino all'ascensore e, dopo esserci salita, schiaccio il numero più alto nel tastierino.

Devo ammettere che sono un po' agitata all'idea di rivederlo, soprattutto per come è finita tra noi l'ultima volta, ma sono felice di essere qui. Sono fiera di non essere rimasta a piangermi addosso per le paure che mi nascono dentro, fiera di aver affrontato quel terrore e aver dato un'altra possibilità a Philippe e a me stessa. Mi merito di provare ad essere felice dopo Max, me lo merito assolutamente.

Sento un suono, che mi riporta alla realtà e che mi annuncia di essere arrivata all'ultimo piano, e poi le porte si aprono davanti ai miei occhi, rivelando Foden che mi sta già aspettando sulla porta. Indossa semplicemente un paio di jeans e una maglia, niente collane costose addosso e nessun orologio d'oro, sembra essere un altro rispetto a quando abbiamo pranzato insieme.

"Finalmente sei arrivata, ehi." mi viene incontro e mi lascia un delicato bacio sulla guancia "Spero non sia stato difficile arrivare fin qua."

"Ehi" gli sorrido e lo seguo dentro l'appartamento, mentre scuoto la testa "ho seguito le indicazioni del navigatore. Ho dovuto prendere due pullman, non è stato difficile."

Lui mi aiuta a togliere il giubbotto e poi lo sistema nell'appendiabiti, posando poi una mano nella mia schiena e facendomi camminare verso gli enormi divani che sono sistemati nell'altrettanto enorme soggiorno. Mi guardo un po' intorno, colpita e ammaliata dall'arredamento moderno dell'appartamento, e sorrido quando vedo qualche gioco sparso per terra in un angolo... è davvero strano vedere qualcosa per bambini in un ambiente elegante come questo.

"Accomodati, la cena è sui fornelli. Possiamo parlare un po' nel frattempo, ti posso offrire qualcosa da bere?" mi siedo sul divano, sistemandomi la gonna, e lo osservo mentre mi fissa attentamente come se non volesse sbagliare nulla. Solo ora mi rendo conto di come sia teso rispetto alle altre volte che ci siamo visti, è come se stesse cercando di mascherarlo ma non riuscisse fino in fondo.

"Sono a posto così, grazie." batto leggermente la mano sul divano e lo invito a sedersi "Vieni accanto a me, forza." Lui sospira e poi fa come gli ho detto, così mi giro completamente verso di lui. I suoi occhioni azzurri sono fissi nei miei e io cerco di ignorare questa sensazione che si espande nella bocca del mio stomaco. "Sono contenta di essere qua, e non sei sotto esame, puoi respirare, Philippe." ironizzo, cercando di farlo mettere a suo agio, e lui ridacchia appena sentendo le mie parole.

"Lo so... è che ho promesso di dimostrarti che non sono solo parole le mie e che ci tengo a conoscerti, perciò vorrei che andasse tutto bene." strofina le mani sopra le sue cosce e sospira "Voglio sia una serata perfetta per te, che ti faccia capire chi sono, scegliere di continuare a vedermi, e che valga la pena aver mentito ai tuoi genitori." mi schiaccia un occhiolino, come per spazzare via la pesantezza del suo discorso, e io d'istinto poso la mano sul suo viso.

Accarezzo delicatamente le sue guance, con il dorso della mano, mentre gli sorrido in modo spontaneo, sperando che questo lo aiuti a capire quale è il mio stato d'animo. "So che sarà una serata perfetta. Sii te stesso e andrà benissimo. Non mi pento mica di aver inventato una scusa per uscire, sono felice di essere qua, sappilo."

Vedo tantissime emozioni e tantissimi pensieri che gli colorano lo sguardo, ma non riesco a capire quali sono le più evidenti. Però devo ammettere che mi piace che sia così preoccupato che stanotte vada tutto bene, significa che ci tiene e che era sincero quando mi ha scritto quelle parole.

"Perfetto, allora che questa seconda possibilità abbia inizio, Venelia."

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La serata sta procedendo a gonfie vele. Abbiamo mangiato benissimo, e ho scoperto così che è un ottimo cuoco, abbiamo parlato tanto e di tante cose, e questo mi ha fatto sentire come la prima volta che ci siamo visti in discoteca. È come se tra noi si fosse ristabilita quella connessione, la giornata passata al ristorante e tutto il resto sono cose lontane anni luce da noi.

"A che ora devi rientrare?" mi sposta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e sospira appena, sapendo che non manca molto alla fine di questa serata.

"Tra poco... mia madre sennò dà di matto, e non voglio questo, perché mi piacerebbe avere il permesso di poter uscire altre volte per poterti rivedere ancora senza problemi." vedo i suoi occhi luccicare per ciò che ho detto, si vede chiaramente che non si aspettava che fossi così diretta e si vede chiaramente che aspettava che gli dicessi come sono stata con lui stasera.

"E io sarò ben felice di organizzare altri momenti così..." abbassa appena la voce e, piano piano, si avvicina a me. Posa la mano sul mio volto, e resta fermo per qualche attimo come per capire se mi sposterò o meno. Ha paura di rischiare e così rovinare tutto, e questo mi fa capire che voglio assolutamente che annienti questa distanza tra noi. "Fermami se non vuoi... non voglio forzarti a fare nulla. Per me oggi sarebbe speciale a prescindere da questo."

"Lo so, ed è per questo che voglio che mi baci." lo sussurro appena e poi, d'istinto, chiudo gli occhi. Sento il cuore che va veloce contro il mio petto, ma appena penso che non potrebbe fare peggio di così, Phil appoggia le labbra sulle mie e il mio cuore quasi esplode.

Mi avvicino ancora di più a lui, volendo sentire il calore del suo corpo, mentre le sue mani scorrono sui miei fianchi e mi tengono stretta, facendomi sentire miliardi di brividi percorrermi. Una parte di me aveva paura che non avrei sentito tanti sentimenti esplodermi, che nemmeno lui riuscisse a scalfire quell'apatia nella mia anima scaturita per colpa di Max, invece è tutt'altro. Sento crollare ogni barriera, sento ogni sentimento tornare a galla e rinascere, sento nuovamente le farfalle svolazzare nello stomaco e il cuore sospirare... Phil ha appena riacceso ogni mio sentimento, ed è tutto così magico.

Ricambio il suo bacio come se non potessi farne a meno, e nemmeno voglio, l'unica cosa che al momento conta siamo noi due, la nostra sintonia e questa storia che forse sta nascendo. Non voglio restare bloccata nel passato, in quello che è successo prima di Philippe, voglio darmi una possibilità di essere ancora felice e di innamorarmi ancora.

Incontri che cambiano la vita||Phil FodenWhere stories live. Discover now