24. Where Have You Been

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"I've been everywhere, man,
Looking for you, babe,
Looking for you, babe,
Searching for you, babe".

Mi risvegliai tra le sue braccia, il giorno successivo. Avevo molto caldo, e il pigiama mi si era praticamente attaccato addosso, ma non mi mossi di un centimetro, quando aprii gli occhi, assaporando la pienezza di quel momento. Il suo profumo mi riempiva i polmoni, e percepivo il suo petto fare su e giù contro la mia schiena. Avevo un suo braccio attorno al bacino e il suo respiro fra i capelli. Dormiva proprio profondamente. Dalle finestre filtrava qualche debole raggio di luce che illuminava la stanza, ma la sveglia non era ancora suonata, quindi dovevano essere ancora le sei di mattina o giù di lì. Provai cautamente a sottrarmi alla sua presa d'acciaio e a voltarmi verso di lui, in modo da sfruttare a mio favore quei pochi minuti che avevamo ancora - prima di riprendere la solita routine quotidiana - per osservarlo dormire. Ma, quando mi tentai di rimuovere il suo braccio di dosso, mi strinse ancora più forte, come se avesse avuto paura che scappassi. Trattenni il respiro (non per altro, ma perché mi stava a dir poco soffocando). Ci riprovai, ma con scarsi risultati. A quel punto ebbi un'intuizione - cosa molto strana, visto che a prima mattina il mio cervello non connette proprio.

"Lo so che sei sveglio" lo smascherai, e lo sentii emettere dei mugolii di dissenso.

Ridacchiai e cercai di scansare il suo braccio ancora una volta, ma era decisamente troppo più forte di me perché riuscissi a smuoverlo anche di una singola virgola. Sbuffai, e a quel punto allentò la presa, permettendomi di non dargli più le spalle e di girarmi a guardarlo negli occhi. Si era addormentato con ancora i vestiti del giorno prima addosso. Anche se "vestiti" non è il termine adatto, visto che era in jeans e canottiera. Avevamo preso sonno poco dopo quel bacio, cullati l'una dalle braccia dell'altro. Stavo per gioire del fatto che, dopo tanto tempo, avessi finalmente trascorso una notte senza incubi, ma poi rammentai quel sogno assurdo e mi accigliai. Ero così persa nei meandri della mia mente, che non mi accorsi neppure di quanto fossimo effettivamente vicini, e di come mi stesse fissando. Aveva uno sguardo strano, che non riuscivo a interpretare. Mi guardava come se non avesse mai guardato altra ragazza al di fuori di me. Era uno sguardo pieno di tanti di quei sentimenti, che non saprei elencarli. Mi sentii in imbarazzo, soprattutto perché nessuno mai mi aveva guardata a quel modo, e percepii un'inspiegabile agitazione farsi spazio dentro di me. In quel momento constatai che era la seconda volta in vita mia che dormivo con un ragazzo senza averci prima fatto sesso. Non riuscivo a spiegarmi perché con Peter dovessi sempre stravolgere tutti quelli che erano i miei "principi" e le mie abitudini. Mi sorrise amorevolmente, e fece per avvicinare il viso al mio, molto probabilmente per baciarmi. Se avessi dovuto spiegare in quel momento cosa fu che mi fece allontanare istintivamente dal suo viso e alzare speditamente dal letto, non l'avrei saputo fare. Ma ora, a mente lucida, ripensandoci dopo tutto questo tempo, so per certo che si trattava di qualcosa al di sopra delle mie capacità di comprensione. All'epoca la maggior parte delle cose che facevo non avevano una vera e propria spiegazione logica: erano semplici istinti, o almeno era quello che continuavo a ripetermi.

"Va tutto bene?" domandò, stranito, sorreggendosi sui gomiti, sollevandosi tanto quanto bastava perché fossi nuovamente sul suo raggio visivo.

Annuii, mentre raccattavo da sotto il letto le mie scarpe e me le infilavo alla velocità della luce. Arraffai il giubbino da terra (probabilmente doveva essere caduto dal letto durante la notte, altrimenti non c'era altra motivazione valida che giustificasse il perché si trovasse lì) e me lo misi ancora più rapidamente. Mentre ero intenta a litigare con una manica - perché non riuscivo a trovarla e a ficcarmi correttamente il giubbotto -, lo vidi balzare su dal letto e avvicinarmisi con uno scatto felino che, per essere prima mattina, fu veramente sbalorditivo. Si posizionò dietro di me e guidò il mio braccio all'interno della manica, per poi afferrarmi per le spalle e farmi voltare verso di lui. Quando incontrai i suoi occhi mi mancò il respiro. Mi chiesi perché con lui per qualsiasi cosa dovesse sempre sembrare la prima volta. Aggrottò le sopracciglia e quasi mi parve che il suo sguardo avrebbe potuto bucarmi l'anima.

Celeste - La miglior cosa che non ho mai avutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora