Parte 5

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Questo capitolo è solo su Caph e Fares se non vi piace skippate pure.

Fares

Eravamo al bunker stavamo ancora provando, mi continuavano ad arrivare messaggi, non li guardavo tanto sapevo di chi erano, tutti della stessa persona, tutti di Lorenzo il mio ex, non ha preso bene la rottura e già quando stavamo assieme si comportava in modo troppo possessivo e adesso che ci siamo lasciati ancora peggio, mi chiama venti volte al giorno e mi manda una media di mille messaggi al giorno, tra cui insulti e minacce alternati a messaggi d'amore dove mi chiede perdono o mi dice quanto mi ama, dicendo che non può fare a meno di me e che io non posso fare a meno di lui.

È una situazione impossibile spesso si presenta anche sotto casa mia o al supermercato dove vado di solito.

Non ho avuto il coraggio di parlarne con nessuno perché ho paura della sua reazione e della reazione degli altri, non voglio che pensino che sono debole, per ora sono riuscito a cavarmela da solo ma continua così da sei mesi e non so per quanto riuscirò ad andare avanti.

Stavo guardando il cellulare preoccupato e ansioso, ho paura che si presenti al bunker ma per ora non lo ha mai fatto.

"Ei Pietro tutto ok?" mi chiese Jacopo incuriosito

"Si si certo sto bene" dissi un po' nervoso

"Sicuro, guardi il cellulare preoccupato" disse

"No tranquillo stavo guardando una notizia" dissi andandomene in bagno

Mi guardai allo specchio e mi arrivò un ennesima chiamata da Lorenzo, risposi.

"Che c'è ancora?" dissi sfinito

"Pietro io ti amo ti prego incontriamoci, giuro che non ti farò nulla parliamo e basta, io ti amo e so che anche tu mi ami, senza di me non sei nulla, io sono l'unico che ti ama" disse con voce colpevole

"Zitto, non è vero io non ti amo più devi capirlo" dissi esasperato

"Non è vero e lo sai, non mentire a te stesso, con me stavi meglio devi solo rendertene conto di nuovo" disse iniziando ad alzare la voce, sapeva quanto mi distruggeva questa cosa.

"Basta ti prego" dissi ormai piangendo attaccando la chiamata.

Le lacrime mi rigavano il volto, decisi che dovevo calmarmi non riuscivo più a sopportare questa cosa e non avevo fatto bene ad attaccargli in faccia perché adesso mi stava riempendo di messaggi.

Finì di piangere, mi sciacquai la faccia e uscì dal bagno con ancora gli occhi rossi.

Caph

Vidi Pietro uscire dal bagno, aveva gli occhi rossi e midi, mi avvicinai a lui.

"Ei Pietro cosa ti prende?" gli chiesi preoccupato

"Oh no niente tranquillo, allergia penso" mi disse sorridendomi ma si vedeva che stava male e il fatto che non me ne voleva parlare mi preoccupava ancora di più.

Decisi di abbracciarlo e basta, lui non se lo aspettava ma subito dopo ricambiò, la mia spalla diventò umida ma decisi di non dire niente, lui si stacco dall'abbraccio e a testa bassa uscì dicendo che andava a fumare, decisi di non seguirlo perché avevo capito che voleva stare solo, odia mostrarsi debole.

Erano le 18 decisi di andare a casa a preparare le cose per sta sera, salutai tutti e andai al minimarket vicino a casa mia presi delle birre e ordinai le pizze.

Una volta a casa mi feci una doccia e mi vestì con dei baggy in denim e una maglia nera semplice con sopra una felpa oversize beige e una giacca sopra bianca. Mandai un messaggio a Pietro per dirgli che lo stavo venendo a prendere sotto casa e di farsi trovare pronto.

tira e molla (faster e piccolo)Where stories live. Discover now