Appendere la luna

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Il tragitto dalla fermata del treno alla scuola è gelido. Mickey stringe maggiormente la sciarpa intorno al collo e con essa cerca di coprire la metà inferiore della faccia. Una delle sue mani è occupata con un bicchiere di caffé caldo pagato troppo caro. Ma fanculo, per quando fosse giunto al North Side, aveva voglia di qualcosa di caldo in mano e il cazzo di Gallagher non era in vista. Ogni tanto uno deve arrangiarsi.

Il clima freddo si è sistemato per bene a Chicago. Perfino Svetlana è accucciata sulla scrivania come se fosse la sua tana per il letargo durante l'inverno. È infagottata in un pesante maglione con maniche che coprono per metà le sue mani. Una tazza vuota di caffé barcolla sulla sua scrivania, e Mickey la osserva vacillare verso il bordo mentre vi passa davanti. Proprio quando è fuori dalla visuale, sente il rumore dell'oggetto di cartone contro il pavimento e Svetlana che borbotta qualcosa in russo. Mickey non sa mai con certezza cosa Svetlana imprechi, ma l'intonazione delle volgarità trascende la lingua.

Mickey fa un sorso del suo caffé mentre apre la porta dello spogliatoio. Il caffé ha già lasciato una bruciatura sulla sua lingua che durerà almeno un giorno, ma ne ha bisogno. Il freddo si è insinuato nelle sue ossa. Non aiuta il fatto che il riscaldamento del suo appartamento sia, nei suoi giorni migliori, scadente. Ma lo spogliatoio qui è riscaldato, grazie a Dio. Mickey si toglie il cappotto e gioisce del calore per un momento. Poi si toglie anche la sciarpa, e butta entrambi gli indumenti nell'armadietto. Deve schiacciarli per far sì che ci stiano, e a malapena riesce a chiudere l'armadietto.

Mickey controlla l'ora. Ha circa dieci minuti finché la lezione abbia inizio, quindi si siede sulla panca e fiaccamente sorseggia il suo caffé per qualche minuto. Deve godersi questi semplici lussi del North Side quando può farlo. Alla fine della giornata, Mickey assapora il riscaldamento anche di più, sapendo che sta per trascinarsi di nuovo nel freddo pungente. Aspetta a infilarsi il cappotto, sperando di far calare il calore all'interno dei vestiti e farlo rimanere lì abbastanza finché non arriverà a casa. Non è probabile, a causa dei suoi vestiti di seconda mano, ma può sperare.

Ian non sta prestando la stessa attenzione alla temperatura. È accaldato e bagnato da una doccia bollente, e Mickey si domanda se non possa valere la pena di fare una doccia qui ogni tanto. La sua stessa acqua calda è costantemente guasta. Non aveva realizzato fino a un paio di settimane fa quanto fossero mediocri i servizi del suo appartamento. Per essere onesti, si era trasferito durante l'estate quando tutto ciò non era necessario, e non si sarebbe messo a contestare l'affitto economico.

"Vieni stasera?" chiede Mickey, anche se sa già che è un sì. È stato un sì ogni sera nell'ultimo mese e mezzo.

"Potrei essere un po' più in ritardo del solito" dice Ian. "Devo badare a Liam per un po'"

"Come ti pare. Porta il lubrificante, l'ho quasi finito"

"Lo farò"

Mickey si mette il cappotto e la sciarpa attorno al collo. C'è un breve momento in cui contempla di approfittare dello spogliatoio per la notte, ma se comincia poi non sarà capace di fermarsi. Finirebbe con il dormire qui ogni notte finché qualcuno non lo farà andare via. Invece, si stringe per il clima freddo e ha voglia di un'altra tazza di caffé per scaldargli le mani.

Esce, facendo un cenno a Ian mentre va. "Ci vediamo, bello"

"A più tardi" replica Ian.

In questo modo è facile. Mickey non si era mai immaginato di essere il tipo da infilarsi in una routine, specialmente una che ruota intorno ad un'altra persona, ma gli piace. Ian non spinge mai per avere di più, ed entrambi sanno che è meglio non fare domande su questioni personali. Non ci sono mai lamentele se Ian può o non può venire. A letto sono diventati più audaci, ma stanno alla larga dalle cose davvero intime. Funziona, in uno strano modo.





I ragazzi etero non fanno danza classicaWhere stories live. Discover now